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PRODOTTI
LE MELE DOP DELLA VAL DI NON
Habemus
mela Dop: anche l'Italia è entrata nel ristretto club dei paesi
europei che possono vantare delle mele Dop, insieme a Spagna, Portogallo
e Grecia. Grazie al riconoscimento ottenuto dalla Commissione Europea,
la Mela della Val di Non è diventata la quinta mela europea Dop,
ma anche la prima mela e il secondo frutto DOP italiano. La regia dell'operazione
è del Consorzio produttori Mela della Val di Non (5000 soci raccolti
attorno al marchio Melinda) che dopo 4 anni di lavoro ha ottenuto la Denominazione
di origine protetta lo scorso settembre. Ora, approvato dal ministero
il piano dei controlli, affidati al Csqa, le Mele della Val di Non Dop
(che appartengono a tre varietà: Golden Delicious, Red Delicious
e Renetta) sono pronte a essere immesse sul mercato. "Per i 5200
soci del Consorzio produttori Mele della Val
di Non - spiega Luca Granata, direttore generale di Melinda - si tratta
di un importante riconoscimento alla qualità del lavoro svolto
in questi anni e agli sforzi per mantenere saldo il legame con il territorio
e le tradizioni. Che le mele di queste valli siano davvero tra le migliori
del nostro Paese lo sanno i milioni di consumatori che si sono avvicinati
in questi anni al nostro prodotto, ora la qualità viene certificata
dal massimo organismo europeo preposto alla salvaguardia della tipicità.
Questo ci fa piacere, anche perché sottolinea che la mela della
Val di Non è un prodotto tipico, coltivato da migliaia di piccoli
produttori, nel rispetto delle regole tradizionali che da sempre rendono
questa valle famosa nel mondo per le sue mele. Senza dimenticare che si
tratta di un prodotto DOP "vero", nel senso che è effettivamente
disponibile in quantità tali da poter arrivare sulle tavole di
tutti gli italiani, come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma.
Non è una realtà di nicchia, disponibile solo per pochi
fortunati per i numeri ridottissimi della produzione".
La Mela della Val di Non viene prodotta da 16 cooperative di melicoltori,
per una produzione media di 280.000 tonnellate pari a un fatturato che
nel 2002-2003 ha toccato i 186 milioni di euro. La stagione di raccolta
2003 non è stata delle più felici. A una flessione della
produzione del 15% circa (in linea con l'andamento dei principali distretti
italiani ed europei) si è aggiunto il danno, riportato dal 15%
della produzione, causato dalla gradine. La produzione commercializzabile
per il fresco è quindi di circa il 30% inferiore a quella della
scorsa annata. Questo, comunque, non frena il progetto strategico triennale
(2003-2005) che ha toccato e sta toccando diversi nodi fondamentali dell'attività
del Consorzio stesso: l'adeguamento delle sale di lavorazione - che ha
già portato a una revisione dei compiti delle varie cooperativa
e a una loro razionalizzazione - prosegue con un ulteriore investimento
di 42 mio di euro, che serviranno a realizzare 2 nuovi centri di selezione
e confezionamento ad elevata tecnologia (inaugurazione prevista a settembre
2005). L'obiettivo è arrivare a soli 5-6 centri (contro i 16 del
2002) dalla massima efficienza e capacità produttiva, tutti in
grado di rispettare i più severi standard internazionali di certificazione
(ISO 9001, BRC, IFS), consentendo l'assoluta tracciabilità del
prodotto.
Prosegue anche il piano di adeguamento dell'assetto varietale, approvato
nel marzo dello scorso anno, che alla fine del 2008 porterà alla
produzione di una quantità inferiore di golden (dal 78,6% del totale
al 62,4%), una percentuale stabile di Renetta (6%), per veder crescere
leggermente le Red delicius (da 8,4% a 10,9%) e in maniera sensibile le
Gala (da 1,5% a 6,6%) e le Fuji (da 0,5% a 8,1%), in nome di una specializzazione
della produzione varietale in funzione dei territori più vocati.
MANUELA SORESSI
FRUTTA FRESCA DOP IN EUROPA
IL PANIERE DELLA FRUTTA DI QUALITA' IN EUROPA
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