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Mareblu-Legambiente: bilancio positivo di un anno di partnership
Numerosi i progetti e le iniziative portati avanti con successo. La collaborazione è strutturata su tre anni: riduzione delle catture accessorie e sinergie con la GDO le sfide principali per i prossimi anni. Mareblu ha introdotto un modello di business improntato alla sostenibilità che si propone di fare da traino per il pieno raggiungimento della RSC da parte di tutto il settore ittico.

La sostenibilità del tonno si fa strada. E’ trascorso un anno dall’inizio della collaborazione tra Mareblu e Legambiente e il percorso avviato, articolato su 3 anni, ha portato al conseguimento dei primi risultati attesi: dalla messa in commercio di una nuova referenza di tonno Mareblu 100% sostenibile, alla presenza di Osservatori specializzati a bordo per evitare catture accessorie, dalla riduzione progressiva di pesca con uso di FADs, al dialogo costruttivo con la GDO.
La necessità di garantire il reperimento responsabile di materia prima per la propria produzione, a fronte di un eco-sistema marino minacciato a livello planetario, è stata la spinta per Mareblu per intraprendere all’inizio del 2012 sul territorio nazionale, un percorso strutturato di sostenibilità, che facesse tesoro delle iniziative di tutela ambientale già concretizzate anche all’estero, attraverso il Gruppo MWBrands. Legambiente, l’Organizzazione ambientalista più autorevole sul territorio nazionale, dopo avere verificato l’esistenza dei pre-requisiti essenziali per l’avvio della collaborazione, ha sottoscritto un accordo con Mareblu per il raggiungimento di importanti obiettivi di sostenibilità nella pesca del tonno e per l’avvio di progetti di tutela ambientale. Mareblu ha adottato quindi un modello di corporate governance in grado di garantire trasparenza nei confronti del mercato e un efficace sistema di controllo dei processi produttivi interni, basato su parametri non solo di tipo tecnico ma socio-ambientale.
“E’ un cammino comune che sta proseguendo molto bene – ha dichiarato Rossella Muroni, Direttore Generale di Legambiente – quello tra Legambiente e Mareblu, orientato a sostenere azioni concrete di cambiamento. Non è frequente che un’azienda così grande voglia mettersi in gioco, accogliendo le istanze che vengono dal territorio e dagli stakeholder, per intraprendere cambiamenti necessari per essere maggiormente sostenibile”.
E’ la prima volta in Italia che Legambiente affianca un importante marchio di prodotti ittici nel monitoraggio del processo produttivo, quale fattore strategico per il raggiungimento di una piena responsabilità sociale d’impresa. La crescita oggi, anche per il settore ittico, passa inevitabilmente attraverso il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e il modello di business Mareblu rappresenta un riferimento per tutto il comparto.
“E’ stato un anno di collaborazione intensa e proficua – ha dichiarato Adolfo Valsecchi, Presidente di Mareblu e CEO di MWBrands – che ci incoraggia ad affrontare i prossimi obiettivi. Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco un partner così propositivo come Legambiente che ci ha aiutato a tracciare una rotta importante per tutto il nostro settore e che continuerà a sostenerci nelle nuove sfide che ci attendono, prime fra tutte la riduzione delle catture accessorie e la collaborazione con la grande distribuzione con la quale stiamo dialogando per la ricerca di soluzioni reciprocamente favorevoli”.
Sul fronte della trasparenza e della tutela del consumatore l’Azienda ha regolamentato la completa tracciabilità della propria filiera integrata, che consente un controllo approfondito e certificato di tutte le fasi produttive riscontrabile su ogni confezione: tipo e specie di prodotto, luogo e metodo di pesca, codice identificativo dell’imbarcazione che ha effettuato la battuta di pesca, stabilimento, lotto di produzione, indicazione del numero di controlli diretti effettuati in tutte le fasi produttive e data di scadenza. La politica Mareblu di approvvigionamento di materia prima garantisce: pesca legale solo da pescherecci registrati;rigoroso rispetto delle quote allocate a ciascuno stabilimento; rispetto dei divieti di pesca (es. nelle aree di riproduzione); rispetto di divieti e moratorie (es. durante il periodo della riproduzione); rispetto delle taglie minime; divieto di sbarco e utilizzo di pesci derivanti dalla pesca accidentale.
Entro la fine del 2016 Mareblu si impegna inoltre a commercializzare il 100% dei propri prodotti con materia prima ottenuta con i metodi di pesca Pole&Line e con reti a circuizione senza uso di FADS. Inoltre da quest’anno, l’approvvigionamento avviene in via preferenziale da navi monitorate dalla presenza costante di Osservatori qualificati a bordo e che trattengano il 100% delle catture accessorie, in modo da poterne misurare il quantitativo e verificarne la composizione. Un ulteriore impegno sulle catture accessorie prevede una progressiva riduzione con obiettivi di miglioramento programmati e monitorabili di anno in anno.
Un’ulteriore fase di avanzamento nel piano della sostenibilità intrapreso dall’Azienda, ha visto nel 2012 l’inserimento a scaffale della nuova referenza di tonno Mareblu “pescato a canna” (tecnica Pole&Line), che consente di catturare individualmente ciascun tonno, eliminando i danni derivanti dalla pesca accidentale di altre specie e la partecipazione di Legambiente alla Tuna Conference, il convegno annuale promosso da MWBrands, tenutosi l’8 dicembre a Mahe alle Isole Seychelles per fare il punto sulle best practice in materia di pesca sostenibile. E’ stata questa l’occasione per Legambiente per effettuare la visita allo stabilimento di produzione di Mahe di Mareblu e per monitorare la lavorazione e il processo produttivo.
La partnership con Legambiente si articola, inoltre, in una serie di iniziative a sostegno del patrimonio naturale e della fauna marina del nostro Paese, tra cui il progetto “Spiagge e Fondali Puliti” per il recupero di aree marine degradate e il sostegno che contribuisce al mantenimento del Centro Recupero Tartarughe di Manfredonia (FG), per la cura e la riabilitazione di esemplari feriti. La ricerca continua nell’ottimizzazione degli imballaggi, volta a ridurre la quantità di materiali impiegati e ad individuare tecnologie eco-friendly di realizzazione e di smaltimento del packaging, completano l’ambito della responsabilità sociale di impresa entro cui Mareblu ha scelto di operare.
Mareblu, terzo marchio nelle conserve ittiche sul mercato italiano, è una società del Gruppo MWBrands, multinazionale leader europea nelle conserve ittiche con 4 stabilimenti di lavorazione e produzione (Francia, Portogallo, Ghana e Mahè-isole Seychelles) e 9 pescherecci di proprietà. Il Gruppo ha 5 Business Units : Francia (Petit Navire), Regno Unito (John West Foods, Liverpool), Irlanda (John West Foods ISI, Dublin), Olanda (John West Foods, Utrecht) e Italia (Mareblu, Milano). MWBrands è organizzata secondo un modello di business integrato verticalmente, che prevede il controllo diretto su tutte le fasi produttive, dalla pesca all’inscatolamento negli stabilimenti di proprietà. Il numero degli addetti del Gruppo è pari a 5.500 unità. Il fatturato di Gruppo MWBrands 2012 è pari a 601,9 milioni di euro.
La strategia aziendale si fonda sui principi della qualità, della sicurezza, della trasparenza,dell’innovazione e della sostenibilità ambientale che contraddistinguono l’impegno di Mareblu nei confronti del consumatore e dell’ambiente in generale, secondo tre linee di intervento:miglioramento continuo della sostenibilità e della trasparenza dell'intero processo produttivo; ricerca scientifica e confronto internazionale sulle best practices nella pesca; sostegno a iniziative concrete per la difesa dell'ecosistema marino.


Anna Maria Ganapini
Ufficio Stampa Mareblu
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