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Terra in riserva, risorse finite il 22 agosto: arrivato il Global Overshoot Day

Il Global Overshoot Day è arrivato il 22 agosto: i beni naturali del pianeta Terra per il 2012 sono finiti. Le risorse che l’uomo avrebbe dovuto consumare in 365 giorni le ha esaurite in appena 234. Questi i calcoli del Global Footprint Network, Gfn, che è preoccupato per le sorti del pianeta, che dagli anni Settanta ha cominciato ad andare in “rosso” di risorse.
Il debito ecologico della Terra è un concetto introdotto dalla New Economics Foundation di Londra e indica il rapporto tra la biocapacità globale, cioè le risorse naturali che la Terra genera ogni anno, e l’impronta ecologica, cioè la quantità di risorse e servizi che l’umanità richiede. Un rapporto che nel 2012 è arrivato a 1,5: la Terra fabbrica un pesce o un albero, l’uomo gliene chiede uno e mezzo. Il debito non poteva che arrivare prima della scadenza.
Il primo Overshoot Day arrivò il 19 dicembre del 1987 e appena 3 anni dopo le risorse si esaurirono ben 12 giorni prima, il 7 dicembre 1990. L’esaurimento delle scorte da allora ha subito un’accelerazione esponenziale, come spiega la Global Footprint Network, con l’Overshoot Day che è arrivato sempre prima: il 1 novembre nel 2000, il 26 ottobre nel 2007 fino al 27 settembre del 2011. E nel 2012 la Terra è andata in “debito ecologico” ben 36 giorni prima dell’anno precedente, il 22 agosto.
Mathis Wackernagel, della Global Footprint Network, ha spiegato: “Il giorno della resa dei conti è arrivato. Nel corso degli ultimi 50 anno il deficit ecologico sta crescendo in modo esponenziale. – e aggiunge - Il degrado dell’ambiente naturale, poi, porta inevitabilmente a una riduzione della superficie produttiva e il nostro debito aumenta, condannando le generazioni future”.
E così gli esperti della Gfn hanno definito un’unità di misura per esprimere in numeri quanto stiamo consumando: si tratta dell0ettaro globale, gha, e misura l’impronta ecologica dell’uomo sul pianeta. Si scopre allora che nel 2008 l’impronta ecologia è stata di 2,7 gha pro-capite, mentre la biocapacità si fermava a 1,8 gha pro-capite, e che tra i 149 paesi analizzati i responsabili del debito sono 60, come ad esempio il Qatar che ha un consumo di 11,68 gha pro capite.
Si comprende così che se la media mondiale è di 1,51 pianeta Terra per soddisfare le richieste dell’umanità, se tutti vivessimo secondo un’impronta ecologica più alta di pianeti Terra ne servirebbero ben di più. Ad esempio se tutti vivessero come negli Stati Uniti i pianeti necessari sarebbero 4,16, mentre nel caso dell’Italia ne servirebbero 2,55. Sotto la media invece le richieste della Cina, che di pianeti ne userebbe 1,2, mentre paesi come l’India di un pianeta intero non saprebbero cosa farsene, a loro basterebbe lo 0,49 della Terra.
Affermare che abbiamo bisogno di 1,5 pianeti Terra è un paradosso: il pianeta è uno e l’uomo dovrebbe imparare a farselo bastare. Ma come fare per tagliare l’impronta ecologica sempre crescente e riportare l’equilibrio? Wackernagel offre la sua  risposta, ed è puntare sulla “rigenerazione” delle risorse e dell’economia globale: “Ora che tentiamo di ricostruire le nostre economie sane e robuste, è il momento di proporre delle modalità che siano valide e adatte per il futuro”. (www.blitzquotidiano.it)



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