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PRIMO PIANO Contro i trucioli anche la Fisar e l’Asa: “Vanno indicati in etichetta” Dopo la firma del presidente del Senato, Franco Marini, e delll'on. Ermete Realacci (Margherita), anche dal mondo del vino arrivano le prime importanti adesioni per la petizione lanciata da Legambiente e Città del Vino contro la pratica enologica che prevede l'uso dei trucioli di legno per dare ai vini un falso effetto barrique. Tra i primi firmatari della petizione i ciritici e giornalisti enogastronomici Edoardo Raspelli e Paolo Massobrio, il produttore siciliano Alessio Planeta, il professore Attilio Scienza, dell'Università di Milano, la Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori (Fisar), l'Associazione della Stampa Agroalimentare (Asa), studenti e docenti dell'Istituto Tecnico Agrario "E.Sereni" di Roma. Tra le Città del Vino il primo Comune italiano ad aver approvato un ordine del giorno contro tali pratiche è Duino Aurisina, in provincia di Udine. L’Ue potrebbe infatti autorizzare nei prossimi mesi nuove norme sulle pratiche enologiche che introducono l’uso di trucioli di legno per simulare i processi di invecchiamento dei vini, senza alcun obbligo di indicare in etichetta la differenza tra vini realmente invecchiati in botti di legno e quelli con i tannini stimolati "artificialmente". Per Attilio Scienza, docente all'Università di Milano, facoltà di Agraria, il tema dei trucioli si inserisce in quello più ampio degli addittivi. "C'è ormai la tendenza crescente a usare sostanze che modificano le caratteristiche dei vini - sottolinea Scienza -. Riguardo ai trucioli non vanno confusi con le barrique. I trucioli di legno portano solo una sensazione, un'aroma, una caratteristica banale, mentre le barrique sono contenitori che provocano una reazione di ossidoriduzione che dà al vino caratteristiche importanti. Mi auguro che l'uso di questa pratica enologica sia impedito per le denominazioni di origine e che comunque sia chiaramente specificato nell'etichetta dei vini. Il consumatore - sottolinea Scienza - deve sapere cosa beve". “ L’ Unione Europea normerà quelle pratiche enologiche che daranno la possibilità di usare trucioli di legno per simulare i processi di invecchiamento dei vini, senza rendere obbligatorio la dicitura in etichetta – ha invece dichiarato il Presidente Nazionale Fisar Vittorio Cardaci Ama -. In pratica non verrà indicato se il vino è stato invecchiato in botti o con l’ artifizio dei trucioli. Se molti paesi li utilizzano e non hanno alcun obbligo di segnalarlo in bottiglia, noi tutti - operatori del settore - abbiamo l’ obbligo di sapere e il dovere di segnalare e premiare quei prodotti realizzati con cura, con professionalità e nel rispetto della tradizione enologica.” Sulla stessa linea anche l'Associazione Stampa Agroalimentare Italiana. "Quello dei trucioli è un argomento che trattiamo da molti giorni tramite le pagine del nostro sito www.asa-press.com, organo ufficiale di comunicazione ASA - dichiara la Presidente ASA, Gudrun Dalla Via -. E' un problema sentito da tutti i colleghi giornalisti impegnati quotidianamente nella divulgazione dei valori della tradizione italiana del buon mangiare e del buon bere." I sottoscritti cittadini - recita la petizione di Legambiente e Città del Vino - sconcertati dalla decisione dell’Unione Europea di rivedere le norme sulle nuove pratiche enologiche, rivolgono un forte appello alla Commissaria all’Agricoltura dell’Unione Europea Mariann Fischer Boel e al Ministro dell’Agricoltura del Governo Italiano Paolo De Castro, affinché si impegnino contro l’ipotesi di approvazione della norma che legalizza l’uso di trucioli di legno di rovere al posto del tradizionale passaggio in barrique per ottenere in modo più rapido l’effetto “invecchiamento” per i vini prodotti in Europa e in Italia. Ufficio stampa Città del Vino –
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