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IN PRIMO
PIANO
Maltempo: troppa incuria e nessuna prevenzione. In 60 anni spesi 55 miliardi
di euro solo per l’emergenza
La Cia denuncia: sarebbe bastato il 20
per cento di questa cifra investito in opere di manutenzione per evitare
gli effetti disastrosi che si susseguono ciclicamente in Italia. Intanto
crescono i danni in Emilia Romagna, Toscana e Liguria a causa dell’ultima
ondata di intemperie. Campagne sott’acqua e intere coltivazioni
perse.
Dai primi anni Sessanta a oggi sono stati spesi circa 55 miliardi di euro
per riparare i danni causati da maltempo, allagamenti, frane ed esondazioni.
Sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa somma a opere di manutenzione
del territorio per limitare le disastrose conseguenze del dissesto idrogeologico.
Lo dice la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito agli eventi
alluvionali che hanno colpito in particolare Liguria, Toscana ed Emilia
Romagna, che ripropongono ancora una volta i problemi legati all’assetto
del territorio italiano e alla sicurezza delle persone e delle attività
produttive, soprattutto in agricoltura.
Il maltempo degli ultimi giorni -spiega la Cia- ha prodotto solo nel settore
primario danni per milioni di euro. Specialmente nel Modenese e nel Ponente
ligure gli effetti sulle campagne sono stati devastanti. Stalle, serre,
magazzini, cantine e terreni sono finiti sotto un metro d’acqua,
non solo per i violenti nubifragi, ma anche per le esondazioni di fiumi
e canali; mentre smottamenti e frane hanno causato pesanti difficoltà
alla circolazione nelle strade rurali completamente allagate. Danneggiati
campi coltivati a cereali, oliveti e vigneti. Conseguenze negative si
registrano pure per gli allevamenti.
Un quadro estremamente allarmante, quindi, che evidenzia l’urgenza
di una valida opera di prevenzione, a cui affiancare una puntuale azione
di vigilanza e di controllo delle situazioni a rischio. D’altra
parte -ricorda la Cia- in Italia 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata
criticità idrogeologica e oltre 700 mila sono gli immobili abusivi,
spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di
una calamità naturale. (www.cia.it)
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