IN PRIMO
PIANO I dati riguardano solo i primi otto mesi del 2014 All'Italia costa almeno 3,98 milioni di
euro il nuovo divieto introdotto da Mosca sull'import di farine animali,
grassi di bovini, suini e pollame, e altri derivati di bovini e suini
provenienti dall'Ue. Le perdite riguardano i primi otto mesi del 2014
in quanto le vendite di questi prodotti alla Russia hanno conosciuto quest'anno
un forte incremento rispetto al 2013, forse anche per lo stop, lo scorso
febbraio, alle importazioni in Russia di suini e derivati. Lo afferma
Roger Waite, portavoce del commissario all'agricoltura Dacian Ciolos,
sottolineando che "da gennaio a fine agosto 2014, gli operatori comunitari
hanno venduto alla Russia 31mila tonnellate di frattaglie di bovini per
un valore di 47 milioni di euro (ossia quasi il doppio delle 16.163 tonnellate
esportate nello stesso periodo del 2013). Di questi, l'8,3% provenivano
dall'Italia, a cui si aggiungono grassi ed altri derivati per quasi 4
milioni di euro. Un valore che situa l'Italia al settimo posto in Europa
per l'export di frattaglie e derivati di carni bovine, dopo Irlanda, Austria,
Lituania, Germania, Francia e Polonia. Per i grassi di bovino poi, l'export
Ue verso la Russia da gennaio ad agosto è stato di 9.629 tonnellate
(1.834 negli otto mesi del 2013) per un valore di 9,9 milioni di euro.
In questo caso l'export italiano è limitato allo 0,4% del totale.
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