IN PRIMO
PIANO
Stop alla biopirateria !
L'attuale legislazione favorisce le aziende a discapito del sapere
tradizionale e delle comunità locali. L'UE deve adottare il Protocollo
di Nagoya sull’Accesso alle Risorse Genetiche e l’equa condivisione
dei benefici
La pervinca del Madagascar è stata utilizzata dalla medicina tradizionale
da secoli. Oggi viene usata per curare la leucemia. Le piante con proprietà
terapeutiche sono sempre di più e vengono utilizzate nel campo
della ricerca medica. Le risorse biologiche sono sottratte alle comunità
locali o indigene e poi brevettate, mentre i profitti generati non vengono
ripartiti equamente. L'UE vuole combattere questo fenomeno. La biopirateria.
Non esistono statistiche chiare sulla biopirateria e l'appropriazione
indebita delle risorse genetiche, ma negli ultimi 20 anni si sono verificati
numerosi casi: per esempio il fagiolo giallo "enola", l'hoodia,
il rooibos e il nem. La lotta alla biopirateria rappresenta quindi un'importante
sfida che l'UE deve affrontare: queste pratiche sono infatti contrarie
agli impegni assunti per l'eliminazione della povertà e la protezione
della biodiversità, oltre che al principio di coerenza delle politiche
per lo sviluppo sancito del trattato di Lisbona.
Lo squilibrio tra i fornitori e gli utilizzatori delle risorse genetiche
ha fatto emergere, a livello mondiale, la questione dell'accesso alle
risorse genetiche e della ripartizione dei benefici che esse generano.
In questo contesto la Convenzione sulla diversità biologica
(1992) svolge un ruolo di primissimo piano e si distingue notevolmente
da altri trattati in materia ambientale poiché nel suo impianto
i concetti di giustizia ed equità svolgono un ruolo esplicito ed
essenziale.
E il problema si pone non solo in ambito medico, ma anche per quanto riguarda
le nuove varietà di frutta e verdura. L'attuale legislazione favorisce
le aziende a discapito del sapere tradizionale e delle comunità
locali.
COSA SI PUÒ FARE?
La relazione della deputata francese dei Verdi, Catherine Grèze
vuole assicurare che i paesi in via di sviluppo possano beneficiare delle
proprie risorse genetiche e del proprio sapere tradizionale.
Ecco le proposte principali:
l'UE deve adottare il Protocollo di Nagoya sull’Accesso alle
Risorse Genetiche e l’equa condivisione dei benefici derivanti dal
loro utilizzo
introdurre un nuovo quadro legale per garantire che le domande dei brevetti
contengano l'origine di qualsiasi risorsa genetica e delle conoscenze
tradizionali
sostenere i paesi in via di sviluppo nella creazione di istituzioni capaci
di difendere le risorse genetiche locali. (www.europarl.europa.eu)
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