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IN PRIMO
PIANO
Crisi taglia 2 mln tonnellate rifiuti ma tasse volano
Negli anni della crisi crolla dell'8
per cento la produzione di rifiuti degli italiani che è scesa a
504 chili per abitante con una riduzione di ben 42 chili rispetto al 2007.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare i dati
della Cgia di Mestre sull'aumento delle bollette per il pagamento delle
tasse sui rifiuti (Tares), sulla base dei dati Ispra. Complessivamente
a livello nazionale - sottolinea Coldiretti - sono stati prodotti dagli
italiani oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti in meno rispetto all'inizio
della crisi con un rilevante effetto dal punto di vista ambientale ed
economico che però non si è trasferito nei costi che invece
per i cittadini aumentano.
Si tratta di un risultato che - precisa Coldiretti - è il frutto
dell'effetto congiunto dei minori consumi, dell'aumento degli italiani
che riciclano, fanno aggiustare e riducono gli sprechi ma anche di un
atteggiamento più responsabile nei confronti dell'ambiente. La
produzione di rifiuti - precisa Coldiretti - continua a essere però
disomogenea sul territorio con 503 kg/abitante al nord, 582 kg/abitante
al centro e 463 kg/abitante al sud nel 2012 quando complessivamente sono
state prodotte poco meno di 30 milioni di tonnellate. A contribuire notevolmente
alla produzione dell'immondizia sono anche gli sprechi con quasi 5 milioni
le tonnellate di cibo che ogni anno - stima Coldiretti - vengono gettate
nelle case degli italiani. Anche se la situazione resti preoccupante due
italiani su tre (65 per cento) nel 2013 hanno però ridotto o annullato
lo spreco di cibo per effetto della crisi facendo più attenzione
agli acquisti nel negozio ed in cucina dove vengono controllate con maggiore
scrupolo le scadenze e più frequentemente si portano in tavola
i piatti del giorno dopo, secondo una analisi realizzata da Coldiretti/Swg.
Tra gli italiani che hanno ridotto lo spreco, il 59 per cento lo ha fatto
- conclude Coldiretti - utilizzando quello che avanza per il pasto successivo,
il 40 riducendo le dosi acquistate e il 38 per cento guardando con più
attenzione alla data di scadenza ma aumentano anche quanti vanno ad acquistare
direttamente dal produttore nelle botteghe o nei mercati di campagna amica
che garantiscono un miglior rapporto prezzo qualità ma anche una
maggiore freschezza negli acquisti di frutta e verdura che dura anche
una settimana in più, non dovendo subire lunghi tempi di trasporto.
(www.agi.it)
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