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IN PRIMO
PIANO
Contraffazione: Coldiretti, ci casca un italiano su due
Più di un italiano su due (52 per cento) acquista prodotti contraffatti
con una netta preferenza per i capi di abbigliamento e gli accessori taroccati
delle grandi firme della moda (29 per cento). E’ quanto emerge dai
risultati di un sondaggio on line del sito www.coldiretti.it, in occasione
del bilancio fatto dalla Guardia di Finanza sui sequestri nel 2013 che
hanno consentito di togliere dal mercato oltre 130 milioni di prodotti
recanti falsa indicazione d'origine o pericolosi per la salute, con una
crescita superiore al 25% rispetto al 2012. Alla luce di ciò “è
quanto mai importante – afferma il presidente della Coldiretti Roberto
Moncalvo – superare lo stallo che impedisce l’avvio dei lavori
della nuova commissione parlamentare d’indagine sulla contraffazione
che estenderà il suo campo d’azione alla fase della commercializzazione
dei prodotti contraffatti e quindi al fenomeno dell’Italian sounding
e alla tutela del made in Italy”. Tra gli articoli contraffatti
che tentano gli italiani ci sono anche - sottolinea la Coldiretti - gli
oggetti tecnologici (14 per cento) ed i ricambi meccanici (6 per cento)
mentre c’è una grande diffidenza nei confronti di medicinali
e cosmetici (1 per cento), giocattoli (1 per cento) e alimentari (1 per
cento). Si tratta di una debolezza che solo in Italia alimenta un mercato
del falso che fattura 6,9 miliardi di euro secondo una ricerca del Ministero
dello Sviluppo economico con il Censis, dalla quale si evidenzia che -
riferisce la Coldiretti - i settori più colpiti sono l'abbigliamento
e gli accessori con un giro d'affari del falso di 2,5 miliardi, i cd,
dvd e software (1,8 miliardi) e l'alimentare (1,1 miliardi). Nel caso
degli alimentari il reato di contraffazione è più grave
perché si possono avere anche pericolosi effetti sulla salute e,
spesso a differenza degli altri prodotti, la vendita di prodotti taroccati
- sottolinea la Coldiretti - avviene all’insaputa dell’acquirente.
Ad esserne vittima quest’anno è stato quasi un italiano su
cinque (18 per cento) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare
la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti più
economici venduti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che
rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso
si nascondono, anche, ricette modificate, l’uso di ingredienti di
minore qualità o metodi di produzione alternativi ma - conclude
la Coldiretti - possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità,
come è confermato dall’escalation dei sequestri. (www.coldiretti.it)
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