QUALITA'

Un collare per misurare il tempo di ruminazione dei bovini da latte: così si controlla la salute dell’animale e si capisce come e dove intervenire.
E un’altra importante novità sul benessere dei bovini da latte arriva dalla nutrizione: una razione composta per il 50-60% da foraggio favorisce la ruminazione e di conseguenza un migliore stato sanitario.

Un elevato contenuto di fibra, nella razione alimentare delle bovine da latte, fa bene. Lo dimostrano le più recenti prove sperimentali, lo testimonia la qualità del latte prodotto.
“Molti allevatori si stanno orientando verso questa soluzione – commenta Mattia Fustini, veterinario responsabile dell’allevamento sperimentale esistente presso la facoltà di Veterinaria dell’Università di Bologna – che non solo permette di contenere i costi alimentari, voce che copre oltre il 55% di quelli totali, ma soprattutto, con una razione composta per il 50-60% da foraggio, l’animale rumina di più favorendo una condizione di benessere che si traduce in un miglior stato sanitario”.
Per ottenere questi risultati è indispensabile però somministrare foraggi di ottima qualità, requisito che si determina anche individuando la giusta epoca di sfalcio e le più adeguate tecniche di fienagione e stoccaggio.
“Per ottenere questi risultati – continua Fustini – molte aziende si stanno dotando di attrezzature sempre più innovative da un punto di vista tecnologico. Basti pensare ai moderni impianti di essicazione che permettono di eliminare quei fattori di rischio predisponenti la diffusione, ad esempio, delle micotossine salvaguardando invece tutte le migliori caratteristiche dell’alimento. A questa tecnologia se ne aggiunge un’altra, relativamente più recente, oggi adottata da un numero ancora circoscritto di aziende. Parliamo del collare elettronico in grado di misurare il tempo di ruminazione della bovina, uno strumento innovativo che funziona con lo stesso principio del pedometro che rileva i calori – afferma il veterinario – Il suo impiego garantisce un monitoraggio in base al quale, calcolando per l’appunto il tempo di ruminazione, è possibile stabilire lo stato sanitario dell’animale e intervenire laddove se ne ravvisi la necessità”.
“La redditività aziendale, che si traduce in ottima caseificazione e resa in formaggio del latte prodotto, passa necessariamente dal benessere degli animali – puntualizza Fustini – e questo riguarda anche l’alimentazione. Tutti i traguardi raggiunti in questi ultimi anni sono il risultato di un lungo lavoro legato alla ricerca scientifica, iniziato almeno un paio di decenni fa, quando alcuni strumenti e ancor più diversi obiettivi non erano nemmeno ipotizzabili”.
Dal 27 al 39 ottobre prossimi CremonaFiere ospiterà la 66ma edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte, la kermesse divenuta ormai appuntamento irrinunciabile per tutti gli operatori del settore; qui gli allevatori potranno trovare e toccare con mano novità tecniche e scientifiche provenienti da tutto il mondo, e certamente che anche sui temi dell’alimentazione sapranno trovare le risposte più idonee per la conduzione di un allevamento moderno ed efficiente.

Paolo Bodini
Ufficio stampa CremonaFiere
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