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QUALITA'
Ogm: il dibattito sullo studio del professor Gilles-Eric Seralini
Riportiamo un articolo pubblicato sul quotidiano francese
Le Monde in cui si racconta la polemica suscitata dal recente studio francese
sulla tossicità degli Ogm.
Il lavoro svolto dai biologi dell'Università
di Caen sull'impatto del mais NK603 ha aperto una controversia, non solo
scientifica.
La domanda è: il mais transgenico (NK603) tollerante all'erbicida
Roundup causa nei ratti, con o senza uso del diserbante, un aumento dell'incidenza
di tumori mammari, disturbi epatici e renali, e di riduzione dell'aspettativa
di vita degli animali?
La ricerca svolta dal biologo francese Gilles-Eric Seralini (Università
di Caen), recentemente pubblicata sulla rivista Food and Chemical Toxicology
(clicca qui per leggere articolo di AIOL) ha, ovviamente, attratto molte
critiche. Alcune di queste sono parte integrante degli scambi nell’ambito
scientifico; altre son riconducibili a diversi interessi economici. Vogliamo
qui presentare una panoramica degli argomenti usati da entrambe le parti
della controversia.
Finora nessuno studio è stato condotto su animali alimentati per
un lungo periodo con Ogm. L’esperimento di Séralini, portato
avanti per due anni, è stato presentato come il primo nel suo genere
– i test tossicologici regolamentari condotti finora avevano la
durata di 90 giorni. Tuttavia, una sintesi della letteratura scientifica
condotta da Chelsea Snell (Università di Nottingham, Regno Unito)
e sei altri ricercatori, pubblicata a gennaio nella rivista Food and Chemical
Toxicology, ha recensito 24 studi condotti per più di 90 giorni.
Tutti questi gli studi, prima della pubblicazione, sono stati soggetti
a una revisione condotta da esperti e la maggior parte di questi sono
state finanziati da strutture pubbliche.
Tra questi, due studi sull’alimentazione con soia tollerante al
Roundup sono stati, per esempio, effettuati nel 2008 per oltre un centinaio
di settimane: uno sui topi l’altro sui ratti. Altri sono stati condotti
su tempi intermedi dai 240 ai 455 giorni. Nessuno di loro ha mostrato
effetti collaterali di rilievo.
Due parlano di deboli effetti sul fegato o sul pancreas. Inoltre, tra
i 24 studi recensiti, 12 (chiamati "multigenerazionali") hanno
testato, per molti mesi, l'effetto degli Ogm su specie diverse (bovini,
ovini, roditori, uccelli). Oltre allo studio pubblicato da Séralini
e dal suo team, nessuno studio è mai stato condotto in particolare
sul mais NK 603, con o senza l’erbicida, per un periodo di due anni.
Per esempio il tipo di ratti usati non convince. I ratti usati da Gilles-Eric
Seralini e dai suoi co-autori -il ceppo chiamato "Sprague-Dawley"
- sono tra quelli più comunemente usato dai tossicologi. E’
lo stesso tipo utilizzato da Monsanto nelle prove di regolamentazione
svolte nel 2004 per 90 giorni, nel testare lo stesso mais.
Tuttavia, questi ratti sono noti perché frequentemente sviluppano
tumori mammari e sono utilizzati in esperimenti di 90 giorni, durante
il periodo della vita in cui non sviluppano queste patologie. "Per
specie con un basso tasso di sopravvivenza, come ad esempio i ratti Sprague-Dawley,
può essere necessario un numero elevato di individui, tipicamente
65 animali per sesso e per gruppo, per massimizzare la durata dell’esperimento",
precisa un recente documento dell'Organizzazione per la cooperazione
e lo sviluppo economico (OCSE).
La valenza statistica dell'esperimento sarebbe troppo debole. La critica
principale falla allo studio di Gilles-Eric Seralini è la significatività
statistica dei risultati. Duecento ratti sono stati usati per l'esperimento,
ma sono stati divisi in 10 gruppi di 20 roditori (10 animali per sesso
e per gruppo).
Un solo gruppo di controllo, alimentato con mais classico, è stato
confrontato con nove gruppi, ciascuno sottoposto ad una dieta diversa:
tre dosi di NK6o3 da solo, tre dosi di NK6o3 coltivato con il Roundup
??e tre dosi di Roundup senza mais transgenico. "Con dieci ratti
dello stesso sesso per gruppo, sarebbero necessari effetti estremamente
massicci perché i risultati siano significativi”, spiega
il biostatistico Marc Lavielle (INRIA), membro del Consiglio di Biotecnologie
I Taut (I ICB).” Per rilevare gli effetti più sottili di
alte dosi di arsenico, occorrono semplicemente più ratti. Questa
è la stessa critica che si può fare alla Monsanto.”
I risultati sarebbero sbagliati, in quanto gli effetti osservati non sono
proporzionali alla quantità di Ogm consumata. La proporzionalità
degli effetti sulla dose ricevuta è uno dei più antichi
principi di tossicologia: "E’ la dose che fa il veleno".
Un gran numero di studi pubblicati negli ultimi anni, raccolti in una
vasta sintesi pubblicata in Endocrine Reviews (Le Monde, 27 marzo) dimostra
in modo inequivocabile che la ricerca è obsoleta: in alcuni casi,
quando le molecole testate interferiscono con il sistema ormonale - gli
effetti osservati possono essere più importanti a basse dosi che
a quelle più elevate.
Gli autori hanno un conflitto di interessi. Alcuni accusano Séralini
di non segnalare un potenziale conflitto di interessi: tra i suoi finanziatori
vi sono aziende di grande distribuzione che hanno investito nel "OGM
free". Tuttavia, molti critici di Séralini non dichiarano,
a loro volta, i propri conflitti di interesse. Così, nell'analisi
condotta da M’Snell- che ha concluso che non vi era alcuna necessità
di effettuare prove di più di 90 giorni sugli Ogm - non si parla
di conflitto di interessi, mentre due dei suoi co-autori sono stati
consulenti al momento della pubblicazione di Syngenta ed un altro era
co-inventore di un brevetto depositato presso la stessa.
Inoltre, tutti i test tossicologici regolamentari - quelli presentati
per l’omologazione – sono stati finanziati o realizzati dalle
imprese stesse. Questo, in generale, non preoccupa i sostenitori
delle biotecnologie.
Fonte : Le Monde, traduzione Natalie Nicora, AIOL
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