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IN PRIMO
PIANO
Diversificare i geni delle piante per aumentare
la loro resistenza
L'uso di pesticidi in agricoltura potrebbe essere ridotto mediante l'introduzione
di semi personalizzati che sono più resistenti ai parassiti più
diffusi nelle varie zone.
La scoperta è stata effettuata da ecologisti dell'Università
di Zurigo in Svizzera, che hanno usato degli esperimenti controllati abbinati
a osservazioni delle popolazioni naturali di piante e dei loro parassiti
per dimostrare in che modo si mantiene la variabilità genetica
nelle difese delle piante.
I ricercatori hanno mostrato che le popolazioni di specie di piante simili
producono difese specifiche che sono efficaci contro i parassiti prevalenti
nella locale comunità di animali nocivi. Come conseguenza, una
variazione nella locale comunità di parassiti può mantenere
la variabilità genetica nelle piante in ampie zone geografiche.
Gli ecologisti Tobias Züst e Lindsay Turnbull dell'Università
di Zurigo hanno collaborato con colleghi provenienti dalla California
negli Stati Uniti e dal Regno Unito. Lavorando assieme essi hanno dimostrato
l'importanza della variazione nelle comunità di erbivori. Gli erbivori
come gli afidi sono una fonte di preoccupazione: essi possono danneggiare
le piante e di conseguenza ridurre in modo considerevole i raccolti in
ambienti agricoli. Secondo questa ricerca, tuttavia, essi possono anche
giocare un ruolo significativo nel mantenimento della diversità
genetica.
I ricercatori hanno usato come propria "pianta test" l'Arabidopsis
thaliana, conosciuta anche come arabetta comune. Secondo Züst, questo
lavoro è una delle prime conferme sperimentali di una teoria che
circola da 40 anni, ovvero che gli insetti erbivori esercitano una forte
pressione selettiva sulle proprie piante ospiti. I ricercatori hanno inoltre
osservato che le piante abbandonavano velocemente i meccanismi di difesa
quando i parassiti erano assenti, confermando i costi elevati di queste
difese.
L'arabetta comune, come molte altre piante, si difende dai parassiti con
un sofisticato arsenale chimico di propria produzione. I parassiti a loro
volta creano i propri meccanismi, e con il passare delle generazioni evolvono
nuovi meccanismi che permettono loro di tollerare o metabolizzare particolari
componenti chimici. Ciò che questo significa è che, a seconda
della prevalenza delle varie specie di parassiti, diversi composti forniranno
la protezione ottimale, e di conseguenza la pianta produce una miscela
personalizzata con cura che sarà efficace contro i più probabili
aggressori. Quindi, il primo passo dei ricercatori è stato quello
di studiare la distribuzione di diverse difese chimiche in popolazioni
naturali di Arabidopsis thaliana in tutta Europa, e di confrontarle con
la distribuzione geografica di due importanti specie di parassiti: l'afide
del cavolfiore e quello della senape.
"C'è una variazione naturale controllata geneticamente nelle
difese chimiche", spiega Züst, "e questa variazione è
mantenuta dalla variazione geografica nella composizione delle comunità
di afidi. La variazione genetica è la materia prima per l'evoluzione",
ha proseguito, "quindi il mantenimento della diversità genetica
è essenziale se le popolazioni devono rispondere a futuri cambiamenti
ambientali come quelli climatici o al degrado ambientale."
Nelle popolazioni di controllo senza infestazione da afidi, alcuni dei
genotipi di successo delle popolazioni di afidi andavano perduti. Secondo
la dott.ssa Turnbull, questo avviene perché i meccanismi di difesa
sono costosi per la pianta e spesso a farne le spese è la crescita
stessa della pianta: "La diversità genetica veniva mantenuta
solo in tutti i diversi trattamenti; all'interno di ogni trattamento,
gran parte della diversità andava perduta. Nelle popolazioni di
controllo, questo si traduceva nella perdita di genotipi difesi, poiché
qui l'investimento in costose difese non porta alcun beneficio alla pianta."
Oggi, la diversità genetica di molte specie di piante sta diminuendo.
Ad esempio, le piante in agricoltura vengono selezionate per una crescita
rapida e un raccolto massimo a discapito delle difese naturali, rendendo
così inevitabile l'uso di pesticidi. In futuro, queste conclusioni
potrebbero essere usate per sviluppare semi personalizzati che siano più
resistenti a specifiche comunità locali di parassiti, riducendo
in questo modo l'uso di pesticidi.
Per maggiori informazioni, visitare: Università di Zurigo: http://www.uzh.ch/index_en.html
- Società europea per la biosicurezza: http://www.ebsaweb.eu/
(Fonte http://cordis.europa.eu)
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