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IN PRIMO
PIANO
Apicoltori in allarme: il parassita degli alveari Aethina tumida è
arrivato in Italia. Decine di infestazioni tra Calabria e Sicilia
Gli apicoltori del Sud Italia sono in allarme per l’arrivo di un
parassita degli alveari che rischia di compromettere ulteriormente la
produzione di miele, in un settore già pesantemente colpito dalle
morìe di api degli anni scorsi. Il parassita è l’Aethina
tumida (Murray o piccolo coleottero degli alveari) importato dall’Africa
e individuato per la prima volta il 12 settembre, in un allevamento nelle
vicinanze del porto di Gioia Tauro. Nelle settimane seguenti, l’insetto
ha infettato altri siti nelle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia,
spingendosi a inizio novembre fino in Sicilia, presso Siracusa (vedi mappa
in allegato). A oggi, gli allevamenti interessati sono già diverse
decine, e gli esperti temono un’ulteriore propagazione dell’infestazione:
infatti, volando, il coleottero può raggiungere arnie distanti
anche decine di chilometri da quella in cui ha avuto origine.
La presenza di Aethina tumida deve essere denunciata alle autorità,
che invitano gli apicoltori alla massima collaborazione nel segnalare
anche i casi sospetti. Costituiscono segnali di allerta: la presenza di
gallerie nei favi, la distruzione della covata e il verificarsi di fenomeni
fermentativi nel miele.
Gli alveari contaminati sono irrecuperabili: devono essere sigillati e
bruciati, e sono anche necessarie indagini epidemiologiche per verificare
eventuali contaminazioni nei territori circostanti. Le autorità
hanno inoltre disposto il blocco della movimentazione di alveari e api,
proprio al fine di evitare un’ulteriore diffusione del parassita.
Aethina tumida è un coleottero di piccole dimensioni (5-7 millimetri),
originario del sud Africa ma presente anche nell’Africa settentrionale,
nel Nord America e in Australia. La femmina depone le uova negli alveari
e le larve, lunghe circa un centimetro e di colore giallognolo, si nutrono
di miele, polline e larve, arrivando a volte a distruggere il favo.
La fermentazione e la contaminazione con le feci invalidano la produzione
di miele. Nei casi più gravi, l’infestazione determina la
distruzione dell’intera colonia o l’abbandono dell’arnia.
(Margherita Fronte - www.ilfattoalimentare.it)
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