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PRIMO PIANO
VINI INVECCHIATI ‘CON IL TRUCCO’
“L’UE TUTELI LA QUALITA’ E LE PRODUZIONI LEGATE AL TERRITORIO”
LEGAMBIENTE E CITTA’ DEL VINO LANCIANO LA PETIZIONE
CONTRO I FALSI VINI BARRICCATI
21 maggio 2006. “I sottoscritti cittadini,
sconcertati dalla decisione dell’Unione Europea di rivedere le norme
sulle nuove pratiche enologiche, rivolgono un forte appello alla Commissaria
all’Agricoltura dell’Unione Europea Mariann Fischer Boel e
al Ministro dell’Agricoltura del Governo Italiano Paolo De Castro,
affinché si impegnino contro l’ipotesi di approvazione della
norma che legalizza l’uso di trucioli di legno di rovere al posto
del tradizionale passaggio in barrique per ottenere in modo più
rapido l’effetto “invecchiamento” per i vini prodotti
in Europa e in Italia”.
Contro le scorciatoie che minacciano le produzioni tradizionali legate
al territorio, contro le pratiche furbette che danneggiano uno dei settori
più forti del made in Italy, Legambiente e Città del Vino
lanciano una petizione diretta al Governo italiano e al commissario dell’Agricoltura
Ue, affinché tutelino i vini invecchiati tradizionalmente nelle
botti di legno e il diritto dei consumatori di scegliere cosa bere. Città
del Vino sta inoltre mobilitando i 550 Comuni associati per organizzare
consigli comunali aperti ai produttori e ai cittadini.
L’Ue potrebbe autorizzare, tra breve, nuove norme sulle pratiche
enologiche che introducono l’uso di trucioli di legno per simulare
i processi di invecchiamento dei vini, senza alcun obbligo di indicare
in etichetta la differenza tra vini realmente invecchiati in botti di
legno e quelli con i tannini stimolati "artificialmente".
“Cile, Usa e Sudafrica utilizzano i trucioli e non hanno alcun obbligo
di segnalarlo in etichetta – ha dichiarato il presidente onorario
di Legambiente Ermete Realacci – ma i nostri produttori di vino
hanno tutto l’interesse a distinguere i loro prodotti di qualità,
realizzati con cura e professionalità. Oggi siamo il primo paese
esportatore di vino al mondo con un quarto del fatturato globale del mercato,
ma questo fenomeno non è casuale: è frutto dello stretto
legame con il territorio, dell’intreccio tra i saperi e la creatività
tipici di tanti luoghi caratteristici del Belpaese; è il frutto
di talenti tipicamente italiani sui quali vale la pena di investire e
scommettere per vincere le sfide del futuro”.
"Chiediamo al nuovo ministro delle Politiche Agricole di impegnarsi
affinché l'Italia riveda le sue posizioni su questa pratica enologica,
che nulla ha a che fare con la nostra tradizione vitivinicola - ha detto
Floriano Zambon, presidente di Città del Vino -. Se poi non fosse
possibile vietare l'impiego dei trucioli in Europa che almeno venga stabilito
l'obbligo di indicare chiaramente in etichetta che il prodotto è
stato a contatto con i trucioli di legno. E questo sia sulle etichette
dei vini europei che su quelle in arrivo dai nuovi Paesi produttori. Speriamo
inoltre che i trucioli non siano la prima finestra che si apre, seguita
da altre innovazioni sgradite a quei territori e a quei produttori che
fanno della qualità la loro bandiera”.
Ufficio Stampa Città del Vino (338.9410716) Massimiliano Rella
Ufficio Stampa Legambiente (06.86268380) Serena Di Natali 338.7046826
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