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QUALITA', SALUTE, BENESSERE
TARTUFO: SI' AL
MARZUOLO, NO AL NUOVO TRATTAMENTO FISCALE
Il settore tartufigeno a confronto nelle Crete Senesi
"Uno schiaffo alla tracciabilità". Mappa delle tartufaie
per il Bianco
Un Marzuolo per tutte le tasche, un Bianco avviato
verso la Dop. E un coro di richieste per una legislazione che sconfessi
l'ultima Finanziaria. Il mondo del tartufo rilancia questi segnali dalle
Crete Senesi, sede della Festa del Tartufo Marzuolo. E' a San Giovanni
d'Asso che cercatori, amministratori, addetti ai lavori e semplici visitatori
si sono ritrovati non solo per assaggiare lo stagionale bianchetto
(200-300 euro al chilo le quotazioni), ma anche per fare il punto sulle
prospettive dell'intero settore tartufigeno. Presagi cupi secondo gli
intervenuti, apertamente critici verso il provvedimento che, inserito
nella legge Finanziaria, ha cancellato gli obblighi di certificazione
della provenienza per i tartufi messi in commercio.
"La manovra ha praticamente azzerato tutti gli sforzi per una maggiore
tracciabilità del prodotto, sacrificando l'interesse del consumatore
in primo luogo - ha detto il Presidente dellAssociazione nazionale
Città del tartufo Giancarlo Picchiarelli - e schierandosi in direzione
opposta rispetto a tutti i provvedimenti introdotti negli ultimi anni
a garanzia dei prodotti agroalimentari, e della loro trasparenza".
Uno "schiaffo", quello della Finanziaria secondo Claudio Franci
(Deputato Ds, membro della Commissione Agricoltura della Camera), aggravato
dal mancato riconoscimento per la figura del cercatore di tartufi. Il
"salto indietro" per il settore difficilmente potrà essere
ovviato prima di un altro lungo periodo, salvo un eventuale aggancio
della materia all'imminente Action plan del Governo sulla Competitività.
Un segnale che tuttavia non fa rassegnare il comparto tartufigeno toscano:
"abbiamo avviato l'iter per l'attribuzione della Dop (Denominazione
di origine protetta) al nostro tartufo bianco" ha affermato Michele
Boscagli, sindaco di un comune come San Giovanni d'Asso dove operano gran
parte dei 300 tartufai senesi, dove le tartufaie controllate coprono una
superficie di oltre 60 ettari e dove ora si punta con forza anche alla
valorizzazione del più economico marzuolo, il cui marchio è
stato appena registrato. Del resto non solo San Giovanni ma l'intero territorio
senese ha dato vita - primo in Italia - alla prima mappatura provinciale
delle aree tartufigene: lo strumento cartografico, presentato ieri, sarà
recepito dai singoli comuni per la redazione dei prossimi Piani strutturali,
e reso consultabile nei prossimi mesi presso il Centro documentazione
del Museo del tartufo di San Giovanni d'Asso.
Alla valorizzazione del tartufo marzuolo concorreranno anche gli incoraggianti
risultati della coltivazione di piantine micorizzate del tubero, realizzate
presso il vivaio "Il Campino" della Provincia di Siena. Lo scorso
week end a San Giovanni d'Asso c'è stato spazio anche per la canapa
tessile, al centro di un progetto di rilancio promosso dalla Regione Toscana
che coinvolge anche la Comunità montana della Valtiberina e quella
di Zeri, sulle alpi Apuane. I risultati finale del progetto saranno presentati
durante la prossima Mostra Internazionale dell'Artigianato, a Firenze.
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