|
IN PRIMO
PIANO
Dalle risaie allagate alla strage di mele
e ciliegie, così il maggio impazzito cambierà la nostra
dieta
Semine rinviate per la primavera più fredda degli
ultimi 20 anni. Mancano già mais e foraggio. Problemi anche per
il vino. A un miliardo ammontano, secondo la Coldiretti, le perdite
e i maggiori costi provocati all'agricoltura
Le risaie, in questa primavera che
fra tre settimane abbraccerà l’estate, dovrebbero essere
verdi e piene d’acqua. E invece alcune sono asciutte e senza riso,
e in quelle allagate si vedono piantine troppo piccole e grandi chiazze
vuote, dove non cresce nulla. Sembrano un campo da calcio ad agosto. “Quest’anno
sarà davvero difficile - dice Paolo Braschi, coltivatore di Vistarino
- fare un risotto come si deve. Mancheranno carnaroli, vialone nano, baldo
e arborio. Sono i risi migliori e più pregiati, ma per maturare
hanno bisogno di un mese in più, rispetto agli altri, e se semini
a giugno rischi di non portarli a maturazione. E allora piantiamo le qualità
loto e selenio, speriamo bene”.
Troppa pioggia, nelle nostre campagne. Troppo freddo. Un maggio così
non si vedeva dal 1991. La Coldiretti nazionale ha fatto i conti: i danni
per i coltivatori arrivano già al miliardo di euro. Mancheranno
non solo il riso (meno 35- 40%) ma anche il mais (meno 40- 50%) e il foraggio
(meno3s%). Mais e fieno sono gli alimenti principali per i bovini, e dunque
saliranno i prezzi di carne e latte. Problemi seri anche per il vino,
perché i terreni bagnati impediscono la lotta contro le malattie
della vite. Perla frutta, in Veneto, con il freddo che ha fatto cadere
i fiori, si è già perso il 70% di mele, ciliegie e albicocche.
Doveva terminare a metà maggio, la semina del riso. Chi ha scelto
di seminare in acqua - come si faceva un tempo – in gran parte ha
perso soldi e fatica perché, con il freddo, sono spuntate le alghe
che hanno soffocato semi e piantine. Chi ancora aspetta la semina in asciutto,
si trova con le risale piene di erba e senza la possibilità di
entrare con le macchine perché il terreno, è troppo fangoso.
“Anche il riso che è riuscito a nascere - dice Paolo Braschi
- non riesce a crescere, a causa del freddo. Ieri, qui, c’erano
9 gradi. Le “chiazze” nelle risaie? Non siamo riusciti a livellare
il terreno. Per il carnaroli e gli altri risi pregiati purtroppo non abbiamo
speranze. Se lo seminiamo adesso, quando arriverà il caldo sarà
troppo debole e sarà colpito dal cosiddetto “aborto floreale”:
succede quando il fiore non produce la spiga”.
“Io mi chiedo - dice Luigi Rizzo, coltivatore di Gazzo, nell’Alta
Padovana - cosa daremo da mangiare alle nostre vacche. Ormai nei prati
stabili dovrebbe essere il tempo del secondo sfalcio e non abbiamo fatto
nemmeno il primo, che di solito inizia ai primi di maggio. Quando riusciremo
a entrare nei campi questo primo fieno sarà vecchio, pieno di marciume.
E non potremo nemmeno salvarci con il mais. Le scorte sono finite, perché
l’anno scorso il raccolto è stato falcidiato dalla siccità
e poi dalle alla- tossine. Da noi si dice che per San Marco, il 25 aprile,
ogni terreno deve essere pronto alla semina. Invece quest’anno in
tante zone ancora non siamo riusciti ad arare, e poi a spargere il letame.
Così ci troviamo con campi non seminati e il primo foraggio marcio.
La possibilità di piantare almeno qualche varietà di mais,
di quelle che maturano in breve tempo, è per ora solo una speranza”.
Il miliardo di danni colpirà soprattutto le tasche dei coltivatori.
“Non sono previsti rimborsi - dice Sandra Chiarato della Coldiretti
veneta - per chi vede il suo raccolto andare in fumo. I contadini dovrebbero
fare l’assicurazione, ma la spesa è troppo alta”. Con
un calo della produzione, il danno sarà pagato anche dai consumatori,
con le speculazioni sui prezzi. “Ho visto cose - racconta Emanuele
Barattin, coltivatore di Treviso - che né io che ho quasi cinquant’anni
né mio padre avevamo mai visto: viene da piangere, a guardare i
nostri campi, da sempre così fertili, che non riescono a produrre.
Per il mais, la soia e il frumento nelle province di Treviso e Venezia
ci sarà un calo del 50%. I pochi che sono riusciti a seminare il
mais adesso devono piantare altri semi perché i primi sono stato
distrutti dai funghi. Nel grano ci sono malattie come il fusarium e la
septoriosi. La spiga si sta formando, la tocchi e scopri che è
vuota. Nei vigneti c’è il disastro. Per arrivarci e fare
i trattamenti dovresti usare macchine con i cingoli, devastando terreni
delicatissimi. Il maltempo non finisce più. Ieri un temporale ha
colpito una lunga fetta di campagne fra Pordenone e Conegliano. Anche
adesso, dalla parte delle montagne, Stanno arrivando nuvole nere”.
Nuvole nere che porteranno nuovi danni ai campi. Poi alle tavole e ai
bilanci di tutte le famiglie italiane.(Jenner Meletti - www.repubblica.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|