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IN PRIMO
PIANO
Da Europa a risorse, 4 proposte 'green' anti-emergenza acqua
In Italia disponibili 52 mld metri cubi, utilizzato l'80%
Dare piena attuazione alle direttive europee, reperire le risorse necessarie
per le infrastrutture, migliorare le prestazioni ambientali, coinvolgere
i cittadini. Queste le quattro proposte per prevenire le emergenze nell'acqua
presentate dall'Assemblea nazionale acque, organizzata in preparazione
degli Stati generali della green economy 2013.
Lo stato dell'arte parla di una disponibilità di 52 miliardi di
metri cubi di acqua nel nostro Paese, di cui l'80% effettivamente utilizzata;
di questa il 50% utilizzata in agricoltura, il 15-20% per uso domestico,
il 30-35% per uso energetico industriale. Ma l'Italia e' anche il Paese
delle perdite di rete oltre il 35%, delle fogne che ancora mancano per
il 15% degli italiani, dell'allarme depurazione per un italiano su tre,
della carenza idrica soprattutto al sud.
''E' necessario introdurre profonde innovazioni normative, amministrative,
tecniche e produttive nel sistema di tutela e gestione delle risorse idriche
- dice Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile
- E' una straordinaria opportunità di sviluppo e l'annuncio di
un Piano da parte del ministro Orlando va nella giusta direzione''.
Dall'Assemblea sulle acque emerge che é "necessario pervenire
a un Piano nazionale di tutela e gestione della risorsa idrica, tutelare
il diritto individuale al bene pubblico acqua e proseguire il lavoro sul
passaggio alle regioni del demanio idrico". Inoltre bisogna "migliorare
le prestazioni ambientali e rilanciare tutto il settore produttivo".
Per quanto riguarda la prima delle proposte, le direttive Ue, serve "aggiornare,
integrare, e adeguare le norme nazionali". Il capitolo risorse parla
di una stima di 66 miliardi in 30 anni, con un effetto sull'occupazione
compreso tra i 150 mila e i 200 Mila posti di lavoro, attraverso la qualificazione
dell'uso dei Fondi strutturali 2014-2020. Sotto l'aspetto ambientale bisognerebbe
"valorizzare il risparmio idrico con i certificati blu, incentivi
per chi usa le acque reflue depurate, portare le perdite non oltre il
20%". Poi, pensare a un Piano di comunicazione per i cittadini, con
l'inserimento della sostenibilità delle acque nei programmi scolastici
e universitari.
"In Italia - conclude Gianni Squitieri, coordinatore del gruppo di
lavoro sull'acqua - le risorse idriche sono sufficienti, il problema è
la loro gestione. Occorre superare la frammentazione degli enti, evitare
iniziative politiche e legislative non coordinate, prevedere incentivi
economici, e più attenzione sociale per l'utilizzo di acqua riciclata".
(www.ansa.it)
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