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QUALITA'
USA, l'assenza di etichetta su OGM violazione del Diritto di Sapere
Che gli Stati Uniti, il Paese degli OGM, stiano acquisendo una sempre
maggiore coscienza dei pericoli e degli inganni che giungono da un sistema
di produzione "a tutti i costi" e monopolizzato è sempre
più palese. Solo due settimane fa si è conclusa, in concomitanza
con la Giornata Mondiale dell'Alimentazione, la marcia di 313 miglia che
da New York City alla capitale Washington ha mobilitato migliaia di persone
con l'obiettivo di portare all'attenzione dell'opinione pubblica
e delle autorità la questione OGM, apparentemente consolidata
negli Stati Uniti. Quindici giorni di cammino, dall'1 al 16 ottobre, per
rivendicare il Diritto di Sapere.Un diritto rivendicato dalla Campagna
"Just Label it" che sta raccogliendo l'adesione di tantissimi
americani che chiedono un'etichettatura obbligatoria dei prodotti OGM.
La richiesta, presentata a settembre dal Center for Food Safety alla Food
and Drug Administration (FDA), l'Agenzia per il controllo degli Organismi
geneticamente modificati negli Stati Uniti, rivendica per il 93% degli
statunitensi (dato di una recente indagine nazionale "National Survey
of Healthcare consumers: Genetically Engineered Food" della Thomson
Reuter) il diritto di poter effettuare scelte consapevoli sul consumo
del proprio cibo. L'assenza di un'etichettatura che indichi un'origine
transgenica o la presenza di OGM è ingannevole per i consumatori,
si legge nella petizione, perché di fatto la mancanza di una chiara
informazione non implica l'assenza di OGM nel prodotto acquistato.Questa
campagna, ancora in corso la cui petizione sottoscrivibile dal sito www.justlabelit.org,
apparentemente lontana da noi, è di fatto strettamente connessa
alla qualità e sicurezza della nostra alimentazione, considerando
gli accordi che regolano gli scambi commerciali fra gli USA e l'Europa.
L'obbligo di un'etichettatura statunitense dei prodotti OGM renderebbe
più trasparente l'offerta del mercato statunitense, consentendo
ai consumatori una scelta libera tra prodotti transgenici e convenzionali.
Una libertà che le multinazionali e tutte le produzioni transgeniche
paventano e ostacolano perché aprirebbe la via ad un'inversione
di marcia nelle abitudini alimentari americani, con inevitabili ripercussioni
sulla produzione degli OGM, e del loro sviluppo. E, secondo le regole
classiche della domanda/offerta dei mercati, una perdita di un vasto mercato
quale quello europeo che oggi, sempre più faticosamente si oppone
alle pressioni delle lobby per gli OGM. (AIAB -Bio@gricultura Notizie)
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