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SCOPERTO IL DNA DEGLI ULIVI: PRESTO LA CARTA D'IDENTITA' DEGLI OLII
I risultati di una ricerca internazionale coordinata dall'Università di Parma. Il professor Nelson Marmiroli: "Finalmente uno strumento "scientifico" per difendere i consumatori da eventuali frodi commerciali e premiare i produttori più onesti".

MILANO, 19 dicembre - Anche gli olivi hanno un proprio DNA e quanto prima sarà possibile definire su basi genetiche la "carta d'identità" degli olii messi in commercio. Qualità e genuinità degli olii di oliva potranno essere quindi esaminati e garantiti scientificamente.
Di questo nuovo importante capitolo che va ad arricchire il panorama sempre più ampio e dettagliato del controllo e della rintracciabilità degli alimenti, se ne è parlato nel corso del seminario internazionale che si è tenuto ieri e oggi a Milano, nella sede dell'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.

Tema centrale del seminario, il progetto triennale "Oliv-Track" finanziato dal programma quadro comunitario e che coinvolge ricercatori di diversi Paesi europei, coordinati dal professor Nelson Marmiroli, del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Parma. Il progetto - che vede la partecipazione di 14 istituzioni, tra enti di ricerca pubblici e privati ed associazioni di 6 paesi dell'Unione Europea, Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Belgio e Regno Unito - ha l'obiettivo di mettere a punto metodologie di genetica molecolare e di chimica analitica che consentano di riconoscere l'origine delle olive usate per produrre un olio e di verificarne, quindi, l'aderenza alle normative o ai disciplinari delle DOP e l'eventuale presenza di materiale estraneo.

Nel corso del seminario tenutosi ieri e oggi a Milano, è stato illustrato il primo, importante risultato ottenuto dai ricercatori dell'Università di Parma coordinati dal professor Nelson Marmiroli dopo il primo anno di lavoro: l'individuazione, nell'olio, dei frammenti di DNA di olivo; ovvero: le "tracce" da cui sarà possibile risalire alle varie cultivar di provenienza, identificando geneticamente la composizione e l'origine dell'olio.

Al termine del seminario, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti degli Enti di ricerca italiani ed esteri protagonisti dell'iniziativa, fra i quali Jean Marc Chourot della Direzione Generale della divisione ricerche alimentari della Commissione Europea, è stato ribadito che il progetto ha l'obiettivo di mettere a punto entro i prossimi due anni un sistema combinato di metodologie di genetica molecolare e di chimica analitica utilizzabile dagli operatori e visibile ai consumatori. Il risultato finale dovrebbe essere una sorta di kit, con un'adeguata scala valutativa che consentirà di riconoscere l'origine delle olive impiegate per produrre uno specifico olio, non solo identificandone le diverse cultivar, ma, addirittura, l'esatta provenienza geografica. Ciò consenrtirà di difendere i consumatori da eventuali frodi commerciali e premiare i produttori più onesti".

"Iniziative come il progetto "Oliv-Track, " ha detto il professor Nelson Marmiroli, "non solo rafforzano il ruolo dell'Italia nella ricerca internazionale, ma portano anche l'attenzione di scienziati, decisori e politici sulla tutela dei prodotti alimentari e sulla protezione della salute e della qualità della vita di tutti i consumatori. Inoltre, contribuiscono alla salvaguardia di una tipicità degli alimenti che rischia di perdersi nel processo di uniformizzazione in corso".

"La rintracciabilità dei prodotti agroalimentari sta assumendo una rilevanza sempre maggiore per l'economia europea, soprattutto per la pressione che i consumatori esercitano per conoscere sempre meglio non solo il valore nutritivo dei cibi ma anche la provenienza e l'autenticità delle materie prime impiegate per il loro ottenimento", ha detto ancora il professor Marmiroli. "Da una rintracciabilità fatta principalmente di documentazione si sta passando sempre più frequentemente alla rintracciabilità "scientifica" dei componenti degli alimenti. Per alcuni di questi, quali vino, olio, pane, pasta, la protezione dell'autenticità e della genuinità delle materie prime impiegate è un aspetto fondamentale per la tutela del consumatore. La genuinità dell'olio d'oliva, alimento fondamentale della dieta mediterranea, è garantita dal rispetto delle normative comunitarie e nazionali; anche per la sua provenienza geografica ci sono strumenti legislativi che consentono di certificare le produzioni interamente nazionali e quelle provenienti da specifiche aree europee a vocazione olivicola (Denominazioni di Origine Protetta). Queste ultime, inoltre, garantiscono il rispetto di precisi disciplinari di qualità. In tutti gli altri casi, non sussistendo tra l'altro l'obbligo di indicare l'origine del prodotto, la normativa non garantisce la provenienza delle olive utilizzate per l'estrazione dell'olio".

"In una fase in cui l'inquinamento da modificazione genetica diventa un problema", ha commentato Paolo De Carolis, Presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori "avere a disposizione metodologie di riconoscimento genetico è fondamentale; inoltre la valorizzazione dei prodotti tipici avrà a disposizione un elemento in più di garanzia".

Gianni Cavinato, parlando a nome dell'ACU, Associazione Consumatori e Utenti che collabora alla ricerca, ha tenuto a sottolineare che è la prima volta che un'associazione dei consumatori "entra nel merito dei procedimenti di analisi genetica, per cercare di comprenderne le tecniche e divulgarne gli aspetti essenziali".

"I risultati di questa ricerca, che porterà ad una vera e propria carta d'identità degli olii", ha sottolineato Elio Bianchi, direttore gestionale UNI, "rafforzeranno ulteriormente il concetto di "rintracciabilità degli alimenti" come garanzia per il consumatore, sul quale l'Ente Nazionale Italiano di Unificazione ha elaborato le prime norme tecniche volontarie a livello europeo (UNI 10939 e UNI 11020), già utilizzate per la certificazione di molti prodotti".

Secondo il Presidente della Provincia di Parma, Vincenzo Bernazzoli, il progetto "Oliv-Track", ribadisce il ruolo di Parma, di recente designata a diventare sede dell'Autorità Alimentare Europea, quale centro internazionale della cultura scientifica applicata all'intero comparto alimentare.
"Mettendo a disposizione anche degli altri Paesi le proprie risorse e professionalità", ha aggiunto, "Parma consente di raggiungere i più elevati standard di sicurezza a tutela dei consumatori".

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