|
QUALITA'
Ricerca INRAN e SSICA sulle caratteristiche della carne suina
italiana
Prosciutto crudo Dop -36%; pancetta -47%;
prosciutto cotto -9%; coppa -4%. Un disastro? No, Al contrario! Sono i
dati di diminuzione del sodio nella salumeria italiana. In calo anche
nitrati e colesterolo. I salumi nazionali sono sempre più salubri
e sicuri. Merito dei mangimi, del lavoro degli allevatori e della trasformazione:
ma vale solo per il prodotto italiano al 100%. Per saperne di più
sulla filiera suinicola anche dal punto di vista del prodotto e delle
sue caratteristiche, l’appuntamento è a Cremona in occasione
di Italpig (27-30 ottobre 2011).
Prosciutto crudo Dop -36%, pancetta -47%,
prosciutto cotto -9%, coppa -4%. No, non stiamo dando numeri a caso. Sono
le percentuali relative alla diminuzione del sodio contenuto nei salumi
oggi in commercio rispetto ai valori riscontrati nel 1993, anno in cui
furono pubblicati i risultati di un’analoga ricerca.
“A distanza di 18 anni dall’ultima indagine eseguita –
spiega Elisabetta Bernardi, nutrizionista e biologa, docente presso il
Corso di Nutrizione all’Università di Bari – i dati
emersi dalla ricerca condotta dall’Inran (Istituto nazionale di
ricerca per gli alimenti e la nutrizione) in collaborazione con la Stazione
sperimentale per l’industria delle conserve alimentari (Ssica),
mettono in evidenza quanto il miglioramento delle razioni alimentari fornite
ai suini, caratterizzate da mangimi ricchi di fibra che si traducono in
alimento di ottima qualità per la salute dell’animale e per
la produzione della carne, insieme a più innovativi processi di
trasformazione, siano stati capaci di influire positivamente sulle qualità
organolettiche dei salumi. Insieme al contenuto di sodio, sono infatti
diminuiti considerevolmente anche i valori dei grassi totali e dei nitrati:
nel cotechino, dal 1993 a oggi, i nitrati sono diminuiti del 96%.
Parallelamente, sono aumentati gli acidi grassi essenziali, i famosi Omega
3 e Omega 6, calcolati addirittura in una percentuale che in molti casi
sfiora il 60%”.
Così, dopo la riduzione della percentuale di colesterolo presente
nella carne di maiale, -30% rispetto a pochi decenni fa, con i dati diffusi
in questi giorni certi pregiudizi sembrano finalmente destinati a non
trovare più fondamento fugando, magari una volta per tutte, la
convinzione che i salumi fanno male. “E’ quello che auspichiamo
– sottolinea ancora Elisabetta Bernardi - anche perché il
consumo di carne suina è importante in quanto contiene nutrienti
fondamentali per la salute umana che solo la carne fornisce in forma altamente
assimilabile. Ovviamente, come in tutte le cose, quando si fa riferimento
all’assunzione di questi alimenti si intende un’assunzione
equilibrata e responsabile”.
I risultati ottenuti dalla ricerca condotta da Inran e Ssica hanno evidenziato
altri dati interessanti “come la presenza di zinco, ferro e vitamina
B12 – puntualizza la nutrizionista – parametro, quest’ultimo,
che nella precedente ricerca del 1993 non era stato valutato. Ebbene,
la bresaola ha registrato il più alto contenuto di vitamina B12
con una percentuale pari al 15% della dose giornaliera raccomandata (rda),
così come nella coppa la percentuale riscontrata è stata
del 14%. Nel prosciutto crudo dop infine, la presenza della vitamina B6
è pari al 43% della rda”.
La salubrità della carne di maiale e dei prodotti trasformati sarà
uno dei temi che a Italpig (Cremona 27-30 ottobre 2011) troverà
spazio per i migliori approfondimenti, affinché l’informazione
più corretta possa guidare consapevolmente le scelte del consumatore.
Per questo sono in programma anche numerosi appuntamenti che il cui protagonista
assoluto sarà il prodotto finito e tutte le sue caratteristiche.
Paolo Bodini
Ufficio stampa CremonaFiere
Tel. +39 0372-598206
Cell.+39 345-2586239
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|