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Emergenza estiva incendi

Dalla ricerca CRA le strategie di prevenzione per la tutela dei boschi

A partire dalla prossima fine di giugno inizia, purtroppo, come di consueto, il periodo di allerta permanente e massima pericolosità per gli incendi boschivi, fenomeno che in Italia interessa ogni anno una superficie complessiva di ben 70.000–80.000 ettari, di cui la metà rappresentata da boschi e l’altra metà prevalentemente da arbusteti e pascoli. A questa ricorrente problematica è dedicato un workshop, svoltosi oggi ad Arezzo presso la sede del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA), che approfondisce in particolare il tema della gestione selvicolturale per la prevenzione degli incendi in foresta e in ambiente di interfaccia urbano-foresta.
Infatti, a fronte del grande impegno profuso ogni anno dalle istituzioni, si registra un successo relativamente limitato. Questo accade perché si rincorre sempre l’emergenza, privilegiando lo spegnimento degli incendi, piuttosto che – come peraltro prevede la normativa italiana in materia di incendi (L. 353/2000) – tutelare dal fuoco il nostro patrimonio boschivo, promuovendo le attività di previsione e prevenzione.
Gli interventi di prevenzione diretta sono finalizzati a rendere meno probabili gli incendi e più facile la loro estinzione. Quelli selvicolturali permettono la riduzione dell’accumulo del materiale legnoso a rischio presente in bosco e la creazione di soluzioni di continuità nella copertura vegetale forestale. L’opportunità e l’utilità di queste strategie sono note da tempo, eppure, in Italia, sono ancora relativamente poco applicate.
“Una politica di attenzione e di incoraggiamento alla gestione del bosco può assicurare risultati più efficaci e fornire maggiori garanzie di successo di quanto non possano fare investimenti per le pur importanti operazioni di spegnimento. A ciò si aggiunga il potenziale danno procurato ali suoli dalla pratica sempre più frequente di utilizzare acqua di mare per domare le fiamme. La foresta si salva se sta al centro e non alla periferia dell’interesse della società” - afferma il Giuseppe Alonzo, presidente del CRA-.
“La presenza costante dell’uomo in bosco contrasta il fenomeno dell’abbandono, che, da un lato contribuisce all’aumento del materiale combustibile, e dall’altro, all’incentivazione incauta o, talora, premeditata a provocare gli incendi - conclude Piermaria Corona, direttore di Centro di Ricerca per la Selvicoltura del CRA - Al tempo stesso, l’impiego di manodopera nelle attività selvicolturali può promuovere occupazione e far crescere nell’opinione pubblica il rispetto verso il bosco”.

CRA - Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura
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