|
IN
PRIMO PIANO
"AVIARIA" - IL PUNTO DI VISTA DI A.S.A. ASSOCIAZIONE
STAMPA AGROALIMENTARE.
Il consumatore non è ancora "vaccinato" - almeno non
lo è di fronte a notizie talvolta addirittura terroristiche, che
pure si susseguono puntualmente, quasi anno dopo anno.
Chi si ricorda ancora di "mucca pazza"? Non se ne parla quasi
più. Il danno l'ha però subito, e in modo consistente, tutta
la filiera, dalla produzione di mangimi, agli allevamenti di bovini, alla
trasformazione fino alla distribuzione; non solo: tutti i cittadini, consumatori
o meno di carne bovina, hanno comunque risentito del danno economico per
il Paese.
Ora è la volta dei polli e il consumatore è disorientato:
l'acquisto di pollame si è dimezzato in pochissimo tempo, e ciò
nonostante le rassicurazioni date dagli organi più autorevoli.
Il sito del Ministero della Sanità www.ministerosalute.it dice:
I virus e la malattia
L'influenza aviaria è una infezione dei volatili causata da virus
influenzali del tipo A; essa può interessare tanto uccelli selvatici
quanto volatili domestici come polli, tacchini, anatre, causando molto
spesso una malattia in forma grave e anche la morte dell'animale colpito.
L'uomo può infettarsi con virus dell'influenza aviaria a seguito
di contatti diretti con animali infetti, e/o con le loro deiezioni, mentre
non c'è alcuna evidenza di trasmissione attraverso il consumo di
carni avicole o uova dopo la cottura. Dal 1997 si sono verificati alcuni
episodi documentati di influenza da virus aviario nell'uomo.
Quindi:
- nel consueto consumo (cotto) nessun pericolo
- non si tratta di una novità
- la promiscuità/stretta convivenza tra volatili e uomo si verifica
in alcuni paesi dell'Estremo Oriente, non da noi; ciò spiega il
fatto che si siano verificati solo alcuni casi di "aviaria
umana" ed esclusivamente in Estremo Oriente.
Eppure: "Un'anatra selvatica, finita nel Centro di referenza per
l'influenza aviaria di Padova, è risultata positiva ai controlli",
secondo quanto hanno riportato dei quotidiani, un esempio per tutti, e
tra i più blandi, del martellamento psicologico da parte dei mass
media.
Ma questi messaggi mediatici da pelle d'oca sono a protezione del consumatore?
Sicuramente indeboliscono le finanze del Paese, quindi di ognuno di noi.
Almeno sono giustificati sotto il profilo sanitario?
Sembra proprio di no! Medici, veterinari e virologi escludono un pericolo
di aviaria per l'essere umano, dal consumo di carni o uova cotte.
Ccm Centro nazionale prevenzione e controllo malattie: "Non esiste
alcun pericolo nel consumo della carne di pollo in relazione al rischio
di influenza aviaria. Per questa ragione, non è giustificata alcuna
restrizione al consumo di questo tipo di carne nelle pubbliche mense."
(Vedi allegato)
Lo afferma Sipa (Società Italiana di Patologia Aviare) e lo confermano
in pieno, con ampia documentazione, gli esponenti di SO.GE.MI. Grandi
Mercati di Milano e il Servizio Igiene Alimenti di Origine Animale (IAOA).
(ved. allegati)
Dichiara il Prof. Giorgio Calabrese, CDA
Member of E.F.S.A., Vice Presidente Consiglio Scientifico I.N.R.AN., Docente
di nutrizione umana e dietetica Università Cattolica di Piacenza:
"Recentemente il problema dell'influenza aviaria ha angosciato il
mondo; ma la nazione che, forse, ne ha risentito di più è
la nostra amata Italia, che non ha alcun problema e speriamo non ne avrà
anche in futuro. L'allerta ministeriale è stato saggio ma più
per noi addetti ai lavori che per i cittadini-consumatori. Questa influenza
non è una malattia alimentare ma aviaria, cioè si respira
con l'aria e solo con un contatto diretto con animali notoriamente affetti,
con carica virale di altissimo livello e in condizioni igieniche altamente
disagevoli (vedi i poveri cinesi che operano nel settore che vivono peggio
dei volatili che loro debbono accudire), si può correre il rischio
di infettarsi. Dico può perchè se guardiamo il valore statistico
dei cinesi operatori di questo lavoro che sono milioni e lo raffrontiamo
coi 150 casi circa di morti ci fa riflettere sulla non pericolosa epidemia
che viene considerata, invece, in Italia come una iattura (è stato
previsto un numero di 150.000 morti nella nostra nazione!!!!!!).
Torniamo a riflettere sicentificamente: i nostri polli sono sicuri; le
uova delle nostre galline sono sicure; i nostri operai del campo avicoli
sono al sicuro da qualunque affezione grave, che non sia quella simile
al raffreddore che ogni anno colpisce milioni di italiani e provoca qualche
morte in soggetti troppo ammalati e edefedati.
Nutriamoci regolarmente di carne avicola e di uova e non preoccupiamoci
più di quanto facessimo prima di questa ferale notizia; prestiamo
però sempre molta attanzione all'igiene del cibo e di noi stessi
come consumatori, per prevenire le classiche malattie da infezione del
cibo da parte di molti batteri, virus e altri micorganismi; altro che
AVIARIA!!!!"
Qualcuno accusa i giornalisti di essere a caccia di titoli scandalistici.
Noi invece crediamo che i giornalisti riportino le notizie delle fonti
ritenute solitamente affidabili ed autorevoli. L'OMS, l'Organizzazione
Mondiale della Sanità, nonostante tutti i meriti acquisiti in vari
campi, ci sembra che giochi un ruolo ambiguo in questo contesto. I suoi
comunicati lasciano chiaramente intendere l'enorme giro di denaro, si
parla di almeno 500 milioni di dollari per una piccola parte della ricerca,
finanziati dall'industria farmaceutica, espressamente the vaccine industry,
the antiviral industries.
Dato che bisogna sempre chiedersi a chi giova una manovra di vasta portata,
sembra evidente chi sarà il beneficiario di tali investimenti.
La martellante campagna anti-influenzale del resto lo conferma. Senza
alcuna prova scientifica che ciò serva contro una ipotetica influenza
aviaria umana, si spingono centinaia di milioni di cittadini in tutti
il mondo a vaccinarsi contro l'influenza "normale", con guadagni
ingenti per un unico settore dell'economia.
Noi siamo in favore di una scelta libera e consapevole. Può essere
tale però soltanto se le informazioni sono corrette e complete.
Quindi è importante ribadire, per quel che riguarda il consumo
di uova e di pollame: non c'è alcuna sostanziale modifica della
situazione, rispetto, per esempio, ad un anno fa o a cinque anni fa. Quando
è possibile, rassicuriamo il consumatore! Il prodotto agroalimentare
italiano è sicuro!
|
|
|