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IN PRIMO
PIANO
Oltre il 30% della produzione alimentare viene sprecato
Ogni anno, oltre il 30% della produzione totale di cibo destinata al consumo
umano viene sprecata, tra perdite alimentari lungo la filiera, scarti
di produzione e spreco domestico. Nel 2010 in Italia sono state buttate
2,7 milioni di tonnellate di frutta, 193.400 tonnellate di carne, 423.000
tonnellate di latte e formaggi e 9.600 tonnellate di pesce: in totale
sono stati sprecati 12,6 miliardi di metri cubi d'acqua per non aver raccolto
14 milioni di tonnellate di prodotti agricoli.
Inoltre, la quantità di frutta e ortaggi gettati da supermercati,
ipermercati e altri servizi commerciali comporta il consumo di oltre 73
milioni di metri cubi d'acqua e l'utilizzo di risorse ambientali pari
a 400 milioni di metri quadri equivalenti. Tale spreco comporta anche
l'emissione di più di 8 milioni di kg di anidride carbonica.
Si stima che nel Regno Unito il 20% delle emissioni di gas ad effetto
serra siano associate alla produzione, distribuzione e stoccaggio di beni
alimentari e i prodotti alimentari ancora commestibili sprecati rappresentano
il 4% dell'impronta idrica, pari a 284 litri al giorno per persona.
Eppure dimezzare gli sprechi alimentari può ridurre le emissioni
di gas serra almeno del 5%. Anche una dieta corretta dal punto di vista
idrico può aiutare: il consumo d'acqua virtuale quotidiano per
l'alimentazione di un individuo varia da 1500-2600 litri nel caso di una
dieta vegetariana a circa 4000-5400 litri per una ricca di carne. Prevenire
lo spreco di cibo nei consumi domestici è il primo passo da compiere
per risparmiare 17 milioni di tonnellate equivalenti di emissioni di Co2
all'anno (come togliere dalla strada 1 auto su 5). (www.informasalus.it)
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