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IN PRIMO
PIANO
Anche a maggio consumi in forte crisi
L’indicatore dei Consumi Confcommercio
(ICC), indica una riduzione del 2,3 per cento su base annua e una flessione
dello 0,9 per cento su base mensile. Pasti in casa e fuori casa in negativo
da gennaio ad oggi
L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a maggio una riduzione
del 2,3% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,9% rispetto al
mese precedente. Nel mese di maggio 2012 ci sono state lo stesso numero
di giornate lavorative del 2011. Il dato fortemente negativo dell'ultimo
mese, che segue la pesante riduzione registrata ad aprile (-5,4%), evidenzia
lo stato di estrema criticità della domanda per consumi, una delle
fasi più difficili della nostra recente storia economica. Stando
alle prime stime di Confindustria, a giugno la produzione industriale
ha registrato una diminuzione dello 0,5% in termini congiunturali; in
ulteriore ridimensionamento sono risultati, nello stesso mese, gli ordinativi
(-1,0%). Alla luce di questi dati, la lettura delle stime provvisorie
dell'Istat sull'andamento del mercato del lavoro nel mese di maggio richiede
estrema attenzione in quanto, in un contesto che rimane molto difficile,
emergono anche degli elementi debolmente positivi. Dopo 14 mesi di continuo
aumento, il tasso di disoccupazione ha mostrato una contenuta riduzione,
scendendo al 10,1% dal 10,2% di aprile, sintesi di una crescita modesta
degli occupati e di una contenuta flessione dei disoccupati. In questo
contesto si è registrato un deterioramento delle condizioni del
mercato del lavoro per le fasce più giovani. A maggio il tasso
di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salito al 36,2%, quasi
9 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno. Il sentiment
delle famiglie e delle imprese si è attestato anche a giugno sui
livelli minimi raggiunti nei mesi precedenti, a segnalare come i diversi
operatori economici non intravedano a breve un significativo miglioramento
rispetto alla situazione in essere. La dinamica tendenziale dell'ICC di
maggio riflette un aumento dello 0,6% della domanda relativa ai servizi
ed una riduzione della spesa per i beni (-3,3%). Per l'abbigliamento e
le calzature (-3,9%), l'alimentare le bevande e i tabacchi (-1,7%) ed
i beni e servizi per la casa (-2,6%) la contrazione dei volumi acquistati
dalle famiglie nel mese di maggio, rispetto all'analogo periodo dell'anno
precedente, si inserisce in un contesto che vede ormai da mesi una situazione
di continuo ridimensionamento della domanda, che ha assunto nel mese di
aprile toni preoccupanti.
In ulteriore diminuzione sono risultati, anche a maggio, i consumi per
alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-1,0%). Continuano a fare
eccezione alla generalizzata tendenza alla riduzione, i consumi per i
beni e i servizi per le comunicazioni (+2,3%). Questo segmento ha mostrato
negli ultimi due mesi una marcata tendenza alla decelerazione nei primi
mesi del 2012, infatti, le variazioni tendenziali erano prossime al 10%.
I dati destagionalizzati mostrano a maggio una riduzione dell'ICC dello
0,9% rispetto ad aprile. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore
segnala un ulteriore arretramento, proseguendo nella fase di ridimensionamento
iniziata ad ottobre del 2011. Nel mese di maggio la riduzione dei volumi
acquistati dalle famiglie ha interessato sia la componente relativa ai
beni (-1,1%) sia quella relativa ai servizi (-0,3%). La componente di
spesa più penalizzata dalla scelta delle famiglie risulta quella
relativa ai beni e servizi per le comunicazioni (-4,7%). Un contenuto
ridimensionamento è segnalato anche per i beni e servizi per la
casa (-0,2%). Relativamente alle altre voci i contenuti aumenti registrati
a maggio rispetto ad aprile si configurano come modesti recuperi rispetto
alle sensibili riduzioni rilevate nei mesi precedenti. Sulla base delle
dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione
dei prezzi al consumo, per il mese di luglio 2012 si stima una variazione
congiunturale nulla dell'indice dei prezzi al consumo. Il dato porterebbe
ad una riduzione del tasso di crescita tendenziale, stimato attestarsi
al 3,1% a fronte del 3,3% registrato a giugno. (www.confcommercio.it)
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