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IN PRIMO
PIANO
Caldo: Coldiretti, la siccità taglia la disponibilità
mondiale di cibo
L'emergenza alimentare frena la ripresa economica dalla crisi
Il caldo e la siccità che hanno colpito l’Italia provocando
oltre mezzo miliardo di euro di perdite alle coltivazioni agricole hanno
distrutto anche i raccolti degli Stati Uniti provocando una carenza
mondiale di cibo con mais, soia e grano che hanno raggiunto prezzi record
per effetto di aumenti che in un solo mese vanno dal 50 per cento per
mais e grano al 30 per cento per la soia. E’ quanto emerge da una
analisi della Coldiretti sulla base delle quotazioni alla riapertura
settimanale al Chicago Board of Trade, punto di riferimento o del mercato
a livello internazionale con il mais a quasi 8 dollari per bushel, il
grano a quasi 9 dollari per bushel e la soia a 16,3 dollari per bushel
per consegne a settembre.
La siccita' che ha colpito gli Usa secondo la National Oceanic and Atmospheric
Administration, è la peggiore dal 1956 in termini di aree colpite
e secondo i dati del governo i raccolti di grano in ''buona o eccellente''
qualità sono appena il 31 per cento mentre per la soia sono il
34 per cento. Negli Stati Uniti, che sono il maggiore produttore, si stimano
perdite nel settore agricolo per 12 miliardi di euro che si stanno facendo
sentire anche sul mercato mondiale dove alla crisi finanziaria si aggiunge
dunque quella alimentare poiché – sottolinea la Coldiretti
- se dal grano si ottiene il pane, il mais e soia sono componenti indispensabili
per l’alimentazione degli animali negli allevamenti per produrre
carne e latte. L’andamento dei prezzi delle materie prime agricole
sta provocando - precisa la Coldiretti - effetti sui mercati internazionali
dove con i rincari si prospetta una ripresa dell’inflazione, ma
è allarme anche per il commercio internazionale per la mancata
consegna delle forniture con effetti drammatici - precisa la Coldiretti
- sul piano della disponibilità di cibo nei paesi poveri e della
sicurezza sociale in paesi come la Libia o l’Egitto che sono forti
importatori di grano.
L’ aumento dei prezzi è giustificato sul piano congiunturale
dal clima che ha colpito con il caldo e la siccità gli Usa mentre
un calo dei raccolti è previsto in Russia nella zona del mar Nero
per le alluvioni ed in Ucraina, ma in realtà a pesare sono
anche i cambiamenti strutturali come ha evidenziato - precisa la Coldiretti
- l’ultimo rapporto Ocse-Fao secondo il quale la produzione agricola
deve crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per far fronte all’aumento
della domanda della maggiore popolazione mondiale, ai richiesta
di biocarburanti e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina che
spinge al maggiore consumo di carne e quindi di mangime per gli allevamenti.
In Italia l’arrivo di Ulisse rischia di dare il colpo di grazia
alle coltivazioni agricole. Ad essere stati duramente colpiti sono stati
- precisa la Coldiretti - decine di migliaia di ettari coltivati di mais,
pomodori, barbabietole e girasoli a macchia di leopardo lungo tutta la
penisola dove in alcune zone non piove in modo adeguato da mesi. A soffrire
con le alte temperature sono anche - continua la Coldiretti - gli animali
negli allevamenti dove le mucche arrivano a produrre anche il 10 per cento
di latte in meno nonostante gli accorgimenti adottati per garantire il
refrigerio (doccette, ventilatori, ecc.).
Una situazione di emergenza che - conclude la Coldiretti - conferma l’importanza
che l’Italia difenda il proprio patrimonio agricolo e la propria
disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già
adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati, a
cominciare dalla soia (80 per cento), dal grano (50 per cento) e anche
dal mais (20 per cento). (www.coldiretti.it)
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