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QUALITA'
Sequestrate 70mila mozzarelle blu
Controlli dei Nas a Torino. Il prodotto proveniva da uno
stabilimento industriale tedesco, presso il quale era stato commissionato
dalla società italiana che lo commercializza. Solo il risultato
delle analisi stabilirà il grado di tossicità del prodotto.
Non erano destinate all'alimentazione dei puffi le 70 mila mozzarelle
che i Carabinieri del Nas di Torino hanno sottoposto a sequestro cautelativo
sanitario presso una importante piattaforma della grande distribuzione
che rifornisce numerosissimi discount del nord Italia. L'iniziativa dei
militari ha preso spunto dalla denuncia di una donna di Torino che aveva
osservato l'incredibile fenomeno, ripreso con un telefonino, in virtù
del quale all'atto dell'apertura della confezione, una mozzarella aveva
rapidamente mutato colore assumendo una impressionante pigmentazione blu.
LA PROVENIENZA - Il prodotto, tipico della tradizione alimentare
italiana, proveniva da uno stabilimento industriale tedesco, presso il
quale era stato commissionato dalla società italiana che lo commercializza.
Gli uomini del Nas hanno appreso inoltre che, a seguito di numerose altre
segnalazioni analoghe a quella da loro raccolta, l'importatore e distributore
italiano aveva avviato il «richiamo» del prodotto, dopo avere
contestato l'incredibile fenomeno ai propri fornitori d'oltre frontiera.
Si ignorano al momento le cause della mutazione del colore delle mozzarelle
al contatto con l'ossigeno.
LE ANALISI RIVELERANNO IL GRADO DI TOSSICITA'
- Alcuni campioni del prodotto sono stati depositati per le analisi microbiologiche
e chimiche, rispettivamente presso i laboratori dell'istituto zooprofilattico
di Torino e del Centro antidoping del San Luigi Gonzaga di Orbassano.
Al momento, secondo gli investigatori, non vi sono elementi per configurare
ipotesi di reato, elementi che potrebbero invece emergere nel momento
in cui i prodotti alimentari risultassero essere inquinati da sostanze
tossiche o da forti cariche batteriche. L'intera partita di mozzarelle
tedesche è stata rintracciata e bloccata e non sussiste alcuna
possibilità di ritrovarne qualche esemplare nei banchi frigo della
grande o piccola distribuzione. Ci vorrà qualche giorno per poter
conoscere per quale strana reazione chimica o per quale diverso fenomeno
i latticini subiscano la strana trasformazione.
APERTO UN FASCICOLO DALLA PROCURA DI TORINO
- La procura di Torino ha aperto un fascicolo sulle mozzarelle che, una
volta estratte dalla confezione, assumevano una colorazione blu. L'iniziativa
fa seguito alle indagini e alle scoperte dei carabinieri del Nas. A coordinare
gli accertamenti giudiziari è il pubblico ministero Raffaele Guariniello,
capo del pool dei magistrati torinesi che si occupano di tutela del consumatore.
Non si sa ancora se le mozzarelle sequestrate dai Nas di Torino siano
tossiche, nè quale sia la sostanza che, al contatto con l'ossigeno,
causa la colorazione blu. Potrebbe essere a base di rame, nichel, piombo,
ma la certezza ci sarà solo dopo i risultati delle analisi dell'
istituto zooprofilattico. Gli inquirenti vogliono mantenere il riserbo
sul nome della catena dei discount interessata, anche perchè, è
stato spiegato, «la società si è comportata bene disponendo
l'immediato ritiro di tutti i pezzi dai vari punti di rivendita e procedendo
con diverse contestazioni presso il produttore tedesco». Il lotto
interessato dal problema è quello delle mozzarelle con scadenza
20 giugno, ma a scopo cautelativo sono state sequestrate anche quelle
con scadenza prima e anche più in là nel tempo. Questo perchè
se la sostanza inquinante fosse nell' acqua, questa potrebbe essere stata
usata per confezionare più lotti. Le confezioni di mozzarelle sequestrate
erano in vendita a un euro e 75 centesimi o a due euro, a seconda della
grandezza.
IL DATO - La metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con
latte straniero o addirittura una su quattro con cagliate industriali
(semilavorati) provenienti dall'estero. Lo denuncia la Coldiretti esprimendo
apprezzamento per l'operazione dei Nas di Torino che «fa luce su
un fenomeno che inganna consumatori e allevatori italiani e mette a rischio
la salute dei cittadini». Dalle frontiere italiane sono passati
in un anno - sostiene la Coldiretti - ben 1,3 miliardi di litri di latte
sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere
di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini
e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. «Il
risultato è che - precisa la Coldiretti - tre cartoni di latte
a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre
la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura
cagliate provenienti dall'estero ma nessuno lo sa perchè non è
obbligatorio indicarlo in etichetta». Secondo l'indagine Coldiretti-Swg
sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini
(97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta
il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.
«Colmare questo ritardo - continua l'associazione - è una
grande responsabilità nell'interesse degli imprenditori agricoli
ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività
dell'intero sistema Paese. Un segnale incoraggiante arriva dal Parlamento
Europeo che ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il
luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari,
ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente
(che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua,
sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la
carne, il pollame ed il pesce».
Fonte: http://iltempo.ilsole24ore.com
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