PRODOTTI

ViniBuoni d'Italia e Slow Food insieme per il presidio del Moscato di Saracena

Già nel Cinquecento i barili di Moscato di Saracena erano imbarcati a Scalea per essere consegnati alla corte papale. Sulla tavola di papa Pio IV non mancavano mai e Guglielmo Sirleto, il cardinale calabrese Prefetto della Biblioteca Vaticana, ne era particolarmente ghiotto.
Oggi come nel XVI° secolo Il Moscato di Saracena si produce vinificando uve Moscatello (un vitigno locale che non è mai stato censito: non è né Moscato di Alessandria, né Moscato di Amburgo). Malvasia, Guarnaccia e Odoacra. Le percentuali tra le diverse uve possono variare sensibilmente, ma in genere, oltre al Moscatello, Malvasia e Guarnaccia sono le più presenti. Viene aggiunta solo una piccola quantità di Odoacra, un vitigno molto profumato e aromatico.
Il Moscatello, raccolto al giusto punto di maturazione, è appeso su graticci ombreggiati per 15, 20 giorni. Gli acini disidratati subiscono successivamente un'attenta selezione manuale (normalmente si tratta di un lavoro femminile), seguita da una delicata pressatura. Dopo la vendemmia invece Malvasia Guarnaccia e Odoacra sono pigiate e il mosto ottenuto è sottoposto a bollitura per ottenere una riduzione di circa un terzo del totale. I due mosti vengono poi assemblati e iniziano il percorso fermentativo in botti di legno. Dopo un paio di settimane circa, si procede al primo travaso al quale ne seguono altri due, fino ad arrivare all'imbottigliamento, dopo circa sei, sette mesi. Il risultato è un vino dal lucente color ambra, intensamente profumato: alle note resinose e aromatiche si uniscono aristocratici sentori di fichi secchi, frutta esotica, mandorle e miele. Al palato mantiene eleganza e finezza, discreta persistenza, buon equilibrio e una piacevole nota amarognola. L'obiettivo del Presidio è la salvaguardia di questa produzione particolare nonchè il miglioramento della sua qualità complessiva. Sono iniziate inoltre ricerche sul Moscatello locale per arrivare a una registrazione del vitigno.

Area di produzione
Comune di Saracena (provincia di Cosenza)
Presidio sostenuto da:
Comune di Saracena, Comunità Montana del Pollino, Parco Nazionale del Pollino.

Adesso più di sempre abbiamo le antenne all'erta sul tema dei vitigni autoctoni, ma in questo ultimo anno abbiamo perso il conto di quanti articoli, iniziative, fiere, siano state dedicate ai vitigni autoctoni. A noi di Vinibuoni d'Italia tutto ciò fa piacere, ma ci da anche un po' di ansia, perché non vorremmo che questa affascinante parola si svuotasse di ogni significato, che tutto diventasse "autoctono" anche se non lo è.
Ci sembra di rivivere un fatto già visto: circa 10 anni fa tutti i vini dovevano prevedere Cabernet o Merlot. Sembrava essere questa la chiave per aprire ogni scrigno e vendere ogni vino. Prima ancora c'era stata la barrique, in breve innalzata all'improbabile ruolo di bacchetta magica.
Oggi sembra che tutti abbiano sempre fatto e lavorato su vini da vitigni autoctoni, abbiamo sempre creduto negli autoctoni, ma soprattutto ne siano sempre stati i più grandi paladini.
Non ci interessa l'attestato di primogenitura, che non abbiamo perché lo hanno i produttori che effettivamente ci hanno creduto anche quando era meno facile di oggi, vogliamo solo mettere in guardia da questa frenesia che potrebbe portare in poco tempo a bruciare un'opportunità per ogni produttore italiano serio.
Ci piacerebbe che questa parola non si svuotasse di significato servendo solo a camuffare "un modo alla moda" per vendere vino.
Questo, in sintesi, il principale motivo per cui abbiamo deciso di fare un gesto concreto, per salvaguardare delle uve autoctone ed un vino particolarissimo con esse prodotto.
Abbiamo proposto a Slow Food, che da sempre agisce in maniera concreta per la salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, di partecipare anche noi concretamente al lavoro che stanno facendo per il "Moscato di Saracena" al fine di salvarlo dalla definitiva scomparsa cui era destinato prima di essere inserito nel loro progetto dei Presidi.
Proponiamo quindi, anche ai produttori coronati - che conoscono bene le fatiche e le energie, anche economiche necessarie a studiare e a preservare dalla scomparsa il grande patrimonio rappresentato dai nostri vitigni autoctoni - di partecipare con noi a questo progetto.
E' un gesto simbolico, lo sappiamo, ma è il segno di una scelta reale, di un coinvolgimento personale di coloro che vorranno contribuire economicamente per salvare e migliorare una produzione plurisecolare.
Il nostro obbiettivo è quello di raccogliere almeno 5000 € che verranno consegnati ai responsabili del presidio.

Chi vuol contribuire faccia riferimento alla sede centro sud Italia.

Responsabili Relazioni Esterne: Maddalena Mazzeschi & Cecilia Naldoni
P.zza S. Lucia 6 Montepulciano - Siena - tel. 0578 758465 fax 0578 757672
e-mail: maddalena@maddalenamazzeschi.it

Segreteria operativa: Via Santo Stefano 59, 12043 Canale (CN), tel. e fax 017395699,
margheritacolomba@vinibuoniditalia.it oppure claudiasales@vinibuoniditalia.it
Sede Centro-Sud Italia, Via della Repubblica 10, 53036 Poggibonsi (SI), tel. e fax 0577981652, macchi@vinibuoniditalia.it



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