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Rapporto Fao-Ocse: nei prossimi 10 anni calerà la produzione agricola

Nel prossimo decennio la produzione agricola globale crescerà in media dell'1,5% l'anno, a fronte di una crescita annua del 2,1% registrata tra il 2003 e il 2012. Limitata espansione della terra coltivata, aumento dei costi di produzione, pressione crescente sulle risorse e sull'ambiente, sono i principali fattori alla base di questa tendenza. Tuttavia, l’offerta di materie agricole dovrà tenere il passo con la domanda globale. Progressi notevoli per la Cina che quintuplicherà la produzione e sarà in grado di migliorare notevolmente la situazione sul fronte della fame. Con una crescita del reddito elevata e un settore agroalimentare in rapida espansione, il Paese asiatico avrà una grande influenza sui mercati mondiali, senza escludere però un rallentamento della produzione a causa della crescente pressione sulle risorse idriche e sulla manodopera rurale. Questo quanto emerge dal nuovo rapporto congiunto Fao-Ocse per il prossimo decennio. Secondo il rapporto inoltre i Paesi in via di sviluppo giocheranno un ruolo molto particolare nei prossimi anni sia in termini di commercio mondiale che di produzione. Nello specifico, il 57% dell’aumento produttivo di cereali giungerà per esempio dalle economie in via di sviluppo dove si stanno anche facendo importanti investimenti per efficientare le rese. Un dato importante è che sempre i Paesi emergenti conteranno per l’80% della produzione di carne. Carne e pesce infatti registreranno nei prossimi anni maggiori aumenti di prezzo, mentre per i generi agricoli lo scenario sarà più rassicurante. Le prospettive per l’agricoltura globale, come sottolinea il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, sono positive, con una forte domanda, un'espansione del commercio e prezzi elevati. Questo quadro presuppone però una ripresa economica duratura, anche se - sottolinea Gurria - nel caso di una mancata svolta all'economia globale, gli investimenti e la crescita in agricoltura ne soffriranno e la sicurezza alimentare potrebbe esserne compromessa. In ultima battuta, il segretario generale dell’Ocse aggiunge che il ruolo chiave è rivolto ai governi che devono creare un ambiente favorevole sia per la crescita che per il commercio. (Federica Baioni - http://it.radiovaticana.va)

 


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