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QUALITA'
Occhio all’etichetta per i prodotti bio
Il recente caso di carne equina ha riportato alla ribalta la sicurezza
alimentare soprattutto dei prodotti biologici. Sono tale solo se contengono
il 95% di ingredienti provenienti da culture agricole naturali di Paesi
UE e che non utilizzano quantitativi elevati di agenti chimici
La normativa sulle etichette è fondamentale per tutelare i consumatori
Neanche la ‘spending review’ frena in Italia la crescita delle
esportazioni e del consumo dei prodotti biologici, più cari ma
non sempre o non totalmente naturali come si potrebbe pensare. Secondo
le stime fornite dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), sulla
base di dati ISMEA (Istituto dei Servizi per il Mercato Alimentare), nel
2011 l’incremento dei prodotti bio sulle tavole è stato di
quasi il 9%, favorendo la scalata del nostro Paese sul più alto
gradino del podio in tema di commercializzazione in Europa. Per migliorare
la qualità dei prodotti bio, stimolare la domanda e certificare
la qualità degli alimenti la Commissione UE ha aperto una consultazione
pubblica on-line, attiva fino al 10 aprile prossimo, in cui dire la propria
sulla normativa, misure, richieste, decisioni da adottare per il futuro.
PRODOTTI BIO – Sulla necessità di aumentare il rigore sulle
norme UE per i prodotti e le bevande biologiche e di rafforzare la fiducia
dei consumatori sulle proprie scelte alimentari, trova tutti d’accordo.
Non sempre acquistare la qualità è così facile o
scontata, complice da un lato il flusso crescente di informazioni a disposizione
sui prodotti, i processi di produzione e le filiere di provenienza e dall’altro
gli scandali del settore agro-alimentare che vanno dalle mozzarelle blu
di qualche tempo fa fino alla recentissima carne di cavallo nelle lasagne
surgelate. «Questi sono solo alcuni degli aspetti – spiega
il Professor Giacinto Miggiano, Direttore del Centro Nutrizione Umana,
Università Cattolica, Roma – che hanno innalzato l’attenzione
verso la qualità dei prodotti, compreso quelli biologici. Da qui
la decisione di rilevare con una indagine la sensibilità dei consumatori
verso questi prodotti, conoscere le loro opinioni, i comportamenti alimentari
e le preferenze». Oggi oltre il 53% delle famiglie italiane consuma
sia prodotti naturali sia tradizionali e poco più del 2% esclusivamente
cibi da agricoltura bio. «Perché un prodotto sia definito
tale – continua il nutrizionista – occorre che almeno il 95%
degli ingredienti provenga da culture naturali, nelle quali si faccia
basso uso di prodotti chimici di sintesi, quali fertilizzanti, pesticidi,
additivi e medicinali e che gli organismi geneticamente modificati (OGM)
non siano entrati neppure accidentalmente nella catena alimentare biologica».
L’ETICHETTA – Fondamentale, per riconoscere i cibi bio (oggi
quelli certificati dalla UE sono solo il 2%), è l'etichetta. Secondo
la normativa entrata in vigore il 1 Luglio 2010, il prodotto deve avere
il logo europeo che ne attesta la provenienza da uno dei paesi appartenenti
alla comunità UE, e riportare le seguenti indicazioni: il nome
dell'organismo di controllo autorizzato e il suo codice, preceduto dalla
sigla IT; il codice dell'azienda controllata; il numero di autorizzazione
(sia per i prodotti agricoli freschi che trasformati); la dicitura "Organismo
di controllo autorizzato con D.M. Mi.R.A.A.F. (con numero e data) in applicazione
del Reg. CEE n.2092/91”. Altrimenti è meglio diffidare.
(Francesca Morelli - www.fondazioneveronesi.it)
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