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QUALITA'
Ambientalisti e agricoltori, divieto definitivo per
Ogm
Lorenzin, preoccupa linea Ue.
Assobiotech, no a protezionismi
"Italia libera dagli Ogm".
Lo chiedono a gran voce ambientalisti e associazioni agricole che hanno
manifestato oggi davanti a Palazzo Montecitorio a Roma per spingere il
governo a varare un divieto definitivo alla coltivazione di organismi
geneticamente modificati in Italia, dopo la semina di mais Mon810 in Friuli
Venezia Giulia, "iniziata da un vuoto legislativo".
In pericolo, secondo la 'Task force per un'Italia libera da ogm', a cui
hanno aderito una trentina di associazioni del mondo agricolo e ambientale
tra cui Coldiretti, Greenpeace, Legambiente e Slow Food, c'èl'identità
stessa del Made in Italy, con l'unicità dei prodotti italiani,
e per questo chiedono in particolare l'adozione immediata della clausola
di salvaguardia per l'agricoltura italiana "come hanno già
fatto 8 Stati membri dell'Ue". Richiesta alla quale hanno fatto eco
positivamente tra gli altri il presidente dei Verdi Angelo Bonelli e il
presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi. E che,
ricorda Coldiretti, trova favorevoli quasi 8 italiani su 10 (76%). Tanti
sono i contrari, infatti, secondo un recente sondaggio, all'utilizzo di
organismi geneticamente modificati, aumentati del 14% rispetto allo scorso
anno.
Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, l'intera vicenda
"rischia di portare sull'orlo del baratro l'intera agricoltura italiana.
E' quindi necessario che ci sia un'unicità di intenti da parte
dei tre ministeri competenti (Salute, Ambiente e Agricoltura) nel richiamare
il principio di precauzione e manifestare subito la netta contrarietà
ad ulteriori tentativi di coltivazione di Ogm". Greenpeace ha ricordato
che i ministri di Agricoltura e Ambiente si sono già espressi a
favore del blocco, ma è il Ministro della Salute che deve firmare
il decreto".
"Guarderemo con attenzione le decisioni assunte dal ministero delle
Politiche agricole", ha detto dal canto suo il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin, secondo cui "desta preoccupazione la linea europea
in base alla quale è possibile la messa a coltura secondo pratiche
biotech, anche se questo non ricade sul consumo".
"Vogliamo difendere l'identità del nostro patrimonio agroalimentari
- ha sottolineato Stefano Masini, responsabile Ambiente di Coldiretti
-, l'Italia ha un enorme giacimento che rischia di essere compromesso
dalle coltivazioni clandestine; non solo, ma ad essere compromessi sono
anche gli investimenti, che creano prospettive di crescita lavorative
e agricole". E secondo Cia-Confederazione italiana agricoltori, gli
"Ogm porterebbero ad una omologazione colturale che mette a rischio
oltre 5mila prodotti tipici, per un valore pari a 5 miliardi di euro l'anno".
"Abbiamo il Made in Italy, prodotti che ci invidiano in tutto il
mondo - afferma Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori -.
Non abbiamo bisogno di Ogm e diciamo no alle sperimentazioni che possono
inquinare il Made in Italy". Non è ovviamente dello stesso
parere Assobiotech, che dice "no al proibizionismo"." Ci
vengono a dire che tenere fuori l'innovazione dall'agricoltura italiana
serve a difendere il Made in Italy - afferma il presidente Alessandro
Sidoli - quando migliaia di tonnellate di derrate Ogm servono a tenere
in piedi gli allevamenti italiani e tutte le filiere di valore, prodotti
tipici compresi, che ci stanno dietro". (www.ansa.it)
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