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Tendenze scientifiche: Conferenza sul clima di Lima – siamo sulla buona strada, ma rimangono aperte alcune “questioni critiche”

Domenica scorsa si sono concluse a Lima le negoziazioni dell’ONU sui cambiamenti climatici con una tabella di marcia per l’istituzione di un trattato internazionale per il clima.

Un altro anno volge al termine e così si conclude anche un'altra sessione delle annuali negoziazioni internazionali sul clima dell’ONU. Quest’anno il giro di negoziazioni, che si è tenuto a Lima e ha coinvolto oltre 190 paesi, ha fatto gli straordinari ma si è finalmente concluso domenica. Il risultato principale è una tabella di marcia per l’istituzione di un trattato internazionale per il clima a Parigi l’anno prossimo.
L’ONU afferma che Lima ci ha messo sulla buona strada, elaborando gli elementi dell’accordo del prossimo anno e fissando le regole di base su come i paesi possono dare il proprio contributo al nuovo accordo durante il primo trimestre dell’anno prossimo. Mette in evidenza anche i significativi progressi fatti per “elevare l’adattamento fino allo stesso livello delle azioni per ridurre e frenare le emissioni”.
Miguel Arias Cañete, commissario dell’UE per l’energia e l’azione per il clima, ha cautamente fatto eco alle opinioni dell’ONU, osservando che “L’UE si è recata a Lima per preparare il terreno per le negoziazioni di Parigi. Adesso siamo diretti a Parigi E, anche se l’UE auspicava un risultato più ambizioso da Lima, crediamo che siamo sulla buona strada per raggiungere un accordo globale a Parigi l’anno prossimo.” Il commissario Cañete ha citato l’ambizioso pacchetto per il clima e l’energia per il 2030 dell’UE come prova dell’impegno del blocco sulla questione.
Altri commentatori fanno tuttavia notare le lacune della tabella di marcia e le questioni spinose non ancora risolte. Nature osserva che tra le “questioni critiche” omesse e da risolvere l’anno prossimo ci sono ”la struttura del trattato finale, gli aiuti finanziari per aiutare i paesi poveri a ridurre le emissioni di gas serra e come distribuire il carico tra paesi sviluppati e in via di sviluppo”. National Geographic, dal canto suo, afferma che la tabella di marcia è “un compromesso poco entusiasmante, che tuttavia accontenta la maggioranza perché almeno è stato fatto qualcosa”.
Secondo Nature, l’opposizione della Cina e di altri paesi ha portato i negoziatori ad abbandonare un linguaggio che avrebbe stabilito revisioni formali per gli impegni climatici. Aggiunge che “Hanno anche respinto un requisito che era stato proposto secondo il quale i paesi dovevano includere dati tecnici che avrebbero reso più facile la valutazione di tali impegni.” Questa decisione è stata criticata dagli ambientalisti e da alcuni scienziati.
Nature mette in evidenza la cruciale importanza delle valutazioni indipendenti, in particolare alla luce della revisione scientifica recentemente pubblicata, secondo la quale l’Australia ha poche probabilità di riuscire a onorare l’impegno assuntosi in occasione del vertice climatico del 2009 a Copenaghen: “Il paese si è impegnato a ridurre le emissioni fino al 5 % al di sotto dei livelli del 2000 entro il 2020, ma invece è sulla via per un aumento del 26 %, secondo un’analisi di Climate Action Tracker, un consorzio di organizzazioni scientifiche con sede a Berlino, in Germania”.
Un altro dei grandi interrogativi rimasti senza risposta a Lima è se il trattato sarà vincolante dal punto di vista legale o permetterà un approccio più volontario. Secondo National Geographic, l’ultima stesura sembra tendere verso la seconda ipotesi, chiedendo ai paesi di proporre le proprie riduzioni delle emissioni. Aggiunge che “Benché un approccio più volontario non sia appoggiato da molti ambientalisti e nazioni in via di sviluppo, gli Stati Uniti, la Cina e altri paesi sviluppati affermano da tempo che potrebbe essere l’unico piano attuabile”.
La versione concordata continuerà a evolversi nel corso del 2015 fino a dicembre quando tutti gli occhi saranno puntati sul COP 21 a Parigi, dove i nostri leader si incontreranno con lo scopo di finalizzare un nuovo trattato per affrontare i cambiamenti climatici dopo il 2020.
Per ulteriori informazioni, visitare:
http://unfccc.int/meetings/lima_dec_2014/meeting/8141.php

(http://cordis.europa.eu)

 


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