|
PRODOTTI
PROVOLONE: IL SAPORE
DELLA TRADIZIONE
Una
volta si chiamava provola, aveva la forma a pera, si produceva nella zona
di Capua e dell'Agro Romano con latte di bufala ed era sempre presente
sulla tavola del popolo perché si conservava a lungo senza problemi
e ne bastava un pezzetto per dare un opportuno senso di sazietà.
Nel tempo la provola si è trasformata in provolone, prodotto con
latte vaccino e con forme diverse, ma più o meno con tecnica immutata
per le fasi finali, come la modellatura, la paraffinatura e la legatura,
ma con razionali tecnologie moderne per quanto riguarda tutti gli altri
passaggi.
Altro importante cambiamento si è avuto alla fine dell'Ottocento,
quando alcuni tra i migliori casari napoletani si trasferirono nella Pianura
Padana a causa della scarsità della materia prima, cioè
il latte che ormai al sud scarseggiava mentre più a nord pascoli
e allevamenti potevano garantire una continuità di rifornimento
e anche un mercato più ricettivo.
Il provolone ha pasta filata e compatta, semidura o dura, talvolta con
una leggera e rada occhiatura, con crosta sottile e liscia, lucida, di
solito protetta con una paraffinatura. Il sapore è più o
meno dolce, a seconda della stagionatura, e talvolta affumicato. Una curiosità:
quando non c'erano ancora i frigoriferi il burro veniva conservato
avvolto nella pasta del provolone e poteva durare fino a 3-4 mesi.
Molta varietà anche nelle forme, che possono essere a salame, a
mandarino, a pera, a fiaschetto, e nel peso, che è maggiore per
i formaggi da stagionare. Le forme variano anche a seconda delle regioni:
a mandarino in Puglia, a salame in Sicilia, a campana (specialità
Auricchio) per Natale e Pasqua, fino alle enormi pezzature da Guinness
da portare alle fiere. La richiesta di formaggi nelle regioni meridionali
aumenta durante i periodi delle festività perché il provolone
è uno dei regali più tradizionali.
La produzione del provolone è regolamentata dal Consorzio che raggruppa
una trentina di produttori. Fuori dal Consorzio c'è Auricchio che
però è leader assoluto in Italia e detiene il 50% del mercato
internazionale nella sua categoria con spedizioni in tutti i continenti
(nella Little Italy americana erà già conosciuto alla fine
dell'Ottocento). A Gennaro Auricchio va inoltre il merito della formula,
ancora oggi utilizzata ma tutt'ora segreta, del caglio
piccante che viene sempre preparato nello stabilimento di Napoli. Normalmente
il caglio di vitello è destinato alla preparazione del provolone
dolce, quello di agnello per un gusto medio e quello di capretto per il
piccante.
La stagionatura va da 2-3 mesi per il formaggio da consumare giovane e
che ha la pasta più dolce, ai 9-12 mesi. Di Auricchio è
lo stravecchio, invecchiato per oltre un anno e contraddistinto dal tipico
rivestimento nero.
Il provolone è un ottimo formaggio da tavola, ma è anche
molto versatile in cucina, sia per la sua particolare consistenza, che
gli consente di fondersi e amalgamarsi agli altri ingredienti, sia per
la possibilità di scegliere tra diverse intensità di sapore
per realizzare abbinamenti di sicura riuscita.
Enza Bettelli
- Torna all'Indice
dei Prodotti
- Torna all'Indice delle Rubriche
|
|
|