QUALITA'

Origine della carne: la Commissione avvia il dibattito sull'etichettatura

Il 17 dicembre la Commissione europea ha pubblicato un rapporto, destinato al Parlamento europeo e al Consiglio, sull'etichettatura d'origine obbligatoria, proponendo di estenderla a tutte le carni utilizzate come ingredienti in alimenti preimballati. Lo scopo è garantire una maggiore sicurezza degli alimenti messi in commercio negli Stati membri. Sulla base dei risultati del dibattito che seguirà, la Commissione determinerà se sia il caso di avanzare una proposta legislativa che disciplini questo settore.
I prodotti interessati possono variare da preparazioni a base di carne relativamente semplici, come le carni fresche con spezie/additivi, a prodotti più sofisticati, con svariati ingredienti, tra cui la carne. Inoltre, la catena di approvvigionamento delle carni utilizzate come ingredienti è molto lunga e complessa, e comprende diverse fasi della produzione e della commercializzazione dei prodotti finali. La rintracciabilità risulta pertanto non sempre facilmente effettuabile.
L'indicazione dell'origine è attualmente obbligatoria per la carne di pollame preimballata importata, le carni bovine e i prodotti a base di carni bovine non trasformate (ad esempio le carni bovine macinate), le carni suine, il pollame, le carni ovine e caprine non trasformate, il miele, la frutta e gli ortaggi, il pesce, e l'olio d'oliva.
Il rapporto della Commissione prevede tre tipi di scenario: 1) il mantenimento della normativa attuale, che prevede solo l'indicazione dell'origine su base facoltativa; 2) l'introduzione dell'obbligo di indicare sull'etichetta che l'origine sia Ue o non Ue; 3) l'introduzione dell'obbligo di indicare specificamente sull'etichetta lo Stato membro Ue o il paese terzo di provenienza.
Basato su un'ampia consultazione delle organizzazioni dei consumatori e delle autorità nazionali competenti nel settore, il rapporto della Commissione mette a confronto la necessità del consumatore di essere informato sul prodotto che acquista con la fattibilità dell'estensione dell'etichettatura. Esso inoltre contiene un'analisi costi-benefici delle conseguenze sul mercato unico e sul commercio internazionale, da cui risulta che gli operatori del settore alimentare incorrerebbero probabilmente in considerevoli costi operativi supplementari, che si rifletterebbero presumibilmente sui prezzi, mentre potrebbero verificarsi cambiamenti nella struttura geografica e nel volume dei flussi commerciali.
Per quanto concerne il parere dei consumatori, la Commissione ha riscontrato che una percentuale molto elevata (90%) vorrebbe che l'origine dei prodotti a base di carne fosse indicata sull'etichetta dell'alimento in cui è contenuta. Tuttavia, criteri come il prezzo e la qualità risulterebbero prioritari rispetto alla segnalazione dell'origine. I consumatori non sono propensi a pagare costi supplementari per conoscere la provenienza degli ingredienti.

Francesco Laera e Giulia Casagrande
Commissione europea
DG COMM
Rappresentanza a Milano
+39 02 46 75 141
mail comm-rep-mil@ec.europa.eu
http://ec.europa.eu/italia

 

 


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