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QUALITA'
NAC: il bilancio dell’operazione “estate sicura” nella
lotta all’agropirateria e alle frodi Ue
279 aziende controllate, 47 soggetti denunciati
all’A.G., 1 milione di etichette ed oltre 13 tonnellate di prodotti
agroalimentari sequestrati, 3 milioni di euro di illeciti finanziamenti
ai danni dell’UE e dello Stato accertati: questo è il bilancio
dell’operazione “Estate Sicura” che i NAC, i Nuclei
Antifrodi Carabinieri di Roma, Parma e Salerno del Comando Carabinieri
Politiche Agricole e Alimentari hanno sviluppato nella stagione estiva
attraverso una fitta rete di controlli straordinari che hanno puntato
l’attenzione sulla tracciabilità e sulla etichettatura dei
prodotti agroalimentari, nonché sulla commercializzazione dei prodotti
con marchi di qualità, DOP, IGP, STG e Biologico.
I CONTROLLI DEI NAC
In particolare, i Nuclei Antifrodi Carabinieri hanno operato su tutto
il territorio nazionale anche in collaborazione con i Comandi Territoriali
dell’Arma e con l’Ispettorato Centrale della Tutela della
Qualità e della Repressione delle Frodi dei Prodotti Agroalimentari
del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Le verifiche
ispettive hanno riguardato 279 aziende ed attività commerciali,
con controlli anche presso i principali mercati cittadini, la grande distribuzione
organizzata e il circuito della ristorazione, ed ha portato all’individuazione
di prodotti alimentari commercializzati con indicazioni che evocavano
illecitamente i principali marchi di qualità DOP/IGP.
In questo ambito, particolare attenzione è stata conferita ai controlli
sulla etichettatura e sul c.d. “PACKAGING”, le confezioni
di prodotti, operando sequestri di oltre 930 mila etichette irregolari
e 20 mila imballaggi (packaging) risultati irregolari e con indicazioni
ingannevoli.
Nell’ambito dei controlli sulla campagna vitivinicola 2013, nelle
province di Napoli e Foggia è stato operato un sequestro di oltre
2 tonnellate di vino DOC/IGT risultato irregolare nella tracciabilità,
perché il quantitativo non è risultato corrispondente ai
potenziali di produzione delle aziende controllate, che peraltro sono
risultate con documentazione contabile irregolare.
L’intervento dei NAC ha pure individuato un circuito di commercializzazione
nella grande distribuzione organizzata di paste fresche indicanti in etichetta
l’utilizzo di “Grana” DOP: in realtà, a seguito
dell’intervento dei militari, si è appurato che nei prodotti
non veniva utilizzato alcun tipo di formaggio per cui i consumatori sono
stati ingannati in maniera fraudolenta venendo indotti a ritenere di acquistare
un prodotto di alta qualità. In questo caso l’azione congiunta
dei Nuclei Antifrodi Carabinieri ha consentito di individuare la frode
e recuperare tempestivamente dal mercato oltre 65 quintali di prodotti
alimentari irregolari già diffusi in vari esercizi del territorio
nazionale.
Nella lotta al “Falso Made in Italy” altre attività
hanno consentito di individuare la commercializzazione di insaccati indicati
come “prodotti in Italia” in realtà realizzati con
carni di origine olandese o non “tracciata”, mentre un circuito
di commercializzazione illegale ha riguardato patate etichettate di origine
italiana, in realtà risultate provenienti dalla Francia. Altre
irregolarità sono state riscontrate in Piemonte, ove sono state
sequestrate numerose confezioni di preparati alimentari che riportavano,
senza la prevista autorizzazione, la denominazione d’origine “Cipolla
Rossa di Tropea Calabria” IGP.
Nell’ambito dei controlli sulla filiera della “Mozzarella
di Bufala Campana DOP”, in provincia di Caserta i NAC hanno riscontrato
in alcuni prodotti analizzati la presenza di furosina in quantità
non consentite, indicative di un possibile inserimento nella produzione
di latte in polvere o diverso da quello fresco richiesto dal disciplinare
di produzione. Altre violazioni riscontrate hanno riguardato anche un
sequestro su un circuito di commercializzazione di “TONNO”
in tranci risultato conservato in un olio diverso da quello pubblicizzato
(olio raffinato in luogo di extra vergine di oliva) e risultato provenire
dall’estero anziché di “produzione nazionale”
come indicato sulle confezioni poste in vendita in alcune gastronomie.
L’azione di contrasto all’agropirateria sviluppata dai Nuclei
Antifrodi Carabinieri è stata rivolta anche ad aggredire i patrimoni
illecitamente acquisiti nel sistema dei finanziamenti UE.
Le indagini tecnico-finanziarie dei NAC, sviluppate con mirate “analisi
di rischio” ed accurate verifiche documentali, riscontri sulle banche
dati, sui sistemi di rilevazione geosatellitari e con i “controlli
in campo”, hanno consentito di individuare alcuni casi di false
dichiarazioni aziendali e falsi contratti di affitto dei terreni con illeciti
accessi telematici al sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), individuando
in particolare illeciti finanziamenti ai danni dell’UE per oltre
3 milioni di euro.
In un caso, in provincia di Fermo, è stato individuato anche un
illecito finanziamento di circa 100 mila euro per un’azienda agrituristica
risultata mai entrata in funzione.
Ammonta inoltre ad oltre 1,6 milioni di euro il valore del circuito economico
illegale individuato in un gruppo di 6 aziende zootecniche dell’agro
nocerino-sarnese sottoposte a sequestro perché al centro di un’organizzazione
dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla truffe
sui contributi assistenziali e previdenziali. Presso le aziende zootecniche
sono state rilevate anche irregolarità amministrative ed igienico
sanitarie ed è stato disposto l’abbattimento di 47 capi animali.
Nel I semestre 2013 ammonta ad oltre 10 milioni di euro il valore delle
frodi ai danni dell’UE accertate dai Nuclei Antifrodi Carabinieri
del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari.
FRODE TONNO A FAVIGNANA
Nel corso dei controlli straordinari disposti a tutela dei consumatori
nel corso dell’Operazione Estate Sicura, i Nuclei Antifrodi Carabinieri
hanno operato nei principali centri turistici intervenendo anche sull’isola
di Favignana, in cui il Comando dell’Arma aveva acquisito notizia
su una irregolare commercializzazione di “Tonno di mattanza di Favignana”.
Le indagini avviate hanno consentito di segnalare alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Trapani la frode in commercio posta in essere da
una nota azienda locale di commercializzazione di tonno in scatola.
Analizzati i primi elementi informativi, i Nuclei Antifrodi Carabinieri
hanno accertato preliminarmente presso la Direzione Generale della Pesca
del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che l’ultima
cattura di tonno documentata effettuata dalla tonnara di Favignana risale
al 2007, per cui è risultata subito dubbia la genuinità
del prodotto in ordine all’origine e provenienza, anche nella considerazione
che se fosse stato realmente “tonno di mattanza di Favignana”
come indicato in etichetta avrebbe superato la data di scadenza (5 anni
dal confezionamento).
I Nuclei Antifrodi Carabinieri sono quindi intervenuti in Favignana con
un primo accesso ad un’azienda di produzione del tonno locale e
in alcuni punti vendita individuando l’effettiva giacenza del prodotto
etichettato come “Tonno di mattanza di Favignana”. Sono stati
operati i primi sequestri con il ritiro della merce che è stata
quindi sottoposta agli accertamenti sulla tracciabilità e sulla
etichettatura. All’esito dei controlli dei NAC è risultato
che:
1) benché indicato esplicitamente in etichetta come “tonno
rosso di mattanza di Favignana” il prodotto è risultato provenire
da una partita importata da MALTA; 2) benché il prodotto confezionato
in scatola recasse in etichetta l’indicazione in “olio extravergine
d’oliva” dalla documentazione acquisita è risultato
essere “olio raffinato”.
La vicenda ha evidenziato ancora una volta l’importanza dei controlli
sulla etichettatura e sulla tracciabilità dei prodotti alimentari,
in specie se commercializzati con indicazioni pubblicitarie ed etichette
che ingannano il consumatore sulla effettiva “qualità”
e sull’origine del prodotto. Se pure la specifica condotta fraudolenta
sul tonno di Favignana risulti circoscritta al mercato regionale, il danno
all’immagine del Made in Italy è particolarmente insidioso
perchè la vicenda induce ad un clima di sfiducia sul sistema di
etichettatura dei prodotti alimentari atteso peraltro che il prodotto
è stato presentato ai turisti come prodotto di eccellenza locale,
ad un costo di circa 10 euro/100gr. che mediamente può riguardare
il tonno di maggiore qualità.
Anche l’aspetto della conservazione in olio raffinato invece che
in olio extravergine d’oliva come indicato in etichetta nel prodotto
sequestrato sottolinea la gravità della condotta fraudolenta su
cui stanno proseguendo gli accertamenti. I Nuclei Antifrodi Carabinieri
stanno infatti verificando se nel particolare settore commerciale si tratti
di una pratica fraudolenta riscontrabile in altri casi anche se isolati.
Le verifiche sulla filiera già disposte nel tempo a livello nazionale
dai vari organi di controllo sono mirate infatti a contrastare frodi diffuse
e organizzate in tale settore, che è attentamente vigilato e disciplinato
da una rigorosa normativa nazionale ed europea. I controlli proseguiranno
su tutta la filiera anche d’intesa con l’Agenzia delle Dogane,
la Direzione Generale della Pesca, l’Ispettorato Controllo Qualità
e Repressione Frodi del Mipaaf e con gli altri organismi di controllo
nazionali e locali. E’ specifico interesse degli stessi operatori
commerciali del settore che la commercializzazione del prodotto sia garantita
da controlli specifici e sistematici per scongiurare qualsiasi altra condotta
fraudolenta che va a discapito dei consumatori e della maggior parte dei
produttori onesti che in Italia hanno particolare cura nei processi di
lavorazione del tonno, che sicuramente risultano tra più pregiati
ed apprezzati nella cultura alimentare del mercato globale.
Cap. Marco Uguzzoni
Comandante Nucleo Antifrodi Carabinieri di Parma
ccpanacpr@carabinieri.it
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