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QUALITA'
Frodi: Coldiretti, falso extravergine fa crollare
prezzi vero -30%
Il prezzo pagato agli agricoltori per il vero olio di oliva è crollato
del 30 per cento anche per effetto degli inganni e delle frodi che danneggiano
il settore e colpiscono produttori e consumatori. E’ quanto ha affermato
il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare positivamente
l’operazione dei carabinieri dei Nas che hanno scoperto un traffico
di circa 500.000 litri di olio extra vergine di oliva contraffatto da
parte di una l'organizzazione che reperiva anche in ambito internazionale
(Spagna e Maghreb), le materie prime per la sofisticazione degli olii
(clorofilla e betacarotene) per poi cederle ad oleifici compiacenti. “L’operazione
dei Nas dei Carabinieri - ha sostenuto Marini - svela il “mistero”
delle tante anomalie che si trovano sul mercato dove occorre diffidare
da quegli olii che sono venduti a prezzi che non riescono a coprire neanche
i costi di raccolta delle olive”. Sulla lotta alle frodi e alle
sofisticazioni il presidente della Coldiretti Sergio Marini, il Comandante
dei NAS, Generale di Brigata Cosimo Piccinno insieme ad autorevoli esponenti
istituzionali parteciperanno alla presentazione della legge salva olio
Made in Italyoggi 11 giugno alle ore 17,00 a Foggia in Puglia dove si
produce la maggiore quantità di olio extravergine di oliva Made
in Italy presso il Centro Congressi dell’Ente Fiere di Foggia (ingresso
Viale Fortore), al convegno “Qualità e trasparenza nell’olio
di oliva: una grande opportunità per l’economia del sud.”
I prezzi pagati ai produttori agricoli crollano per effetto della concorrenza
sleale provocata dagli inganni e contraffazioni nonostante il fatto che
- ha sostenuto la Coldiretti - i consumi di extravergine delle famiglie
sono aumentati del 4,2 per cento nel 2012 e la produzione nazionale si
è ridotta addirittura del 6 per cento nell’ultima raccolta.
L’arrivo di olio di oliva straniero in Italia ha raggiunto il massimo
storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in
calo nel 2011 a 483mila tonnellate. Il risultato del sorpasso è
il fatto che oggi la maggioranza delle bottiglie di olio proviene da olive
straniere senza che questo sia sempre chiaro ai consumatori ma - ha precisato
la Coldiretti - si assiste anche ad una forte riduzione della qualità
dell’olio in vendita, oltre che a una pericolosa proliferazione
di truffe e inganni.
L’Italia è il primo importatore mondiale di olio che per
il 74 per cento - ha continuato Coldiretti - viene dalla Spagna, il 15
per cento dalla Grecia e il 7 per cento dalla Tunisia, proprio i Paesi
coinvolti dalla truffa scoperta dai Nas. E forse non è un caso
che secondo una analisi Coldiretti/Eurispes il 19,1 per cento dell’olio
extracomunitario importato in Italia nel 2010 è stato destinato
alla provincia di Lucca.
Nel 2011 - ha proseguito Coldiretti - si è verificato un ulteriore
aumento del 3 per cento nelle importazioni di olio di oliva dall’estero
che sono quasi triplicate negli ultimi 20 anni (+163 per cento), sommergendo
di fatto la produzione nazionale, che sarebbe peraltro quasi sufficiente
a coprire i consumi nazionali. Gli oli di oliva importati in Italia vengono
infatti mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini
in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero,
una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed
esteri dove sono state esportate 364mila tonnellate nel 2011.
Sotto accusa è anche la mancanza di trasparenza visto che quattro
bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia contengono
miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile
la provenienza delle olive impiegate, secondo una indagine della Coldiretti.
E questo nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta
dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6
marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere
in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande
maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva
comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari”
o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie
per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è
riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in
molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente
visibile.
Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere
sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini,
frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli.
I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per
poter scegliere consapevolmente.
Per questo è importante - ha concluso Marini la proposta di legge
salva-olio Made in Italy sottoscritta da numerosi parlamentari e che vede
come primi firmatari la senatrice Colomba Mongiello (pd) e il senatore
Paolo Scarpa Buora (pdl), “a dimostrazione di un vasto consenso
che ci si augura conduca ad un iter rapido”.
L’attacco all’olio italiano secondo la Coldiretti mette a
rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio
nazionale che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di
giornate lavorative all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro.
La produzione nazionale si concentra in Puglia (35 per cento), Calabria
(33 per cento), Sicilia (8 per cento), Campania (6 per cento), Abruzzo
(4 per cento), Lazio (4 per cento), Toscana (3 per cento) e Umbria (2
per cento). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti
dall’Unione Europea.
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