PRODOTTI

Novelli sempre più autoctoni

"Tipologia non tanto di vitivinicoltura, quanto di enologia tecnica rampante - spiega l'enologo Giacomo Tachis parlando del vino Novello -, tipologia alla "carpe diem" che genera emozioni subitanee, che piace al consumatore e che va bene al produttore. Vino che non vuole essere nuovo, ossia il rampollo di generazione tradizionale, ma tipologia a sé stante>>. Un qualificato ipse dixit che però oggettivamente si presta ad interpretazioni contrastanti. Infatti, se gli operatori del settore ben conoscono cosa sia e come è fatto l'italico vino Novello quantomeno chi scrive - che un poco di nozioni circa i comportamenti d'acquisto e di consumo ne mastica - non scommetterebbe un centesimo sulla corretta definizione che ne darebbe un campione di consumatori.
Un vino, insomma, che si voglia o meno, fa discutere alcuni abitatori dell'universo di Bacco nonché una parte di colleghi della stampa di settore che quantomeno a taccuini chiusi circa i vini Novelli non esprimo certo entusiasmi. Va detto che il suo peso percentuale in volume rispetto alla produzione enoica nazionale che nell'ultima vendemmia ha reso 53 milioni di ettolitri, è soltanto dello 0,3% e certo non fa aggrottare le fronti dei puristi; inoltre la sua presenza sul mercato è quella, per dirla alla francese, dell'"espace d'une matin".
Chi invece non ha dubbi sia sulla validità dei Novelli sia sul loro sviluppo sui mercati sono ovviamente i produttori calati però numericamente rispetto l'anno scorso. Il numero delle bottiglie aumentano di anno in anno: 17.964.602 nel 2002, 17.214.900 nel 2003 (anno della siccità), 17. 823.317 quest'anno, pari a 133.675 ettolitri, e così il fatturato che ha superato gli ottantadue milioni di euro ossia lo 0,27% del fatturato del vino italiano.
Tornando al concetto di sviluppo, valga quanto emerso e mostrato con grande enfasi alla 17a edizione del Salone Nazionale del Vino Novello tenutosi nella sua sede storica alla Fiera di Vicenza. Stante che la tematica dei vitigni autoctoni è trattata, più o meno a proposito, da tutti sino a farla diventare una moda, ecco che anche l'Istituto del Vino Novello affiancato dall'Ice e dall'Enoteca d'Italia - una nuova creatura voluta dal Ministero delle Politiche Agricole per la comunicazione internazionale del prodotto-vino di casa nostra (speranze: poche, auguri: molti) - ha cavalcato l'ondata di simpatia e interesse che quantomeno il termine autoctono suscita e nell'elencare la hit parade dei 60 vitigni che forniscono i Novelli del 2004 hanno rilevato che ben 39 sono "autoctoni" (vedasi box), e 68 sono monovitigno, gli altri, ovviamente, sono blended.
Il vitigno più utilizzato è il Merlot miscelato con il Cabernet con 103 utilizzi, quindi Sangiovese, Cabernet, Barbera, Montepulciano, Corvina e giù giù sino al Negroamaro con 8 utilizzi, il Gamay.con 7 e lo Syrah con 6.
Per conclude, ci sarebbe qualcosa da dire sulla macerazione carbonica usata mediamente soltanto per il 35/40% dei Novelli prodotti, e ancora qualcosina sul prezzo medio a bottiglia al consumo che ufficialmente dovrebbe essere di 4,61 euro.
Diciamo che trattasi - per usare un eufemismo - di pura utopia sia perché si potrebbe sfidare chiunque a trovare un prezzo simile della bottiglia a corpo per tacere del fatto che spesso il Novello è venduto a bicchiere e quindi…

Giuseppe Cremonesi



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