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IN PRIMO
PIANO
Macellazioni di carne bovina in continuo calo
Sulla suinicoltura e avicoltura si abbattono i costi delle
nuove direttive Ue sul benessere animale. Bettini (Fedagri): “Le
nuove direttive comunitarie sul benessere animale destano preoccupazioni.
Nel comparto suinicolo si rischia la chiusura di almeno un terzo delle
strutture imprenditoriali produttive che dovranno sostenere costi insostenibili
che si aggireranno sui 700 euro/capo”
“È in continua diminuzione
in Italia il trend delle macellazioni a seguito della riduzione degli
allevamenti, complice il calo del consumo di carne, in particolare bovina,
ed una forte pressione competitiva da parte dei Paesi Terzi. A lanciare
l’allarme è il Presidente del Comitato del Settore Zootecnico
di Fedagri-Confcooperative Giovanni Bettini, per il quale “il settore
della zootecnia è oggi estremamente vulnerabile a causa di squilibri
tra domanda ed offerta, aumento dei costi di produzione e di oneri burocratici,
oltre che per via di una inefficace organizzazione economica del prodotto”.
Secondo Fedagri, è necessario adottare politiche di settore in
grado di affrontare in modo organico tutti i fattori della filiera. “Appaiono
indispensabili – spiega Bettini - opportuni interventi, sia a livello
comunitario che nazionale, in grado di favorire un adeguato supporto economico
e di programmazione, per garantire concentrazione dell’offerta,
competitività, salvaguardia del reddito, stabilità dei mercati,
centralità dell’impresa agricola e cooperativa”.
In tale contesto non possono non destare estrema preoccupazione
le ulteriori difficoltà tecniche ed economiche legate all’adeguamento
del benessere animale previsto dalle direttive comunitarie nei comparti
avicolo e suinicolo. “La mancanza di adeguate soluzioni di supporto
a tale problema – spiega Bettini - potrebbe comportare la chiusura,
in particolare nel comparto suinicolo, di almeno un terzo delle strutture
imprenditoriali produttive che, per l’applicazione della direttiva,
dovranno pagare costi insostenibili che si aggireranno sui 700 euro/capo,
con grave danno economico e sociale per l’economia del Paese”.
Pur esprimendo compiacimento per la volontà espressa dal MIPAAF
relativamente alla adozione di misure volte a rendere meno oneroso l’adeguamento,
Fedagri esprime forti preoccupazioni circa la reale efficacia degli strumenti
individuati, quali il Programma di sviluppo rurale e le garanzie ISMEA,
sia perché la programmazione dei PSR è nella fase conclusiva
e quindi le risorse a disposizione sono molto limitate, sia perché
nell’attuale fase del ciclo economico l’accesso al credito
per investimenti che non portano un effettivo sviluppo d’impresa,
come nel caso dell’adeguamento richiesto dalla direttiva, risulta
estremamente difficoltoso, indipendentemente dall’utilizzo delle
garanzie.
Non esistono quindi, secondo Fedagri, soluzioni idonee se non quella di
rivedere con maggiore gradualità l’applicazione della direttiva,
per non aggravare ulteriormente la situazione nella filiera della produzione
suinicola per le DOP, anche in considerazione del recente evento sismico
che ha colpito province a forte vocazione suinicola.
Ufficio Stampa Fedagri – Confcooperative
Alina Fiordellisi
Tel. 06 46978202
fiordellisi.a@confcooperative.it
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