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IN PRIMO
PIANO
Maltempo: Sardegna, una nuova tragedia e ancora vittime. Devastata
l’agricoltura. Ma quante responsabilità. Incuria e mancata
prevenzione. Così è sempre emergenza
La Cia denuncia: nel nostro Paese non si effettuano opere di manutenzione
che avrebbero potuto evitare molte perdite umane e gli effetti disastrosi
sul territorio. L’ultima ondata di intemperie che ha colpito l’isola
ha distrutto strutture aziendali e fabbricati rurali. Campi inondati dalle
acque. Frane e smottamenti. Andate perse diverse colture. Pesanti le conseguenze
per gli allevamenti. Situazioni difficili anche in altre regioni, in particolare
in Calabria e in Puglia.
In Sardegna è emergenza totale. La furia del maltempo ha portato
devastazione e, purtroppo, ancora vittime. Una tragedia nella tragedia.
Un quadro estremamente drammatico che ripropone in maniera ferma l’esigenza
di una valida opera di prevenzione dei disastri naturali. Il ripetersi
ciclico degli eventi calamitosi non può portare alla rassegnazione
perché essi sono incontrollabili e ineluttabili. Al contrario,
è necessario superare atteggiamenti passivi o superficiali, adottando
strategie dinamiche di progetto e di azione, attraverso gli strumenti
ordinari della programmazione: progettare in sicurezza per assicurare
un territorio tutelato e al tempo stesso produttivo. Lo afferma la Cia-Confederazione
italiana agricoltori che esprime solidarietà alle famiglie colpite
da questo nuovo disastro.
Il ciclone Cleopatra ha portato forti temporali e piogge abbondantissime.
Le conseguenze anche per l’agricoltura sono disastrose. I danni
incalcolabili. Le campagne della Sardegna -rileva la Cia- sono in ginocchio.
Sono andate sott’acqua strutture aziendali e fabbricati agricoli
(serre, magazzini, cascinali, cantine, stalle). Centinaia di famiglie
sono state evacuate. Danneggiati diversi macchinari. Moltissimi i campi
coltivati allagati. Frane, smottamenti e straripamenti dei fiumi e dei
canali hanno reso impraticabili molte strade rurali. Pesanti le conseguenze
anche per gli allevamenti (numerosi i capi andati dispersi). Da qui la
richiesta dell’immediata dichiarazione dello stato di calamità.
Il maltempo sta avendo effetti pesantissimi anche in altre regioni, in
particolare in Calabria e in Puglia, dove si registrano allagamenti e
smottamenti dei terreni.
Quest’ennesima tragedia -avverte la Cia- dimostra ancora una volta
l’assoluta mancanza di prevenzione. Dal 1950 a oggi si sono spesi
più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità
naturali. Sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra a
opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze
e soprattutto le perdite umane. E quello che sta avvenendo ripropone con
forza le tematiche legate all’assetto idrogeologico e alla sicurezza
delle persone e delle attività produttive, soprattutto in agricoltura.
Per comprendere la complessità del problema e l’esigenza
di provvedere in fretta per una reale difesa del suolo basta citare un
dato per tutti: oggi 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticità
idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti
non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità
naturale.
Ecco perché accanto agli interventi legati all’emergenza
necessaria e urgente, appare sempre più indispensabile un’azione
coordinata e programmata del governo e delle Regioni volta all’attività
di prevenzione dei disastri naturali. Occorre, secondo la Cia, predisporre
un programma pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio, partendo
dal livello, che appare ottimale, di Bacino idrografico, con il concorso
di tutti gli Enti locali interessati, coinvolgendo, per la realizzazione,
gli agricoltori e le loro strutture organizzate con particolare riferimento
ai Consorzi di bonifica.
Nello stesso tempo è necessaria -evidenzia la Cia- la valorizzazione
dell’agricoltura e degli agricoltori nelle politiche di difesa dell’assetto
idrogeologico del territorio, nell’ottica europea della multifunzionalità.
È in questa logica che si conclude la rincorsa all’emergenza
derivante da calamità naturali ed inizia la fase della prevenzione,
dell’organica e razionale sistemazione e delle regole condivise
per l’uso corretto del suolo e delle acque. (www.cia.it)
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