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QUALITA'
Aromi naturali
Le diciture sulle etichette sono cambiate, le definizioni
sono più minuziose, ma una certa confusione resta.
Le regole per gli aromi sono cambiate
e anche le diciture sulle etichette sono diverse. La novità più
rilevante è che sono spariti gli aromi natural-identici e sono
cambiate le regole per quelli naturali. Ma per capire bene la situazione
bisogna fare un passo indietro e ricordare cosa succedeva prima, quando
la scritta “aromi” si distingueva in tre categorie:
1) “Aromi naturali” molecole ricavate dalla macinazione, frammentazione,
distillazione e altri procedimenti, da vegetali (frutta, foglie, fiori,
radici, ecc) o da animali. Sono i più costosi e gli unici che si
possono impiegare nei prodotti biologici.
2) “Aromi natural-identici" uguali a quelli naturali ma "costruiti"
in laboratorio per sintesi chimica. Sono i più utilizzati perché
costano meno e si conservano meglio.
3) “Aromi artificiali" ottenuti per sintesi chimica in laboratorio
perché in natura non esistono le stesse molecole. Sono i meno costosi.Adesso
le regole sono cambiate, ma c'è un po' di confusione. Ne parliamo
con l'avvocato Domenico Stirparo, esperto dell'Associazione Italiana Industrie
Prodotti Alimentari (AIIPA). «Il 20 gennaio 2009 con l'entrata in
vigore del Regolamento CE 1334/08 ci sono nuove diciture per gli aromi
naturali (in armonia con il nuovo Regolamento 1169 del 2011) che sono
state recepite definitivamente nel gennaio 2011.
Come esempio riportiamo le scritte che si possono trovare sull'etichetta
di uno yogurt alla fragola.a) "Aroma naturale di fragola" quando
il 95% degli aromi è estratto dal frutto.
b) "Aroma naturale di fragola con altri aromi naturali": quando
l'aroma naturale estratto dalle fragole risulta inferiore al 95% e viene
miscelato ad altri, ma il gusto dell'aroma resta quello di fragola.
c) "Aroma naturale" è la dicitura utilizzata quando il
gusto di fragola è ottenuto da un mix di componenti naturali che
non comprende la fragola, o quando il mix di aromi naturali non ha una
particolare connotazione organolettica e pertanto l'aroma naturale finale
non è classificabile nelle due definizioni precedenti a) e b).
Il caso tipico è quello dello yogurt a base di macedonia di frutta,
preparato con diversi aromi naturali che non rientrano nelle due definizioni
precedenti: una sola componente aromatica presente oltre il 95%, più
componenti aromatiche ma un gusto specifico prevalente nel prodotto).
d) "Aromi" è la parola che troviamo sulla maggior parte
dei prodotti alimentari, perché comprende tutti gli aromi natural-identici
(uguali a quelli naturali ma "costruiti" in laboratorio) e anche
quelli artificiali (costruiti in laboratorio anche con l'impiego di
molecole che non esistono in natura).
La scritta "Aromi "può essere utilizzata anche quando
si usano molecole naturali come quelle descritte nei paragrafi a), b),
c), oppure miscele di queste molecole perché il produttore non
intende riportare sull'etichetta le diciture specifiche previste dalla
norma. Si pensi a prodotti come caramelle o gomme da masticare, dove l'impiego
di diversi aromi naturali comporterebbe la descrizione in ordine di peso
decrescente delle varie note aromatiche occupando così troppo spazio
("aroma naturale di fragola, aroma naturale di banana con altri aromi
naturali, aroma naturale di zenzero, aroma naturale di ribes con altri
aromi naturali").
In sintesi si può dire che prima la frase "aromi naturali"
era una formula che inglobava un mix di aromi naturali del tutto anonimi
sull'etichetta o per ragioni di spazio o per non svelare alla concorrenza
il segreto di una formula. Oggi il regolamento prevede che si completi
la lista specificando il tipo di aromi naturali, oppure che si scrivi
la parola generica "aromi" rinunciando a vantare la "naturalità"
del prodotto.
(Mariateresa Truncellito - www.ilfattoalimentare.it)
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