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IN PRIMO
PIANO
Agricoltura, ricerca e innovazione per aumentare produttività
E ora c’è anche un ‘Decalogo’ per
il rilancio. Nel 2011 l’Italia ha investito in ricerca per l’
agricoltura 300 milioni di euro, lo 0,8% del valore della produzione agricola
Produzione agricola sostenibile e di qualità;
salvaguardia delle risorse naturali e prodotti agroalimentari che siano
economicamente sostenibili. Sono solo alcuni dei punti del ‘Decalogo’
per il rilancio della ricerca e l’innovazione in agricoltura, fondamentale
per dare impulso a tutte le filiere, in primis quella agroalimentare.
Un documento in dieci punti per la ricerca in agricoltura, presentato
oggi a Roma – in occasione del convegno “Agricoltura domani”,
riflessioni sulla ricerca e l’innovazione - organizzato dal CONAF
(Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori
forestali), da Confagricoltura, da Fidaf (Federazione Italiana Dottori
in Agraria e Forestali), e Unasa (Unione Nazionale delle Accademie italiane
per le scienze applicate allo sviluppo dell'agricoltura, alla sicurezza
alimentare e alla tutela ambientale), che potrà essere sottoscritto
e condiviso.Durante il convegno si è svolta anche una tavola rotonda
con la partecipazione del mondo della ricerca, dell’università
e del coordinatore degli assessori regionali all’Agricoltura Dario
Stefàno.
Negli ultimi decenni la ricerca è stata la protagonista assoluta
in agricoltura. Grazie alla ricerca è cresciuta la produttività
al passo con l’aumento della popolazione mondiale: dagli anni ’60
gli abitanti del pianeta sono passati da poco più di 3 miliardi
a 7 miliardi; in parallelo la produzione cerealicola è cresciuta
da circa 900 a quasi 2.400 milioni di tonnellate. Praticamente nello stesso
periodo la produzione di cereali è aumentata il 50 per cento più
velocemente della popolazione mondiale. Il tutto con aumenti trascurabili
delle terre coltivate ma soprattutto con incrementi delle rese unitarie.
Nei prossimi anni – sostengono gli organizzatori del convegno -
dovremmo continuare a puntare sulla ricerca, perché avremo bisogno
di maggiore produzione agricola e dovremo gestire in maniera sostenibile
le risorse naturali dell’ecosistema. Inoltre, poiché la percentuale
media di aumento delle rese si sta riducendo, si evidenzia un calo della
efficacia delle azioni di ricerca e sviluppo, che andrebbero, invece,
potenziate.
CONAF, Confagricoltura, Fidaf e Unasa vogliono porre l’attenzione
su alcuni aspetti critici che stanno limitando le potenzialità
della ricerca e la diffusione di innovazioni nel settore delle produzioni
vegetali ed animali. Tra gli altri la frammentazione e lo scarso coordinamento
dei soggetti coinvolti nella ricerca agricola; la scarsa propensione a
orientare l’attività di ricerca sugli aspetti legati alla
produzione ed alla produttività; il limitato collegamento tra attività
di ricerca e mondo delle imprese; la minor disponibilità di risorse
pubbliche e la mancanza di una valida razionalizzazione tra fonti comunitarie,
nazionali e regionali. Problematiche che devono essere affrontate prima
che sia troppo tardi ed il declino del settore, che già è
evidente dalle performance produttive ed economiche, diventi irreversibili.
«E’ il momento di pensare ad un nuovo concetto, ovvero promuovere
il ruolo dell’agricoltura nell’innovazione – sottolinea
Andrea Sisti, presidente CONAF – e non più soltanto all’innovazione
in agricoltura. Negli ultimi anni l’attività agricola ha
prodotto essa stessa molte innovazioni che non sono però state
valorizzate a sufficienza. Come nel caso delle innovazioni di processo
che hanno trasformato l’attività agricola arricchendola di
attività congiunte (diversificazione, agriturismo, produzione energie
rinnovabili), ma anche per le innovazioni di prodotto. Purtroppo il rapporto
tra ricercatori ed impresa è stato lasciato alla buona volontà
dei singoli ed è stato del tutto episodico».
« La ricerca in agricoltura - afferma Mario Guidi, presidente di
Confagricoltura – deve essere orientata a migliorare i prodotti
e i processi, ad aprire nuovi mercati e ad aumentare la competitività
delle imprese, oltre che a modelli produttivi più sostenibili.
L’agricoltura è già protagonista della green economy,
proprio tramite le innovazioni di processo e di prodotto (si pensi all’enorme
sviluppo delle rinnovabili),mentre ha bisogno di ulteriori scoperte nel
campo dei mezzi tecnici e del miglioramento genetico per prodotti sempre
più vicini alle esigenze dei consumatori.»
«Negli ultimi decenni – dice Luigi Rossi, presidente Fidaf
- si è verificata in Italia e in Europa la più straordinaria
rivoluzione della storia dell'umanità: si è riusciti a produrre
cibo abbondante e di buona qualità. Nonostante questo risultato
sia dovuto alla consistenza economica e sociale dell’agricoltura
e sia frutto della ricerca scientifica, permane, ingiustamente, una “estraniazione
culturale” nei confronti del sistema produttivo agricolo e del progresso
scientifico».
«In agricoltura è necessario promuovere la ricerca di base
ed applicata – sottolinea Michele Stanca, presidente Unasa –
e non dimenticare il motto “scienza-pratica agricola”, per
garantire sempre ulteriori sviluppi e crescita della qualità della
vita e della disponibilità di cibo per tutti, tenendo in mente
l’impegno a lasciare alle future generazioni un ambiente migliorato.
Ciò sarà possibile se verranno adottate tutte le tecnologie
innovative».
INVESTIMENTI IN RICERCA - Diminuire la spesa nella ricerca significa mettere
a rischio produzione e produttività: con varietà resistenti
alla siccità, ad esempio, non si avrebbero avute perdite come in
quest’annata e la conseguente instabilità sui prezzi. Obiettivo
di Europa 2020 è di aumentare sino al 3% la quota del Pil destinata
a finanziare ricerca e innovazione (in tutti i settori), mentre oggi la
media europea a 27 è del 2%, con Francia (2,26%) e Germania (2,82%)
che superano la soglia; altri già al 3% (Svezia, Danimarca e Finlandia)
e Italia, agli ultimi posti con l’1,26% e con un obiettivo fissato
assai poco ambizioso (1,58%). Anche le somme (vedi tab.)impegnate sono
in calo per l’Italia per la spesa pubblica per la ricerca in agricoltura:
440,7 milioni di euro nel 2008 contro 311,1 mln/€ nel 2011; per una
media dello 0,8% (2008-2010) rispetto valore della produzione agricola
(per un totale di 1 miliardo e 108 milioni nello stesso triennio).
«Riteniamo urgente e non più procrastinabile – affermano
CONAF, Confagricoltura, Fidaf e Unasa - l’avvio di una politica
volta a realizzare una profonda riforma strutturale. La ricerca agraria,
in linea con le scelte dell’Unione Europea e finalizzata allo sviluppo
e all’innovazione, avvalendosi delle nuove tecnologie abilitanti,
deve considerare la produzione primaria e la filiera alimentare in stretta
connessione con il territorio, la salute e l’energia».
AGRICOLTURA
DOMANI - Decalogo
Spesa pubblica per la ricerca in agricoltura
nei principali Paesi UE
(elaborazioni su dati Eurostat)
Confagricoltura
Direzione Comunicazione Istituzionale
Tel. 06.68.52.374
E-mail: immagine@confagricoltura.it
URL: www.confagricoltura.it
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