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IN PRIMO
PIANO
Pesce atlantico in ripresa. Il ripopolamento
si deve alla severa legge comunitaria ma occorre continuare per raggiungere
la soglia di sicurezza
Pesce atlantico in ripresa
Il ripopolamento si deve alla severa legge
comunitaria, ma occorre continuare per raggiungere la soglia di sicurezza
Gli stock europei della costa atlantica
stanno meglio del previsto
Una volta tanto, le notizie provenienti dal mare sono positive: gli stock
europei (in particolare per quello che riguarda la costa atlantica del
continente) stanno meglio del previsto. Le gravi crisi di depauperamento
degli anni scorsi sono in ripresa e si avviano al ripopolamento fisiologico,
sempreché non muti la politica comunitaria di stretta regolamentazione
delle specie e delle quantità pescate.
La notizia è contenuta in un rapporto pubblicato su Current Biology
nel quale i ricercatori dell’Università di Aberdeen, in Scozia,
hanno raccolto una quantità impressionante di dati e li hanno elaborati
in collaborazione con altri centri europei. I risultati sono quindi stati
sottoposti al centro di valutazione danese, l’International Council
for the Exploration of the Sea, che ogni anno indica all’Unione
Europea le quantità di pescato ottimale per le diverse zone.
Nel 2011 per la prima volta i banchi sottoposti a pesca sostenibile
hanno superato quelli depauperati
Gli autori hanno intrecciato i dati degli istituti di ricerca governativi
dei diversi paesi, con quelli di centinaia di mercati del pesce che ogni
giorno riferiscono i volumi scambiati e quelli delle imbarcazioni di ricerca
o di pesca che operano ogni giorno nelle coste atlantiche. Quindi hanno
analizzato milioni di misurazioni sui pesci: lunghezza, peso, sesso, età
di sviluppo ed età stimata, e il risultato è stato più
positivo del previsto. In molti casi, il ripopolamento sta procedendo
rapidamente e sovente i banchi riammessi sono già oggi oggetto
di pesca sostenibile ed equilibrata, in particolare per quanto riguarda
il merluzzo.
Tra i dati più significativi vi è il calo costante della
pressione sui banchi di pesce atlantico a partire dai primi anni del secolo
e il fatto che nel 2011 per la prima volta i banchi sottoposti a pesca
sostenibile hanno superato quelli depauperati. Inoltre è emerso
con chiarezza che la ripresa dei pesci atlantici è andata di pari
passo con l’introduzione delle normative più severe, avvenuta
a partire dal 2002: un formidabile incentivo, secondo gli autori, a non
allentare i controlli e le limitazioni, laddove necessario.
È indispensabile mantenere bassa la pressione fino al completo
ripopolamento di tutti i banchi e oltre
Un altro ambito sul quale non abbassare la guardia è quello del
mercato nero, che continua a esistere nonostante i controlli e le multe
e che spinge alcuni a pescare specie protette per poi ributtare a mare
quanto tirato su, in caso di rischio. Infine, molto resta da fare per
tutelare soprattutto il merluzzo in alcune zone e per prevenire gli sprechi
intollerabili, che ancora oggi costituiscono un grave problema. «Dobbiamo
essere consapevoli – ha commentato Robin Cook, dell’Università
di Strathclyde, uno degli autori – del fatto che è indispensabile
mantenere bassa la pressione fino al completo ripopolamento di tutti i
banchi e oltre, cioè fino a quando le popolazioni ittiche supereranno
la soglia di sicurezza».
«La Common Fisheries Policy (documento di indirizzo delle politiche
ittiche all’interno dell’Unione Europea) deve essere riformata
– concludono gli autori – e il processo di revisione è
in corso in queste settimane. Accanto alla correzione delle debolezze,
gli estensori devono però tenere conto anche dei punti di forza,
che ci hanno portato a questi successi, e potenziarli ulteriormente».
(Agnese Codignola - www.ilfattoalimentare.it)
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