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IN PRIMO
PIANO
Semestre Ue: Renzi, crescita o l'Europa muore.
Scontro con il Ppe
Il premier a Strasburgo per il discorso
programmatico del semestre italiano
L'Europa deve ritrovare "anima",
"coraggio e orgoglio". E puntare decisamente sulla crescita,
perché altrimenti "non avrà futuro": così
il premier Matteo Renzi pronunciando al Parlamento europeo il suo discorso
sul semestre a guida italiana.
Poi in serata l'intervento nel salotto di Porta a Porta. "No"
all'idea dell'Europa che sia una "maestrina che dà lezioni
e bacchettate sulle dita", ha detto il premier Renzi.
''Non credo sarà rimesso tutto in discussione'', ha detto Renzi
rispondendo a Bruno Vespa che nell'anteprima di Porta a Porta gli aveva
chiesto se ora Juncker rischia di saltare.
"Secondo me riusciremo come Italia a fare gioco di squadra, oggi
ho visto un buon clima anche con i neoletti di M5S. Dobbiamo imparare
a fare quello che fanno gli altri paesi, portare avanti i nostri mentre
fino ad oggi abbiamo pensato che Bruxelles fosse il buen retiro di chi
ha finito la carriera ma non è cosi", ha aggiunto Renzi a
Porta a Porta.
''Stop alle lezioncine, noi le regole le rispettiamo, è stata la
Germania che aveva sforato noi no''. ''Noi - ha ribadito - non andiamo
con il cappello in mano''.
"Questi importanti dirigenti di alcuni paesi, in Italia vengono considerati
la Bibbia ma io faccio riferimento al rapporto con la Merkel, un rapporto
buono in cui ci parliamo in modo chiaro, franco e nobile, come si dice":
così Renzi, a Porta a Porta, dopo lo scontro oggi a Strasburgo
con il capogruppo tedesco Manfred Weber.
"In campagna elettorale ho detto che per cambiare l'Europa dobbiamo
essere credibili e autorevoli, fare la nostra parte e contemporaneamente
con forza portare l'orgoglio dell'Italia in Europa". Per poter dire
che "non siamo l'ultima ruota del carro ma tra i sei Paesi fondatori"
e che "diamo all'Europa più di quello che l'Europa dà
a noi", "occorre e occorrerà" decisione nel fare
le riforme: per farlo "abbiamo avuto i voti, che non son mai troppi,
ma sono stati ottimi e abbondanti".
"E' stato Juncker ad aver detto che voleva gli Eurobond", ha
detto ancora il premier in un passaggio della sua intervista a Porta a
Porta.
"Non siamo i salvati: siamo dalla parte dei salvatori che hanno messo
i soldi" in Europa, ha detto Matteo Renzi a Porta a Porta spiegando
che "io sono tranquillo. Il paese lo portiamo fuori dalla crisi ma
se noi facciamo l'Italia, in Europa andiamo a farci sentire".
"I mille giorni" delle riforme "partono il primo settembre":
su quel programma di riforme "ci giochiamo gli spazi di flessibilità.
Vogliamo essere autorizzati a sfruttarla tutta": così Renzi
a Porta a Porta.
Il premier Matteo Renzi conferma, a Porta a Porta, che domani incontrerà
sia Silvio Berlusconi sia i parlamentari M5S "non credo Beppe Grillo",
ha poi annunciato a Porta a Porta.
Secondo Renzi, sull'immigrazione il governo sta facendo passi avanti ma
"i risultati non si vedono perchè la gente continua a salire
sulle carrette e a morire nell'indifferenza dell'Europa. Noi cerchiamo
di salvare tutte le persone possibili, Mare nostrum continua ma abbiamo
detto alla commissione che lo stanziamento Ue è ridicolo".
Per il premier "il sistema elettorale che ha proposto Grillo, il
Toninellum o Complicatellum, non sta in piedi, se non dal punto di vista
filosofico, perché è l'unico sistema in cui chi vince non
governa".
Renzi: 'Crescita o l'Europa muore'. Scontro con il Ppe
Duro botta e risposta tra il premier Matteo Renzi e il capogruppo del
Partito Popolare Europeo, il tedesco Manfred Weber. "Saremo
felici di fare del nostro semestre un'occasione di discussione ma chi
brandisce l'arma del pregiudizio sull'Italia sbaglia, è un atteggiamento
da respingere al mittente. Non accettiamo lezioni di morale da nessuno: è
vero che l'Italia ha un debito molto alto, ma è anche vero che
ha una ricchezza privata quattro volte superiore", ha detto Renzi.
Che poi ha aggiunto: "Se Weber parlava a nome della Germania,
gli ricordo che proprio in questa sala, nella scorsa presidenza italiana,
ci fu un Paese cui non solo fu concessa flessibilità ma anche di
violare i limiti ed essere oggi un Paese che cresce".
Dopo il discorso di Renzi era infatti arrivato l'attacco di Weber contro
la "flessibilità" durante il suo intervento in aula.
"I debiti non creano futuro, lo distruggono", ha detto aggiungendo
che "dobbiamo continuare" sulla linea del rigore. Quando Renzi
ha lasciato il Parlamento Europeo per tornare a Roma sul tema è
entrato a gamba tesa il capogruppo dei socialisti europei Gianni Pittella:
"Se cade il punto della flessibilità non c'è il compromesso
e cade l'accordo su Jean-Claude Juncker" come prossimo presidente
della Commissione europea.
Pittella definisce l'attacco del capogruppo Ppe Weber "una mossa
sbagliata" ed "un passo falso" che "se fosse confermato
metterebbe a rischio la collaborazione" tra Ppe e S&D.
IL DISCORSO
Il premier Matteo Renzi ha aperto il semestre italiano di presidenza dell'Ue.
"L'Italia non chiede scorciatoie ma serve ritrovare l'anima",
ha detto il presidente del Consiglio. Che nel suo incontro con gli eurodeputati
italiani aveva sottolineato: "la cifra italiana del nostro semestre,
la parola chiave, deve essere coraggio ed orgoglio". Molte le figure
retoriche e i passaggi a effetto usati da Renzi. "Con estrema preoccupazione
devo dire che se l'Europa oggi si facesse un selfie, emergerebbe il volto
della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione. L'Europa oggi mostrerebbe
il volto della noia".
Per il futuro - ha concluso Renzi davanti al Parlamento europeo a Strasburgo
- serve l'impegno a far sì che "l'Europa non sia solo un'espressione
geografica ma un'espressione dell'anima". Una curiosità. Per
la prima volta Renzi avrebbe dovuto leggere un discorso scritto, cambiando
rispetto all'abitudine di andare 'a braccio' o aiutandosi solo con appunti
scritti su foglietti. E invece anche davanti ai parlamentari europei ha
preferito parlare 'a braccio' dopo aver consegnato il discorso ufficiale
con gli obiettivi del semestre di presidenza italiana della Ue.
I COMMENTI
Il capogruppo dei liberaldemocratici Guy Verhofstadt, durante il dibattito
sul semestre di presidenza italiana dell'Ue, ha dato invece il benvenuto
a Renzi e alle novità che il presidente del Consiglio porta con
sé e ha criticato Berlusconi: con lui "abbiamo perso 10 anni
a parlare di calcio e di donne". Verhofstad ha inoltre sottolineato
l'esigenza di utilizzare l'Europa "come motore di crescita"
perché l'espansione su base nazionale è un vecchio modello
che "non funziona" e porta solo ad altro debito.
"A Renzi do 7, ha molta passione ma non credo che collaboreremo,
non c'è stata sostanza nel suo discorso". Così il leader
euroscettico dell'Ukip, Nigel Farage, commenta a Sky Tg24 il discorso
del premier italiano Matteo Renzi. "Solo parole quelle di Renzi".
"Tutti i grandi leader, tutti i paesi Ue sono spaventati da un uscita
dell'Inghilterra. Hanno parlato con Cameron all'ultimo summit, la maggior
parte di noi non vuole però pagare 50 milioni di sterline per un'istituzione
che parla di inni".
L'incontro con gli europarlamentari italiani - "La cifra italiana
del nostro semestre, la parola chiave, deve essere coraggio ed orgoglio
perché è il tempo in cui coraggio ed orgoglio sono richiesti
all'Europa e all'Italia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi incontrando
gli europarlamentari italiani a Strasburgo. "Il Governo - ha
proseguito - è convinto che mai come ora bisogna che l'Italia non
vada in Europa a chiedere o a rivendicare" ma a portare "una
storia straordinaria ed un futuro all'altezza del nostro passato".
A colloquio con Martin Schulz e il 'giallo' della conferenza stampa -
Si chiude la girandola di annunci sulla conferenza stampa di Renzi e Martin
Schulz. L'incontro del premier e del presidente del Parlamento con la
stampa è stato annullato - hanno annunciato in sala stampa - per
il ritardo del dibattito in plenaria. La conferenza era scomparsa - poi
ricomparsa e dunque definitivamente annullata - dall'agenda del presidente
del Consiglio a causa degli impegni pregressi di Renzi.
(www.ansa.it)
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