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FATTI E
PERSONE
Crisi: aguzza ingegno, da prime
banane italiane ad agridetersivo
Da chi si è messo a coltivare spezie da vendere alla comunità
di immigrati cinesi in città a chi ha realizzato in Italia la prima
coltivazione di banane, ora possibile con il surriscaldamento del Paese,
da chi ha inventato l’agridetersivo per non inquinare a chi la mozzarella
di capra contro le intolleranze sempre più diffuse tra i più
piccoli, fino a chi coltiva la manna (un dolcificante naturale) senza
aspettare che cada dal cielo. Sono queste alcune novità presentate
nell’ “Open space della creatività contadina”
all’Assemblea dei giovani della Coldiretti,con le esperienze curiose
e innovative realizzate da giovani agricoltori che hanno trasformato in
idee imprenditoriali le paure degli italiani per i cambiamenti climatici,
l’immigrazione, la salute e l’ambiente. “L’importanza
dei giovani per l’economia è ben evidente in agricoltura,
la quale consente di realizzare qualche cosa di veramente concreto e di
esprimere tanta creatività, indispensabile per superare il difficile
momento di crisi”, ha affermato il delegato nazionale della Coldiretti
Vittorio Sangiorgio nel sottolineare che a dimostrarlo è il fatto
che ben il 25 per cento delle 61mila imprese agricole è impegnato
ad innovare la propria impresa agricola nei prossimi tre anni.
E così, se in Sicilia il clima ormai tropicale preoccupa quasi
tutti per la imminente siccità, c’è chi lo sfrutta
a proprio favore e comincia a coltivare banane. A Palermo - spiega la
Coldiretti - questo frutto tipicamente tropicale trova davvero un clima
adatto per crescere in maestosi caschi. Nella sua azienda, infatti, grazie
al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò, che
ha sempre voluto puntare sulla diversificazione aziendale, riesce a produrre
le prime banane nostrane. Per ora - afferma la Coldiretti - si tratta
di una produzione limitata, ma che diventa ogni anno sempre più
interessante anche per l’ottima qualità del frutto.
Non mancano le iniziative per conquistare i tre milioni di immigrati presenti
in Italia. Particolarmente innovativo è il successo registrato
nell’impenetrabile comunità cinese in Piemonte, a Carmagnola,
da un’azienda che si è specializzata in coltivazioni, rigorosamente
Made in Italy, di prodotti tipicamente cinesi destinati al consumo fresco
e ai ristoranti cinesi della zona. Tra le tante produzioni - continua
la Coldiretti - le più richieste sono il cavolo pakcioi, la tiángua
(particolare zucchina tonda) e la jiucài (simile all’erba
cipollina) molto utilizzata nelle preparazioni a base di maiale, particolarmente
gradite ai palati orientali, ma anche gustata alla griglia. In Puglia,
invece, Andrea Suriano, giovane imprenditore agricolo di Foggia, ha cominciato
a coltivare prodotti etnici destinati prevalentemente agli stranieri,
dallo zenzero al coriandolo, dalla cannella alla curcuma.
Ma tra i giovani della Coldiretti c’è anche chi trasforma
la crescente attenzione all’ambiente in attività aziendale,
producendo detersivi ecologici in imballaggi biodegradabili. E’
la fortunata esperienza imprenditoriale di Paola Polce che produce, a
Ivrea, in Piemonte, detergenti interamente realizzati con le piante, dalle
quali vengono estratte tutte le sostanze utili per realizzarli. La gamma
è ampissima: si va dal detersivo per lavastoviglie a base di alloro,
ortica, limone e rosmarino, con potente forza sgrassante unita alla presenza
dell’aceto che garantisce brillantezza sulle stoviglie, al sapone
da bucato a base di sambuco e carota, che donano vitalità e
morbidezza a tutte le fibre. In più, contiene indaco e lavanda
che garantiscono igiene e freschezza. I prodotti ecocompatibili “dentro
e fuori” di Paola Polce - continua la Coldiretti - sono talmente
sani per l'ambiente che lei stessa consiglia di non sprecarli neanche
dopo averli utilizzati. La giovane imprenditrice agricola, infatti, suggerisce
di riciclarli. Ad esempio, dopo aver lavato i pavimenti, è tranquillamente
possibile riutilizzare l ’acqua di lavaggio per irrigare piante
e fiori.
Ancora tra gli innovativi agricoltori - continua la Coldiretti - c’è
anche chi mostra una spiccata sensibilità alle intolleranze alimentari
e dedica alle persone allergiche tutta la sua attenzione rendendo la loro
alimentazione meno monotona e più gustosa. E così c’è
chi “inventa” la prima mozzarella con latte di capra, molto
ben tollerata da chi non può assumere il latte vaccino. Riuscire
a produrre una mozzarella così è estremamente difficile
perché le particolari proprietà del latte ovi-caprino lo
rendono profondamente diverso da quello vaccino, ma il risultato finale
è unico, assicura Salvatore Pulimeno che insieme ad altre quattro
aziende e in collaborazione con l’Università di Bari ha avviato
questo ambizioso progetto.
E, ancora, c’è chi riscopre l’antica manna in chiave
moderna come dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio
e la utilizza in eccellenti produzioni dolciarie. A Castelbuono, Anna
Maria Musotto produce la manna ricavandola attraverso particolari incisioni
sul tronco dei frassini dai quali fuoriesce una sostanza azzurrina e resinosa
che, esposta al caldo sole della Sicilia, si addensa formando lunghe stalattiti
biancastre.
Gioacchino De Leo, invece, in Puglia dedica molta attenzione ai diabetici,
producendo un pane molto particolare che nasce dalla sapiente miscela
di grano Senatore Cappelli e topinambur, il primo esente da ogni contaminazione
e privo di qualsiasi effetto negativo sulla salute e il secondo dal quale
si ottiene una particolare farina adatta ai diabetici che può sostituire
in tutto quella del grano. Diego Bonifacino - conclude la Coldiretti -
nel suo meraviglioso agriturismo nella verde provincia di Cuneo prevede
poi un intero menu per celiaci.
“Tutte queste esperienze dimostrano che il settore agricolo si è
rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è
arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell’esistente,
ma si è impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi
bisogni dei consumatori”, ha affermato il presidente della Coldiretti
Sergio Marini nel sottolineare che “sono queste le realtà
che aumentano le chance dell’Italia per uscire presto dalla crisi
e ci inducono a guardare con più ottimismo al futuro”. (www.coldiretti.it)
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