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IN PRIMO
PIANO
Ambiente: report ISPRA, più
boschi, meno CO2 ma città a rischio smog
Ambiente in bianco e nero nel Bel Paese: diminuiscono le emissioni e cresce
la superficie boscata ma nelle città si continuano a sforare i
livelli di inquinanti, tra cui PM10 e benzo(a)pirene. E oltre 6 milioni
di italiani vivono in zone a rischio alluvione. E' la fotografia scattata
dall'Annuario dei Dati ambientali ISPRA 2012, presentato oggi a Roma.
Buone notizie per quanto riguarda i preziosi ''polmoni verdi'' del nostro
Paese: si attesta al 36%, nel 2010, il coefficiente di boscosità,
ben più alto di quel 28,8% registrato nel 1985. Un contributo importante
alla crescita della superficie boscata è dato dall'espansione delle
foreste sulle aree abbandonate dall'agricoltura. Fenomeno, questo, condizionato
dalla crisi del settore agricolo e dalle politiche comunitarie. La principale
minaccia è oggi ancora rappresentata dagli incendi, il 72% dei
quali, nel 2011, è risultato essere di natura dolosa, il 14% colposa
e il restante 14% di natura dubbia. Rimane tuttavia pesante la pressione
esercitata sull'ambiente dalle attività' industriali: continuano
a preoccupare, infatti, gli effetti negativi sulla salute dell'uomo e
sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo,
nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee. Rilasciati, nel
2012, 13 provvedimenti di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale): 1
raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici. Negli anni,
il ricorso a questo provvedimento è fortemente cresciuto: gli impianti
vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, mentre quelli ispezionati
da 5 nel 2009 a 76 nel 2012. Le stime provvisorie di emissioni di gas
serra per il 2012 (aggiornate al 30 giugno 2013), pari a 464,55 milioni
di tonnellate di CO2 equivalente, evidenziano un'ulteriore diminuzione
del 5% rispetto al 2011, per il perdurare della congiuntura economica
negativa, mostrando una riduzione complessiva rispetto al 1990 del 10,5%.
La distanza dall'obiettivo del Protocollo di Kyoto si assottiglia sempre
di più, tanto da consentire all'Italia di arrivare al traguardo
con uno sforzo limitato, attraverso l'utilizzo dei crediti consentiti
dai meccanismi del Protocollo stesso e dei crediti derivanti dalle attività
forestali. Un elemento nuovo fornito dal Rapporto quest'anno è
il tema ''Pollini'', con l'inserimento di dati circa la stagione pollinica
e l'indice pollinico allergenico. I valori dell'Italia centrale, tendenzialmente
sopra la media, risentono della forte presenza di cupressaceae che ne
determinano anche i picchi di Firenze, Perugia e Castel di Lama; i valori
del Nord sono, invece, più condizionati dai pollini di urticaceae
e, nell'Arco prealpino, dalla spiccata biodiversità. La componente
aerobiologica diventa particolarmente importante per la corretta valutazione
della qualità dell'aria soprattutto nelle aree metropolitane, dove
si registrano dati stazionari per quanto riguarda biossido di azoto e
benzene ma cifre insoddisfacenti per quanto riguarda il PM10, il cui valore
limite giornaliero è stato superato nel 48% delle stazioni di monitoraggio.
Ozono oltre i limiti (obiettivo a lungo termine) nel 92% delle stazioni,
mentre nel 20% di esse si è rilevato un superamento dei limiti
annuali consentiti di biossido di azoto. Preoccupante il dato relativo
al benzo(a)pirene i cui livelli, seppur misurati in un numero ancora troppo
limitato di stazioni di monitoraggio (69), superano i valori consentiti
nel 20% dei casi. (mpd – www.asca.it)
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