IN PRIMO
PIANO Negli ultimi 20 anni per ogni miliardo
stanziato in prevenzione ne sono stati spesi oltre 2,5 per riparare i
danni con il Ministero dell’Ambiente ha quantificato infatti in
circa 8,4 miliardi di euro i finanziamenti statali dati a politiche di
prevenzione, mentre nello stesso periodo si sono spesi 22 miliardi di
euro per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. E’ quanto
afferma la Coldiretti che con riferimento all’ultima ondata di maltempo
evidenzia che il bilancio è ancora più grave se si considerano
le vittime e tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato.
Investire nella prevenzione è sempre più urgente precipitazioni,
sempre più violente e frequenti per i cambiamenti climatici in
un Paese dove - sottolinea la Coldiretti - con più di 5 milioni
i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate
ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni che hanno all’interno
del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione. L’aver
inserito il Piano irriguo nazionale in una delle quattro linee di intervento
delle risorse del Fondo europeo di Sviluppo Rurale riconosce la necessità
di intervenire prioritariamente nella stabilità idrogeologica del
territorio nazionale anche perché gli studi evidenziano che le
bombe d`acqua causano i danni più gravi nei pressi degli argini,
dove purtroppo si continuano ad autorizzare costruzioni. A questa situazione
di fragilità territoriale non è estraneo il fatto che l’Italia
ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata
per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato
del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato
che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso
arco di tempo. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un
equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che le zone esposte
al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero
territorio nazionale”. Per proteggere il territorio e i cittadini
che vi vivono l’Italia - conclude la Coldiretti - deve difendere
il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra
fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono
nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento del ruolo, economico,
ambientale e sociale dell’attività agricola.
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