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IN PRIMO
PIANO
Coldiretti, sale a 10 MLD fatturato
cibi DOP/IGP nel 2012
E’ pari a quasi 10 miliardi il fatturato al consumo realizzato dai
prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento comunitario
(Dop/Igp) in Italia e all’estero. E’ quanto stima la Coldiretti
per il 2012 in occasione della pubblicazione del rapporto Istat ''I prodotti
agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg'' che certifica la leadership
italiana in Europa con 246 riconoscimenti di prodotti a Denominazione
di origine (Dop), Indicazione geografica protetta (Igp) e Specialità
tradizionali garantite (Stg). Ad aumentare – sottolinea la Coldiretti
- è anche il fatturato realizzato grazie all’estero grazie
soprattutto alle buone performance ottenute da prodotti più rilevanti
economicamente. Formaggi e salumi sono i settori dove i prodotti
a denominazione di origine italiani realizzano il fatturato più
rilevante mentre in numero a prevalere nei riconoscimenti ci sono nell’ordine
gli ortofrutticoli, i formaggi, i salumi, gli oli di oliva e i prodotti
della panetteria. A frenare la diffusione del Made in Italy a denominazione
è la proliferazione dei prodotti alimentari taroccati all'estero
che - precisa la Coldiretti - sono causa di danni economici, ma anche
di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali
un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico
e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni
e territori unici e inimitabili. Si stima che il falso Made in Italy alimentare
all’estero valga 50 miliardi di euro e riguarda i prodotti più
rappresentativi. E' il caso - spiega la Coldiretti - dei formaggi tipici
dove il Parmesan è la punta dell'iceberg diffuso in tutto il mondo,
dagli Usa all'Australia, ma ci sono anche il Romano, l'Asiago e il Gorgonzola
prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano
e inquietanti imitazioni di Soppressata calabrese e pomodori San Marzano
“spacciati” come italiane. E in alcuni casi sono i marchi
storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella
San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. I Paesi dove
sono più diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e
Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei
consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni
di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni
e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in
Wisconsin, New York o California. Ma a preoccupare sono anche - conclude
la Coldiretti - le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso
Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di
comprometterne la crescita. (www.coldiretti.it)
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