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IN PRIMO
PIANO
La grande sete a Marsiglia, al via il forum mondiale sulle risorse
idriche
Presentato ieri a Marsiglia, all'apertura del forum mondiale sull'acqua,
l'ultimo rapporto sullo stato delle risorse idriche prodotto Nazioni Unite.
Secondo il rapporto la crescita della popolazione mondiale con il conseguento
aumento nella richiesta di cibo e di fabbisogno energetico, nonchè
i cambiamenti climatici minacciano le risorse idriche mondiali.
"La domanda di acqua aumenta, si legge nel rapporto, e nello stesso
tempo i cambiamenti climatici minacciano la sua disponibilità":
Al rapporto si aggiunge anche il richiamo fatto dall'Unesco che denuncia
la scarsità delle risorse idriche in rapporto all'aumento della
popolazione e questo nonostante il ''Progress on Drinking Water and Sanitation
2012'', rilasciato nell'ambito del Joint Monitoring Programme for Water
Supply and Sanitation UNICEF-OMS, affermi che, alla fine del 2010, l'89%
della popolazione mondiale, circa 6,1 miliardi di persone, hanno avuto
accesso a fonti migliorate d'acqua potabile.
Il forum di Marsiglia, che si concluderà il 17 marzo e che sarà
seguito dalla giornata internazionale dell'acqua del 22 marzo, ha registrato
la presenza di 25000 delegati in rappresentanza di 140 paesi, tra cui
una dozzina di capi di Stato e 80 ministri.
La popolazione mondiale è cresciuta da 1,7 miliardi nel 1900 a
più di sei nel 2000 e mentre la popolazione triplicava, l'uso dell'acqua
è aumentato più di sei volte.
In un rapporto pubblicato mercoledì, l'Organizzazione per la Cooperazione
e lo Sviluppo Economico (OCSE) sottolinea l'urgenza di riformare la gestione
delle acque per evitare un grave deterioramento delle risorse. "Senza
un cambiamento fondamentale nella politica, siamo esposti a costi elevati
in termini di crescita economica, la salute umana e l'ambiente",
ha detto il segretario generale dell'OCSE, Angel Gurria, la cui presenza
al forum è prevista per domani.
Secondo il rapporto, 3,9 miliardi di persone dovranno confrontarsi con
una minore disponibilità di risorse idriche entro il 2050. A oggi,
comunque, oltre 240 milioni di persone rimangono senza accesso all'acqua
e quasi 1,4 miliardi non hanno accesso ai servizi igienici di base. "L'aumento
di azoto, fosforo e pesticidi dall'agricoltura e scarichi di acque reflue,
continua il rapporto, amplificano l'inquinamento delle acque sotterranee,
fiumi e oceani, con effetti nocivi sulla salute e per l'ambiente".
L'adozione del principio chi inquina paga per ridurre la contaminazione
idriche in agricoltura ove praticabile e l'adozione di un approccio olistico
alle politiche agricole di inquinamento. Sono alcune delle politiche più
efficaci necessarie per assicurare la gestione sostenibile della qualità
dell'acqua in agricoltura suggerite dall'Ocse.
D'altra parte un nuovo studio dell'organizzazione evidenzia che "i
livelli di inquinamento idrico nei terreni agricoli sono elevati in molte
aree dei Paesi Ocse e le fonti di contaminazione sono spesso diffuse sul
territorio, tali da rendere difficili la misurazione e il controllo del
fenomeno".
La ricerca che analizza la contaminazione delle acque negli ultimi dieci
anni sottolinea che il rischio di inquinamento è determinato anche
dall'aumento dei prezzi delle materie prime perché ha incoraggiato
una maggiore produzione negli ultimi anni, tendenza che proseguirà
nel prossimo decennio, secondo una previsione di tendenza dell'Ocse e
dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura.
Il rapporto evidenzia poi come l'entità dei danni causati alle
acque dall'agricoltura deve essere visto in prospettiva. Per la maggior
parte dei paesi Ocse la qualità dell'acqua potabile è alta
e l'agricoltura, anche se spesso è la principale fonte di inquinamento,
non è l'unico responsabile.
La sfida principale per i politici è ridurre i contaminanti agricoli
come nutrienti, pesticidi, sedimenti e suolo, prodotti veterinari, che
si perdono nei sistemi idrici. Lo studio infatti sottolinea che le politiche
perseguite nel corso degli anni per aiutare gli agricoltori ad affrontare
l'inquinamento non sono riuscite a soddisfare gli obiettivi della politica
di qualità delle acque. Di qui la necessità di politiche
più efficaci per assicurare la gestione sostenibile della qualità
dell'acqua in agricoltura.
E mentre a Marsiglia è in corso il forum mondiale sull'acqua che
fa il punto sulle risorse idriche del pianeta e su quello che deve essere
fatto entro i prossimi 40 anni, in Italia la situazione è monitorata
fino al 2009 quando è stato pubblicato l'ultimo rapporto prodotto
dal Co.vi.ri., il Comitato di vigilanza sulle risorse idriche istituito
presso il ministero dell'Ambiente la cui attività resta in attesa
di una definizione delle competenze con l'Autorità dell'energia
.
Secondo il rapporto del 2009, la situazione nel nostro Paese è
pessima, a fronte di oltre 8 miliardi di metri cubi d'acqua immessi ogni
anno nella rete degli acquedotti, 2,6 miliardi, oltre il 30% della quantità
totale, si perdono per strada, dispersi dalle falle nella rete o rubati.
Considerando che per mettere l'acqua nelle condutture e pomparla nella
rete serve energia ad un costo di 0,87 euro a metro cubo, il danno totale
che deriva dalla cattiva gestione degli acquedotti italiani (a parte i
mancati ricavi), secondo i dati riportati da Federutility, è di
oltre 220 milioni di euro all'anno.
Durante la prima giornata di lavori del World Water Forum di Marsiglia,
''attivisti sono stati circondati dalla polizia, che li tiene tuttora
bloccati nei pressi dell'entrata del forum ufficiale. Almeno una decina
di persone "tra cui anche Caterina Amicucci (Crbm) e Marek Rembowski
(Amisnet), sono stati fermati e portati al commissariato Evechè,
dall'altra parte della città, con il solo scopo di non farli partecipare
alla conferenza stampa di apertura del Forum''. E' quanto sottolinea in
una nota il Forum italiano dei movimenti per l'acqua.
''Gli attivisti, tutti muniti di regolare accredito stampa, sono stati
poi rilasciati senza ricevere particolari spiegazioni in merito a quanto
accaduto''. Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua chiede l'immediato
rilascio degli attivisti bloccati dalla polizia e ritiene ''che le azioni
intraprese questa mattina dalle forze dell'ordine rappresentino un gravissimo
atto intimidatorio, pensato per scoraggiare la partecipazione al Forum
Alternativo". (www.adnkonos.com)
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