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IN PRIMO
PIANO
Software e tablet cambiano il mangiare, dal
campo alla tavola
Focus del Bcfn sul mangiare nell'era digitale
Nel secondo millennio non si mangiano le
pillole, come ipotizzava la fantascienza, e ai fornelli si sta come si
è sempre fatto, salvo qualche microonde tra le mura domestiche.
Tuttavia, a essere realmente cambiati, nell'era digitale, sono i passaggi
di filiera che portano il cibo alla tavola. Su questo si focalizza uno
studio del Barilla Center for Food and Nutrinion (Bcfn), secondo il quale
''la vera rivoluzione sta iniziando solo adesso e sarà guidata
dalle applicazioni del digitale''.
''Le Ict stanno già modificando drasticamente il modo in cui cerchiamo,
selezioniamo, acquistiamo, conserviamo, trasformiamo, condividiamo e parliamo
di cibo'' afferma Sonia Massari del dipartimento di Interaction Design
dell'Università di Siena e fa gli esempi dei micro sensori utilizzati
sui campi per rendere più efficiente l'irrigazione e l'uso dei
fitofarmaci, o del software per stoccare la merce nei punti vendita e
ridurre gli sprechi, oltre alle etichette elettroniche che consentono
la tracciabilità dei prodotti, alle bilance intelligenti per facilitare
la dieta a chi è in sovrappeso. Per non parlare di tutto quello
che si può trovare sui siti web per essere consapevoli degli impatti
sociali del cibo (oltre che in termini nutrizionali) e condividerli attraverso
i social media.
Il rapporto tra chi offre e chi consuma di fatto è certamente già
cambiato in alcuni ristoranti di Londra, dove grazie ai tablet, che hanno
sostituito la carta del menu, si può saper tutto su ciò
che si sta per ordinare (calorie, proteine, ingredienti, origini, ecc.);
in Giappone dove per ricevere il cibo a casa basta fotografare con il
proprio smartphone le pubblicità in metropolitana; o anche in Italia
dove ormai molti supermercati consentono di fare la spesa senza passare
per la cassa. ''Gli strumenti digitali incideranno sempre di più
sul modo in cui le persone scelgono e percepiscono il cibo: quando tutto
è più trasparente, sicuro e monitorabile - grazie ai nuovi
dispositivi che permettono la condivisione di notizie tra produttori,
distributori e clienti finali - la scelta dei prodotti diventa più
consapevole e personalizzata'' aggiunge Massari.
Ma soprattutto, conclude Bcfn, ''la rete consente a tutti di trasformarci
da semplici consumatori a produttori d'informazioni e conoscenza sul cibo,
andando a creare e sostenere vecchie e nuove culture del cibo. L'interesse
di tutti è che l'effetto della rivoluzione digitale favorisca l'educazione
alimentare e i comportamenti più sostenibili (in termini d'impatto
ambientale e sociale). Il rischio altrimenti è che si diffondano
solo gli usi sbagliati della tecnologia, favorendo ulteriormente sprechi
e diseguaglianze''. (ANSA).
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