|
IN PRIMO
PIANO
Lo spreco di cibo a casa costa 8,1 miliardi
all'anno
Presentata la prima rilevazione dell'Osservatorio
Waste Watcher - Knowledge for Expo sullo spreco alimentare domestico.
Troppo gli alimenti "buttati via", ma gli italiani sono più
consapevoli e attenti e chiedono etichette più complete e maggiore
educazione alimentare. Il ministro Martina: "L'impegno contro gli
sprechi sarà importante durante Expo Milano 2015"
Costa 8,1 miliardi di euro all'anno lo spreco domestico di cibo, l'equivalente
di 6,5 euro a settimana per 630 grammi di cibo gettato nella spazzatura.
Ancora tanto, troppo e le cifre dicono che bisogna tenere alta la guarda
e “non sprecare” non è uno slogan da pronunciare e
poi dimenticare.
Come rivelano i dati del Rapporto 2014 sullo Spreco alimentare domestico
realizzato da Waste Watcher - Knowledge for Expo, l'Osservatorio sui temi
dell'alimentazione, dell'agricoltura, dell'ambiente e della sostenibilità.
Analisi attenta della situazione italiana che ben si inquadra nel grande
tema di Expo che mette al centro il cibo, la nutrizione e la lotta agli
sprechi alimentari. Lo studio presentato all’Expo Gate di Milano
dal presidente di Last Minute Market, Andrea Segrè e dal presidente
di Swg Maurizio Pessato, presente il ministro delle Politiche agricole
Maurizio Martina, è la prima rilevazione dell'Osservatorio Waste
Watcher - Knowledge for Expo.
Il sondaggio ha diviso la popolazione in cluster, "gruppi tipo"
di cittadini, e ha isolato una'area attenta agli sprechi di persone con
comportamenti virtuosi pari al 59% degli intervistati. "I dati forniti
sono frutto di dichiarazioni degli stessi intervistati - precisa Segrè
- quindi i dati reali di spreco potrebbero essere maggiori. "A livello
mondiale un quinto degli sprechi proviene dalle case. Il valore economico
è enorme, più o meno pari al Pil di uno stato come la Svizzera,
e anche la produzione mondiale di Co2 legata agli sprechi alimentari è
molto alta: se paragonata a quella degli Stati, è la terza dopo
Stati Uniti e Cina. Questo è un rapporto ampio che ci permetterà
di approfondire i dati, facendo correlazioni". Per il ministro Martina
il rapporto "si colloca nel piano nazionale per la prevenzione spreco
alimentare, Expo rappresenta un'occasione formidabile, e possiamo preparare
l'Italia al giugno 2015 con questi dati, l'impegno contro gli sprechi
sarà importante durante Expo, ma anche nei mesi precedenti del
semestre italiano di presidenza europea".
Nota positiva è comunque la tendenza alla riduzione, sia pure lieve,
dello spreco di cibo: erano 8,7 i miliardi secondo il monitoraggio pilota
di Waste Watcher dell'ottobre 2013. “Non sprecare” sembra
essere dunque la nuova parola d’ordine degli italiani: il 63% degli
intervistati desidera un'Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora
di un'Italia equa (39%), solidale (22%), tollerante (12%), sicura (42%)
e rispettosa dell'ambiente (47%).
Valore dello spreco alimentare domestico
italiano in miliardi di euro |
8,1 |
Valore dello spreco alimentare domestico italiano
settimanale medio di una famiglia in euro |
6,5 |
Valore dello spreco alimentare domestico italiano
settimanale delle famiglie in euro |
630 |
C'è di più:
l'81% degli italiani controlla se il cibo scaduto è ancora buono
prima di gettarlo (era il 63% solo pochi mesi fa, nel gennaio 2014) e
il 76% porta o vorrebbe portare a casa il cibo avanzato al ristorante:
il 30% degli intervistati afferma di farlo con una certa frequenza, il
46% vorrebbe farlo ma non trova i contenitori al ristorante ed è
troppo timido per chiederli.
Il cibo, secondo il 60% degli italiani, è in testa alla classifica
negativa dello spreco e precede di gran lunga l'acqua (37%), l’energia
elettrica (20%), la mobilità (8%) e l’energia (7%). Per questo
chiedono che si intervenga attraverso campagne di educazione alimentare
nelle scuole e campagne di informazione (utili per il 94% degli italiani),
a partire dai danni che lo spreco di cibo provoca anche in termini ambientali.
Un discorso particolare e importante lo giocano le etichette degli alimenti:
gli intervistati sollecitano un sistema più chiaro dell’attuale
per quanto concerne le modalità di consumo. Il 90% afferma di leggerle
sistematicamente per verificare la scadenza dei prodotti e l'83% dice
di conoscere la differenza tra “data di scadenza” (within)
e “preferenza di consumo” (best before). Ma solo il 67% di
coloro che ritiene di saperlo (il 54%) in realtà ha dimostrato
di conoscere davvero la differenza.
Anche la tecnologia entra in campo come guida di riferimento per contenere
lo spreco: fra le innovazioni auspicate dagli intervistati in testa c’è
la tecnologia intelligente per gli imballaggi del cibo, con packaging
che virano di colore e possono monitorare la freschezza dei cibi (76%);
poi sistemi di controllo delle temperature del frigorifero (75%) e sistemi
di pianificazione della spesa (67%).
Secondo Andrea Segrè, che ha presentato il rapporto, "non
è il fattore economico a influenzare più di tanto lo spreco
di cibo" e, in Italia, "siamo nella media del resto dei Paesi
europei per quanto riguarda lo spreco", anche se "i Paesi nordici
sono un po’ più avanti di noi", anche per quanto riguarda
l'informazione sul tema. Il Rapporto 2014 individua sei tipologie di consumatori:
i virtuosi (22%), più sensibilizzati al tema dello spreco alimentare
e attenti a predare pochissimo; gli attenti (27%) che si concedono qualche
licenza pur con atteggiamento sensibile; gli indifferenti (10%), che non
hanno che una attenzione marginale ai temi della salvaguardia dell'ambiente
e non ritengono che lo spreco alimentare produca dei danni; gli incoerenti
(26%), che "predicano bene e razzolano male": ovvero sprecano
pur segnalando l'importanza dell'ambiente; gli spreconi (4%), un piccolo
cluster significativo di un atteggiamento sociale con scarso interesse
per l'ambiente e gli incuranti (11%) che colgono la problematicità
dello spreco come tema a se stante ma non si scaldano troppo per l'ambiente
e non approfondiscono le conseguenze e le interdipendenze dello spreco
di cibo.
In tema di educazione alimentare nelle scuole, il ministro Martina ha
detto che nei prossimi giorni dovrebbero arrivare le "indicazioni"
del ministero sul progetto nelle scuole in vista di Expo Milano 2015:
"Elementi di questo rapporto entreranno a far parte del lavoro che
stiamo svolgendo con il ministero dell'Istruzione per un piano di educazione
alimentare. Questo è un materiale fondamentale per questo progetto,
che partirà dall'anno 2014-2015. C’é un tavolo di
lavoro aperto. So che il ministro Giannini si sta lavorando e nei prossimi
giorni o al massimo nelle prossime settimane si metterà a fuoco
il progetto per l'anno scolastico 2014-2015. Penso che ci siano le condizione
per arrivare in tempo per settembre". (www.ilgiornale.it)
Questo sito web utilizza solo cookie tecnici per garantire il corretto funzionamento. Per saperne di pił
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|