|
QUALITA'
Enopirateria e internet - Nuovi pericoli per l’immagine
dei vini italiani a denominazione di origine: questa volta sul web.
Federdoc denuncia il sistema attuale di gestione dei domini. ICANN
deve garantire la protezione dei prodotti con indicazione geografica
Ormai non vi è dubbio: lo sviluppo del commercio su internet arreca
benefici a tutti i settori economici, ivi compreso il vino. L’estensione
dei nomi di domini di primo livello generico (ne esistono attualmente
circa 20, alcuni dei quali estesissimi come “.com” e “.ue”)
dovrebbe essere una nuova opportunità per il settore del vino.
Ma potrebbe costituire anche un rischio notevole, nel momento stesso in
cui tali domini venissero messi a disposizione in esclusiva di singoli
privati, e questi li vendessero, su base d’asta, a potenziali utenti
neanche utilizzatori riconosciuti di vini a DO, neanche produttori vitivinicoli.
Ecco cosa sta succedendo: ICANN – Internet Corporation for ASSIGNED
Names and Numbers, società americana di diritto privato incaricata
di gestire i nomi dei domini, ha deciso recentemente di estendere i nomi
dei domini di primo livello generico. L’obiettivo è di permettere
ad un privato, ad una società o ad un ente di registrare un indirizzo
web specifico, sulla base della sua attività. Quattro dossiers
legati al settore vino sono stati deposti; tre imprese sono in concorrenza
per gestire il “.wine” e una il “vin”. Le società
selezionate, una volta autorizzate da ICANN, potranno commercializzare
tali nomi di domini, permettendo ad individui privati o ad enti od organizzazioni
di combinarli con un nome di dominio di secondo livello per degli indirizzi
web personalizzati come, ad esempio”chianti.wine”, “prosecco.vin”,
“rioja.wine”, “champagne.vine” ecc.
Non esistono, ad oggi, regole stringenti per la concessione dei domini
legati a nomi di uso generico (wine o vin, appunto, ma anche food, book,
pharma, cars, ecc.), né tantomeno procedure di obiezione, nel caso
in cui gli stessi domini di primo livello vengano concessi dai loro titolari
a privati/speculatori. Sarebbe possibile trovare ad esempio un indirizzo
“brunello.wine” senza che il sito parli di vino, o che ne
parli male, o che il titolare del sito non abbia alcun legame con il territorio
di origine del famoso vino italiano.
Federdoc è dell’opinione che ICANN non possa accettare ad
oggi questi dossier, dal momento che non ha previsto un codice di regolamentazione
chiaro sulle possibilità d’uso dei domini di primo o secondo
livello.
In una recente riunione a Pechino, il GAC, Comitato consultivo governativo
dell’ICANN di cui fanno parte i Governi europei, la Commissione
UE e molti Paesi terzi, ha espresso delle riserve sui quattro dossier
riguardanti il vino, ottenendo che la questione fosse rimandata a luglio
e che fossero maggiormente valutate le problematiche collegate. La decisione
è il frutto della mobilitazione di alcuni Paesi produttori tra
cui l’Italia ma anche della Commissione UE.
In tale contesto ha operato Federdoc, giocando di anticipo a Bruxelles,
all’interno della propria Federazione europea dei vini di origine
EFOW, e sensibilizzando preventivamente in Italia i Ministeri interessati
(Affari Esteri, Sviluppo Economico, Politiche Agricole).
Il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro, considerando ormai
“Internet uno strumento importante di informazione e sempre più
anche di commercio”, è del parere che “si debba superare
al più presto il momento attuale di vacatio legis, onde evitare
che altre occasioni di usurpazione ed uso distorto delle denominazioni
avvenga”.
Per Federdoc è fondamentale che vengano al più presto definite
le regole che proteggano non solo i diritti di proprietà intellettuale
legati alle denominazioni ma anche quelli dei consumatori contro ogni
uso improprio del web.
“Non siamo contro lo sviluppo dei nuovi nomi di dominio internet
– ha precisato Ricci Curbastro - ma crediamo fermamente che un minimo
di regole per una concorrenza leale debbano essere messo in piedi”.
La gestione dei domini internet è stata finora condotta nel modo
più discreto possibile da ICANN e da quanti interessati a che il
sistema fosse il più deregolamentato possibile. E’ ora che
l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori siano adeguatamente
informati, per una presa di coscienza che deve portare alla soluzione
dei problemi.
(www.federdoc.com)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|